Paolo Cugini
Maria
allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne
cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si
riempì dell'aroma di quel profumo (Gv 12,2-3).
Che
cos’è questo brano se una grande narrazione d’amore? Che libertà in questo
incontro! Libertà di Maria (di Magdala?) che si lascia guidare solamente dal
suo amore disinteressato per Gesù e non bada a nulla, non si preoccupa degli
eventuali giudizi dei commensali, di quello che la gente potrà pensare. Libertà
di Gesù che guarda al cuore delle persone e vede in Maria e nel suo Gesto
qualcuno che ha colto il senso della sua presenza. Nel gesto di Maria, Gesù
vede come un senso di riconoscenza infinito per ciò che è, per ciò che
rappresenta nella sua vita. La lascia fare, permette di lavargli i piedi con
del profumo di nardo, preziosissimo, com’è preziosa la persona di Gesù. Chi ama
non bada a spese, e Maria non ha calcolato il costo del profumo che stava
spalmando sui piedi di Gesù. Chi ama non calcola, non bada al prezzo, ma segue
il cuore, il pensiero dell’amato.
Per
questo è uno dei più bei gesti presenti nel Vangelo, perché dice che cosa
dovremmo essere noi, che cosa dovrebbero diventare i discepoli e le discepole
del Signore: uomini e donne ripieni dell’amore di Gesù, che camminano nel mondo
spargendo profumo di nardo in coloro che portano i segni della presenza del Signore.
Solo una donna poteva fare un gesto del genere! Qui c’è tutto il mistero della
donna o, perlomeno, uno dei misteri. Seguire il proprio cuore, infatti,
significa seguire il proprio intuito, arricchito dall’esperienza. Un intuito
che non erra, che va a colpo sicuro, perché sa che il proprio cuore non sbaglia
mai.
Dopo
quei trecento grammi di profumo di puro nardo Gesù poteva davvero morire
in pace, perché sapeva che perlomeno c’era stata sulla terra una persona che
aveva compreso il suo messaggio.
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