Prima lettura: Is
52,7-10
Come
sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del
messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: «Regna
il tuo Dio». Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce, insieme esultano, poiché
vedono con gli occhi il ritorno del Signore a Sion. Prorompete insieme in canti
di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha
riscattato Gerusalemme. Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a
tutte le nazioni; tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro
Dio.
Commento alla prima lettura. Il capitolo 52 del libro del profeta Isaia fa parte
degli ultimi capitoli della seconda parte del libro (40-54). Il contesto
storico è cambiato. Mentre la prima parte (1-39) era ambientata nel regno del
Nord, dove nel 721 a.C. si consumerà la distruzione di Samaria, capitale del
Regno del Nord, la seconda parte ha come sfondo storico la fine dell’esilio in
Babilonia (587-518 a.C.) e, di conseguenza, il clima spirituale è positivo, di
gioia per il ritorno. Infatti, le sentinelle annunciano la pace per il ritorno
del Signore a Sion, che è il monte su cui si posa la città di Gerusalemme e il
suo tempio. Questo evento storico viene interpretato dal profeta come un segno
della presenza del Signore nella storia, salvandolo dalla triste situazione
dell’esilio. È un brano in cui il popolo è pieno di gioia per la salvezza
operata da Dio. Domanda: il nostro cammino di
avvento ci ha permesso di cogliere la presenza di Dio nella nostra vita? Lo
stiamo percependo? La presenza del Signore nella storia annuncia la pace. Ciò comporta il nostro impegno ad essere strumenti di pace in famiglia, nella comunità: ce la facciamo?
Salmo
Responsoriale: dal Sal 97 (98)
R. Tutta la terra ha
veduto la salvezza del nostro Dio.
Cantate al Signore un canto
nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d'Israele. R.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore. R.
Seconda Lettura: Eb
1,1-6
Dio,
che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per
mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo
del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha
fatto anche il mondo. Egli è irradiazione della sua gloria e impronta della sua
sostanza, e tutto sostiene con la sua parola potente. Dopo aver compiuto la
purificazione dei peccati, sedette alla destra della maestà nell'alto dei
cieli, divenuto tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il
nome che ha ereditato. Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei
mio figlio, oggi ti ho generato»? e ancora: «Io sarò per lui padre ed egli sarà
per me figlio»? Quando invece introduce il primogenito nel mondo, dice: «Lo
adorino tutti gli angeli di Dio».
Commento alla seconda lettura. Questo brano manifesta la rilettura che la prima
comunità fa della presenza di Gesù nella storia e rivela che cosa hanno
compreso di Lui. Viene già espressa la divinità di Cristo: irradiazione della
gloria di Dio e all’origine della creazione del mondo. Tutti temi che
circolavano nelle comunità cristiane del primo secolo e che, infatti, troviamo
anche in Giovanni (vedi vangelo di oggi). Nella seconda parte l’autore applica
a Gesù alcune affermazioni dei salmi. Anche questa è un’indicazione importante,
già segnalata nelle domeniche precedenti. Gesù diventa la chiave di lettura per
leggere la Scrittura. È, infatti, Gesù che apre il significato alle pagine dell’Antica
Alleanza. (siccome abbiamo già lavorato su questo tema, non ci sono domande).
Vangelo: Gv 1,1-18
In
principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era,
in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui
nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle
tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo
nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché
tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare
testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina
ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure, il
mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i
quali, non da sangue né da volere di carne
né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e
venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria
come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni
gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua
pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data
per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio,
nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del
Padre, è lui che lo ha rivelato. Parola del Signore.
Commento
al Vangelo. In principio:
Gesù inaugura una nuova fase della creazione, per dare la possibilità a tutti e
tutte di accogliere la luce. Il brano, piuttosto complesso, riporta i contenuti
dell’elaborazione culturale della prima comunità sull’identità di Gesù. C’è la
descrizione del più grande mistero di Dio: l’incarnazione. Non è facile
digerire questo dato professato dalla comunità cristiana: Dio si è fatto carne
ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. Un Dio che si fa uomo e poi muore è uno scandalo
per i Giudei e stoltezza per i pagani (1 Cor 1, 23). Come si fa a credere a
Dio che si fa uomo? Come si fa a credere ad un Dio che muore: non è assurdo?
Eppure, è questo il centro della fede cristiana. Dobbiamo stupirci,
scandalizzarci e, di conseguenza, metterci in cammini per comprendere il
mistero di Dio che si fa bambino e viene ad abitare in mezzo a noi. Nel circolo biblico potremmo confrontarci sui nostri cammini
di fede, su quanto l’ascolto del Vangelo sta contribuendo o meno nel nostro
cammino di umanizzazione. Potremmo confrontarci per interrogarci su ciò che
possiamo fare per migliorare la nostra conoscenza del Signore. Buon Natale
Nessun commento:
Posta un commento