Chi
dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a
fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li
osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli (Mt
5,19). È questa la differenza tra Gesù e gli altri maestri: Gesù insegna ciò
che vive, insegna quei precetti che osserva, li sperimenta su di sé. Sono precetti
che Gesù non è venuto ad abolire, ma a dare compimento, vale a dire, a
mostrarne il valore e la profondità. Non si tratta, dunque, di obbedire a norme
per mettere a posto la coscienza, mi di assumere uno stile di vita che
coinvolge tutta la persona., è questa la grande differenza tra la religione e
il Vangelo.
Mentre
la prima offre un materiale precettistico gestito dalla classe sacerdotale che
ne controlla i contenuti e l’obbedienza, al contrario il Vangelo offre un
cammino segnato dalla misericordia, più che l’intransigenza sull’osservanza. Lo
stile di Gesù è dialogico, relazionale. Inoltre Gesù cammina con coloro che
sono alla ricerca della verità, del Padre: non insegna dall’alto in basso. Ecco
perché le sue parole incidono così tanto nelle nostre coscienze, perché sono
parole umane, vissute sulla propria pelle, avvolte di tenerezza.
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