(Annotazioni)
Il tema centrale del
capitolo è la prigionia e la liberazione miracolosa di Pietro. È un racconto
nello stile realistico della leggenda popolare.
A partire dal Capitolo 10
l’interesse del narratore si è portato decisamente sull’apertura della Chiesa
nel mondo pagano. Questo capitolo sembra, dunque, fuori posto, una parentesi.
Viene ribadita la
necessità della persecuzione quale elemento di fecondità per l’espansione della
chiesa. L’annuncio del Vangelo incontra ostacoli, ma li supera: muore il
persecutore e cresce la parola.
Nel capitolo 12 con la
morte di Giacomo e la partenza di Pietro si conclude il tempo del collegio
apostolico a capo della chiesa di Gerusalemme e subentra Giacomo, fratello di
Simone.
Dio raduna un popolo
nuovo costituito da giudei e da pagani e contro il quale si solleva l’ostilità
dei giudei.
Secondo gli studiosi per
comporre questo capitolo Luca utilizza un materiale che non è di sua
produzione.
I dettagli
dell’incarcerazione di Pietro hanno come obiettivo di evidenziare l’azione di
Dio.
Luca parla della
liberazione di Pietro dal carcere in termini che fanno pensare alla liberazione
di Israele dall’Egitto da parte di JHWH: essa avviene di notte, durante la
festa pasquale; Pietro è invitato a mettersi i sandali ai piedi (cfr. Es 12,11),
perché sarà liberato dalla mano dell’oppressore e condotto fuori dalla prigione
come Israele fuori dall’Egitto.
Pietro vive una nuova
Pasqua di liberazione, egli fa l’esperienza del Dio liberatore, del Dio
dell’esodo che agisce così lungo la storia della salvezza.
Emerge anche il volto
della comunità cristiana: esposta alla persecuzione essa reagisce non con
l’odio e la violenza, ma con l’arma della preghiera e la preghiera, a sua
volta, manifesta il legame fraterno che unisce i membri fra di loro in una vera
famiglia nella quale si condividono sofferenze e gioie.
12,1. Agrippa I,
pronipote di Erode il Grande.
12,2. Morte di Giacomo
fratello di Giovanni. È l’unica notizia che gli Atti forniscono della morte di
uno dei Dodici. Ucciso di spada: decapitazione, second l’uso dei romani.
La morte di Giacomo pone
termine all’esistenza del collegio dei Dodici. Giacomo non viene sostituito, al
contrario di Giuda. La situazione è cambiata: la chiesa apostolica giudica
superata la sua funzione di rivolgersi unicamente ad Israele quale popolo
escatologico.
12,3. La morte è gradita
ai giudei. Ora non sono solo le autorità giudaiche ad essere contro alla
chiesa, ma anche il popolo.
5. colpisce la preghiera
incessante, siccome è costante, la preghiera sarà esaudita. C’è la solidarietà
tra i credenti
6. Pietro dorme: non ha
fatto alcun stratagemma per liberarsi. Tutto serve a mettere in evidenza
l’intervento miracoloso di Dio.
8-9: la passività
dell’apostolo è anche obbedienza.
11: qui è il Signore che
è protagonista. Ormai Dio opera a favore della Chiesa ciò che aveva fatto a
favore d’Israele. La liberazione miracolosa di Pietro ha il fine implicito
della missione.
12: Giovanni (nome ebraico)
-Marco (nome latino). La tradizione lo identifica con l’evangelista.
Alcuni deducono he la
casa di Maria era luogo di cristiani ellenisti. Abbiamo la prima testimonianza
di una chiesa domestica a Gerusalemme e la pratica della preghiera notturna in
uso nella chiesa primitiva. La presenza di una porta esterna e di una domestica
fa suppore che la famiglia di Maria era di condizioni benestanti e sarebbe una
conferma che i cristiani di Gerusalemme non erano tenuti a vendere ogni loro
bene.
17. Luca lascia a Pietro
il compito di presentare Giacomo. Siamo di fronte ad un cambiamento nell’unità
e nella continuità.
18. Secondo il diritto
romano la guardia responsabile subisce la pena al posto dell’evaso.
19. Erode cerca e non
trova.
22. La divinizzazione di
un uomo è sempre stata aborrita dalla fede giudaica e cristiana.
L’atteggiamento giusto è quello di Barnaba e paolo descritto in Atti 14,14.
23. Il peccato
fondamentale è non rendere gloria a Dio (Gen 3,5).
24-25 conclusione
redazionale.
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