Paolo
Cugini
Si compiacerà del timore del Signore.
Non giudicherà secondo le apparenze
e non prenderà decisioni per sentito dire;
ma giudicherà con giustizia i miseri
e prenderà decisioni eque per gli umili della terra (Is
11,3s).
C’è
un primo aspetto che viene sottolineato del modo di agire del futuro messia ed
il suo senso di giustizia. Non giudicherà secondo le apparenze, il suo
giudizio non si baserà su ciò che vede all’esterno, ma cercherà l’interno, l’intenzione
del cuore. Non prenderà, dunque, decisioni avventate, dettate dall’immediatezza,
ma ogni sua decisione sarà ben ponderata, frutto di un’attenta analisi. Proprio
per questo non prenderà decisioni per sentito dire, non di fiderà delle
opinioni comuni, di quello che si dice, ma lui stesso s’informerà e andrà
direttamente alle fonti delle notizie per rendere il suo giudizio veritiero. Il
suo giudizio, infatti, avrà due qualità specifiche: la giustizia e l’equità.
Entrambe queste qualità saranno visibili nei giudizi nei confronti dei miseri e
degli umili della terra, vale a dire i poveri. Questo è un aspetto importante
sul quale vale la pena riflettere. Già al tempo di Isaia si percepiva la
necessità di un giudizio equo nei confronti dei poveri, perché già a quel tempo
i poveri erano vittime inermi delle ingiustizie dei potenti di turno, dei
ricchi, che calpestano i diretti dei poveri, proprio perché non hanno i mezzi
per fasi rispettare.
Ebbene,
la prima funzione del futuro messia sarà proprio quella di esercitare una
giustizia equa nei confronti di coloro che nella terra sono stati sfruttati a
causa della loro condizione di povertà. Sappiamo molto bene che Gesù realizzerà
in pieno questa profezia al punto da farsi lui stesso povero con i poveri,
umile con gli umiliati della terra, per sentire sulla sua pelle il peso dell’umiliazione
e, in questo modo, saper esprimere un giudizio veramente equo e non basato sul
sentito dire e sull’immediatezza apparente (cfr. Fil 2,5-11).
Il lupo dimorerà insieme con l'agnello;
il leopardo si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un piccolo fanciullo li guiderà.
La mucca e l'orsa pascoleranno insieme;
i loro piccoli si sdraieranno insieme.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera;
il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso (Is
11).
Il
frutto della giustizia del futuro messia sarà l’armonia tra le differenze che
poteranno alla pace. Le otto coppie di opposti che convivono pacificamente sono
il segno dell’avvento del Messia. Nella sua umanità le tensioni vengono
stemprate, anzi trovano un significato. Nell’amore portato e vissuto dal
Signore, le differenze non sono più motivo di litigio, ma si armonizzano nella
comunione, quella di Isaia è una bellissima immagine poetica che indica il
cammino che la comunità cristiana è chiamata a realizzare: essere segno nel
mondo della presenza del Messia creando uno spazio umano in cui i poli opposti
si armonizzano. Ciò è possibile solamente accogliendo lo Spirito del Signore,
ascoltando la sua Parola e camminando nella direzione che essa indica.
Comunità
cristiane come spazio umano in cui le tensioni si stemperano, e tutti convivono
in armonia: è il sogno di Dio, che si è già realizzato nell’umanità di Gesù e
che lo Spirito Santo tenta di riprodurre nell’umanità delle comunità cristiane.
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