martedì 22 marzo 2022

ATTI DEGLI APOSTOLI 23-24



[Annotazioni]

 CAPITOLO 23

1-10: Discorso di Paolo al Sinedrio

Paolo appare come un giusto e fedele giudeo accusato ingiustamente da un giudaismo fanatico e diviso in se stesso.

Paolo si difende non per l’incidente avvenuto nel tempio, ma perché in quanto fariseo crede nella risurrezione.

Insegnamento di Luca: tra il cristianesimo e il giudaismo non vi sono divergenze maggiori di quelle che esistono già nel giudaismo ufficiale.

La differenza tra cristiani e farisei sta nel fatto che questi ultimi rifiutano Gesù come Cristo.

Anania: sommo sacerdote tra il 47/48. Insolente, irascibile, filoromano, fu ucciso assieme a suo fratello Ezechia all’inizio della guerra giudaica nel 66 da sicari zeloti.

6: Paolo provoca una spaccatura tra i presenti.

Sono fariseo: anche come cristiano Paolo rimane fedele alla tradizione giudaica. Probabilmente si tratta di un’interpretazione lucana, in quanto il Paolo storico avrebbe detto: ero fariseo.

 

11: l’apparizione notturna

Viene rammentato al lettore il cammino ideale della diffusione del Vangelo: da Gerusalemme a Roma. Paolo è chiamato a rendere testimonianza nel cuore dell’impero romano come in quello del giudaismo. Tutto fa parte di un disegno divino.

 

12-22: Complotto contro Paolo

Il fanatismo dei giudei li porta a fare un giuramento.

Sino a questo momento non si sa nulla della sorella e del nipote di Paolo: forse abitavano a Gerusalemme.

 

23-35: Trasferimento di Paolo a Cesarea

Sorprende la sproporzione dello schieramento militare: 470 soldati sui mille presenti a Gerusalemme. Luca vuole sottolineare la gravità del pericolo che minaccia Paolo.

 

 

 

CAPITOLO 24

1-9: Requisitoria di Tertullo

2-3: secondo la legge romana l’imputato viene chiamato davanti agli accusatori, ha il diritto di stare faccia a faccia con essi per un confronto.

Tertullo lusinga il procuratore con il riferimento all’ideologia romana della pace e del benessere. Poi trasferisce le accuse dal piano delle dispute religiose interne al giudaismo, al piano politico su cui la legge romana può intervenire. Pone il tema della pace in contrasto con il comportamento di Paolo.

5: Paolo viene definito come una peste, un essere pericoloso. Provoca sedizioni e turba, di conseguenza, la pax romana. L’accusa richiama alla mente quella mossa contro Gesù. Paolo è visto come il rappresentante della chiesa universale: capo dei Nazorei. Ciò corrisponde all’idea di Luca. Paolo viene accusato di essere a capo di un movimento sovversivo diffuso in tutto l’impero.

6. Paolo è accusato di profanare il tempio. È un’accusa di sfondo religioso ma anche politico perché Roma ha cura di proteggere i luoghi di culto.

 

10-21: la difesa di Paolo

Paolo si difende dall’accusa di sedizione. Una permanenza di dodici giorni è troppo breve per creare tumulto. In questo recente periodo tutte le mosse di Paolo essere controllate e confermate da testimoni.

14-15: Paolo serve lo stesso Dio dei padri che servono anche i suoi accusatori. Paolo crede nella Legge e ni profeti. Proprio dalle scritture nasce la speranza nella risurrezione, condivisa da quel giudaismo autentico del quale Paolo fa parte: i farisei. Di conseguenza riconoscersi cristiano significa essere un vero giudeo, perché il cristianesimo altro non è se non il compimento del vero giudaismo. Per questo Paolo contesta il titolo di setta che viene attribuito al cristianesimo: egli preferisce il termine Via, perché è un termine che ha risonanze bibliche (la via del Signore).

17: Luca menziona il motivo del viaggio di Paolo a Gerusalemme: l’elemosina per i poveri della comunità. Ciò significa che Luca era conoscenza di ciò, anche se non lo menziona mai.

18-19: siccome Paolo si trova nel tempio come purificato, non è stato lui a creare tumulti, ma i giudei quando sono andati a prenderlo.

 

22-27: Paolo in prigione sotto Felice

La decisione di non emettere una sentenza è considerata favorevole a Paolo: i suoi avversari non sono riusciti a farlo condannare e quindi, una prova indiretta della sua innocenza. Paolo, comunque, resta in prigione innocente solo perché l’autorità vuole compiacere i giudei e aspetta denaro.

La prigione non è un impedimento all’attività apostolica: Paolo si fa missionario e catecheta. L’attesa del giudizio lo costringe a una vita ascetica e moralmente impegnata. In qualunque situazione paolo è un esempio da imitare.

Il procuratore, anche se si dimostra interessato alla fede cristiana, è venale e corrotto.

Al contrario di Felice, Festo è considerato un funzionario integro.

22. Il procuratore sa che il cristianesimo non costituisce un pericolo pubblico e che la difesa di Paolo è vera.

 

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