giovedì 14 aprile 2022

GIOVEDI SANTO 2022

 



(Gv 13,1-15)

Paolo Cugini

 

Giovedì santo vuole dire Giovanni 13, quella pagina del Vangelo che ci fa tremare, impallidire, arrossire. Incontriamo Dio nell’umanità di Gesù. È questo che c’insegna il Vangelo e la chiesa.  Ciò significa che nel gesto di Gesù che lava i piedi ai suoi discepoli incontriamo Dio.

Che cosa significa quel gesto? È il maestro che lava i piedi del discepolo, il più grande che si abbassa nei confronti del più piccolo: questo è l’insegnamento di Gesù, questa è la sua umanità. Vuole dire che quando riproduciamo questo atteggiamento nella vita quotidiana incontriamo Dio, realizziamo la nostra umanità che è stata creata ad immagine di Dio, non di un Dio qualsiasi, ma del Dio che si è manifestato nell’umanità di Gesù. È un gesto di amore di Gesù verso i suoi discepoli. È quello che viene descritto all’inizio del brano: Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine (Gv 13,1). L’amore è un cammino di abbassamento nei confronti di chi si ama. Non c’è prova di forza, irrigidimento, ma abbassamento. Gesù avrebbe avuto tutte le ragioni del mondo per irrigidirsi con i suoi discepoli, ma non lo fa, perché non li vuole perdere. Gesù è venuto per salvare tutto e tutti, per questo continuamente si abbassa insegnandoci che nell’abbassamento c’è il mistero dell’amore che desidera guadagnare ad ogni costo qualcuno, per metterlo nelle mani del Padre. Vuoi bene a tuo figlio: abbassati, lavagli i piedi. Si meriterebbe due sberle: metti da parte i rancori, le rivendicazioni, le ripicche, ma conquistalo con l’amore: abbassati, lavagli i piedi. È la prova estrema dell’amore.

“Durante la cena, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto”.

 Il testo dice che l’azione di Gesù non è spontanea, ma pensata. Gesù sapendo. Che cosa sa Gesù, che cosa ha capito? Che il Padre gli aveva dato tutto nelle sue mani: che cosa significa quest’affermazione? Significa che Gesù non nasce imparato ma, essendo vero uomo, come tutti gli uomini e le donne impara, apprende, capisce. Nella narrazione di Giovanni sembra che Gesù abbia compreso la grandezza della sua identità nelle ultime ore della vita. Con questa comprensione di sé va nella stessa direzione in cui ha sempre portato la sua umanità, vale a dire non a servizio di un narcisismo esacerbato che non gli appartiene, ma in un cammino di amore verso le persone che incontra.

Ci sono sette verbi che descrivono l’azione di Gesù, che è un’azione che descrive il suo amore, come il suo amore prende forma nella concretezza della vita quotidiana. Ancora. Non sono azioni fatte a caso, ma che nascono da una comprensione. Dice, infatti, il testo: Gesù sapendo… C’è una presa di coscienza che provoca un’azione consapevole: quello che Gesù fa non è a caso, ma vuole comunicare qualcosa. Compie un gesto che comunica un contenuto. L’amore manifestato da Gesù propone sempre parole e azioni che vanno nella logica contraria delle ragioni umane, vanno nella direzione dell’amore che si fa servizio umile. È un gesto che va nella stesa logica delle parole che Gesù dice sulla croce nei confronti dei suoi aguzzini: Padre, perdono loro perché non sanno quello che fanno.

Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo. Il gesto di Gesù di lavare i piedi ai discepoli, oltre alle considerazioni fatte sopra, va inquadrato in quello che Gesù ha compreso, vale a dire il tradimento di Giuda e il rinnegamento di Pietro che, tra l’altro, sono tra i protagonisti di questo brano, nel senso che vengono citati. Ancora una volta, Gesù aveva tute le ragioni di mandare a quel paese quel gruppo di buoni a nulla dei suoi discepoli, ma compie un gesto che va nella direzione opposta delle sue ragioni. Gesù lava i piedi a coloro che sapeva che lo avrebbero tradito rinnegato. Il cammino di sequela al Signore non è basato sul successo umano, ma esclusivamente sull’amore del Padre. C’è uno sguardo d’amore tra Gesù e il Padre che filtra tutte le relazioni. Gesù ha imparato a non fondare le sue scelte sul successo umano: anche questo è un grande insegnamento.

Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!».

 C’è un altro aspetto interessante nella scena della lavanda dei piedi, messa in evidenza dall’atteggiamento di Pietro. Il discepolo non vuole che Gesù gli lavi i piedi. Come tradurre la resistenza di Pietro? È il simbolo della non accettazione che l’umanità di Gesù in questa sua manifestazione estrema, sia il ponte per incontrare Dio. L’atteggiamento di Pietro descrive la difficoltà che hanno tutti coloro che non riescono a liberarsi delle loro idee su Dio, quelle idee che riceviamo dalla tradizione, o che semplicemente ci vengono tramandate dal senso comune, che pensa Dio come qualcosa di totalmente altro dall’uomo, dal mondo e, di conseguenza, dev’essere riverito. Pietro è il simbolo di coloro che non accettano che sia Dio a riverire l’uomo, non accettano il Dio che si umilia, che si fa piccolo, perché non vogliono essere coinvolti in questo cammino di umiliazione: vogliono continuare a tenere le distanze, per poter fare quello che vogliono. Gesù, invece, ci lava i piedi per farci camminare con Lui, per aiutarci a capire che il senso profondo della vita non sta nel fare quello che si vuole, ma nel donarsi in modo gratuito e disinteressato. 

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