Appunti di Paolo Cugini
2,1-12: le nozze di Cana
Tre giorni dopo:
due giorni dopo i quattro precedenti. Ci troviamo quindi, al sesto giorno,
quello in cui fu creato l’uomo. La presenza di Gesù è l’ora, l’adesso in cui si
passa dal sesto al settimo giorno.
Ci fu uno sposalizio:
le nozze sono l’immagine più bella dell’alleanza tra Dio e il suo popolo.
Nella Bibbia l’unione
sponsale è il simbolo più alto dell’alleanza tra Dio e il suo popolo. Essa
stabilisce tra i due un rapporto di interesse e di cura, complicità e
appartenenza, con sentimenti di tenerezza e unione.
Cana:
qanàh- acquistare. Allusione al popolo che Dio si è acquistato (cfr. Es 15,16).
Maria,
in quanto madre, rappresenta il popolo di Dio dalla cui carne viene il messia. Maria
appare qui e ai piedi della croce.
Vino:
è l’immagine dell’amore tra sposo e sposa, tra creatore e creatura in cui si
compie la creazione e l’uomo passa dal sesto al settimo giorno.
Donna:
Gesù chiama la madre donna, che significa sposa.
Ciò che vi dirà fatelo:
la madre e i servi rappresentano il popolo che è disposto a mantenere l’alleanza.
Gesù è il profeta del quale Mosè ha detto: a lui darete ascolto (Dt 18,15). E poi:
il re disse a Giuseppe: ciò che vi dirà fatelo (Gen 41,55), procurerà il pane a
tutti; Gesù è il nuovo Giuseppe che procurerà il vino a tutti.
Il racconto sottolinea la
gratuità e la grandezza del dono. Interessante: non si nomina la sposa; lo
sposo appare indirettamente solo alla fine.
Nozze:
alleanza tra Dio e il popolo
Vino che viene a mancare:
l’amore dell’uomo che viene meno
Sei Giara di pietra per
la purificazione che sono vuote: alludono alla legge non
compiuta. Sei: allusione ai giorni della creazione. Gesù non è venuto ad abolire,
ma a compiere l’alleanza (M7 5,17).
Riempite le giare: le
giare erano vuote, come l’attesa del messia, come il comando dell’amore rimasto
incompiuto, come la sposa senza lo sposo.
È adesso
che si attinge.
Maestro di tavola:
rappresenta Israele e i suoi maestri e intenditori della promessa.
Acqua:
elemento primo della creazione. Vino bello, è segno del battesimo nello Spirito
e manifestazione del Signore.
Il brano è il
principio dei segni, ed è quindi una chiave di lettura per il contenuto
della prima parte del Vangelo.
Riflessione: Dal
racconto emerge la continuità dell’unica alleanza, insieme antica e nuova, come
il comando dell’amore (1 Gv 2,7s. si attinge infatti, il vino bello del Vangelo
dalle giare di pietra simbolo della legge mosaica. Quest’unica alleanza ha
valore universale. Il vino, infatti, viene dall’acqua, elemento primordiale
della creazione e fa la sua prima apparizione con Noè dopo il diluvio, e il
rinnovo dell’alleanza cosmica (cfr. Gen 9,20).
Il dramma di Israele,
erede della promessa e popolo dell’attesa, è lo stesso di ogni uomo: la
mancanza di vino. Dov’è l’amore, la gioia e la vita di cui siamo fatti e di cui
ci sentiamo defraudati? Con Gesù, Parola diventata carne, ognuno può gustare il
vino offerto in abbondanza. Con lui si realizza la benedizione promessa ad
Abramo e, in lui, tutte le genti (cf. Gen 12,2). Con questo segno Gesù non ha
guarito qualcuno da una malattia, come farà altrove; ci ha semplicemente
salvati da quel male sottile che distrugge la nostra umanità: la mancanza di
vino, l’assenza di amore e di gioia.
13-25: la purificazione
del tempio
È un gesto profetico in
due sensi. Il primo, è sulla linea dei profeti sempre critici verso le
istituzioni. In secondo luogo, è un gesto profetico sulla linea del profeta
geremia, che anticipa simbolicamente la missione di Gesù.
Gesù parla di distruzione
e ricostruzione: il vero santuario sarà il suo corpo, ucciso e risorto, dove si
adora il Padre in Spirito e verità (4,24). Il tempio sarà distrutto, ma non da
Gesù, ma dai capi, che distruggeranno il corpo di Gesù per mantenere il potere.
Questa visita di Gesù al tempio mette in crisi la nostra idea di Dio e di uomo.
Il tempio è identificato con il corpo di Gesù. La carne della parola è ormai
tenda di Dio in mezzo a noi. In Gesù il tempio raggiunge la realtà di cui è
segno: è cielo aperto sulla terra, visione della gloria e vita dell’uomo.
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