(Bar
5.1-9; Fil 1,4-11; Lc 3,1-6)
Paolo Cugini
Il tempo di avvento
possiede una propria spiritualità specifica, che va ricercata nei contenuti che
le letture ci offrono. C’è un cammino che ci viene proposto, durante il quale
siamo invitati a sgombrare il campo della nostra vita da ogni forma di religiosità
che non abbia come riferimento la Parola del Signore, per non correre il
rischio di credere in cose vane, in fantasie di uomini. Avvento, dunque, come
tempo di liberazione da tutto ciò che ostacola una comprensione più vera e
profonda del mistero di Dio, per una più autentica comprensione del senso della
vita, di ciò per cui valga davvero la pena di vivere. Avvento come tempo per
scegliere nuovamente il senso e la direzione di un cammino, per una vita piena
e felice e questo è possibile solamente se ci riprendiamo in mano il nostro presente.
Nell'anno quindicesimo
dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della
Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca
dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell'Abilène, sotto i sommi
sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa,
nel deserto.
La
grande domanda che pone il tempo di avvento nel nostro cammino alla luce delle
letture ascoltate, è la seguente: nel contesto storico, sociale e politico in
cui viviamo, è possibile vedere la salvezza di Dio operata da Gesù Cristo (cfr.
Lc 3,6)? Il primo passo da compiere per rispondere alla domanda, consiste nel
prendere coscienza del mondo in cui viviamo, della situazione storica, dei
meccanismi di potere che sono in atto, delle logiche di oppressione nelle quali
siamo spesso inconsapevolmente avvolti. Ci viene chiesto di passare da una vita
religiosa che ci porta a sacrificare il presente in vista di una promessa futura,
ad una consapevolezza sempre più nitida e autentica del nostro presente. C’è
una responsabilità a cui siamo chiamati come discepoli del Signore, ed è quella
che ci invita a renderci conto dove siamo, dove abitiamo, capire che cosa gira
intorno a noi. I primi versetti del Vangelo di Luca, che descrivono in modo
dettagliato il periodo storico che caratterizza la nascita di Gesù, ci vuole
dire proprio questo, vale a dire, che per riconoscere la presenza di Dio in
mezzo a noi occorre avere consapevolezza del tempo in cui viviamo, interessarsi
dei problemi politici e sociali, perché Gesù Cristo è il Signore della storia
che è venuto ad abitare in mezzo a noi.
com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa: «Voce
di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi
sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le
vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate.
Per
poter percepire la presenza del Signore in mezzo a noi, è importante conoscere
la situazione storica e sociale del tempo in cui viviamo, ma non basta: occorre
un paso successivo. Per vivere con consapevolezza del tempo presente bisogna
imparare a discernere tra le situazioni negative che possono portarci a
confondere e, invece, i cammini autentici, che ci fanno vivere bene. Lo dice
san paolo nella seconda lettura di oggi: “cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento,
perché possiate distinguere ciò che è meglio” (Fil 1,10). Tempo di avvento, dunque, è
il tempo in cui siamo chiamati a mettere in atto un discernimento dentro le
situazioni storiche e politiche nelle quali siamo immersi. Ciò significa, che
non possiamo permetterci di vivere alla giornata di andare avanti come abbiamo
sempre fatto, non curanti di ciò che ci circonda. L’attenzione è uno degli
atteggiamenti fondamentali che l’avvento ci stimola a ricercare e a chiedere
allo Spirito Santo, per sfuggire dai cammini della superficialità che sono
sempre in agguato.
Preparate la via del Signore.
Preparare
la via del Signore significa che, non solo il Signore viene per donarci la sua
vita, ma occorre mettere la nostra vita nelle condizioni di accoglierlo. Tempo
di Avvento è anche, dunque, un tempo in cui siamo invitati a liberare il campo della
nostra vita da tutte quelle situazioni ambigue, che non ci permettono di cogliere
la presenza del Signore. In questo percorso il profeta Baruc ci avverte che non
siamo soli, perché mentre noi siamo all’opera per preparare la via del Signore,
Dio ha deciso di
spianare ogni alta montagna e le rupi perenni, di colmare le valli livellando
il terreno, perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio (Bar 5).
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