martedì 18 novembre 2025

La Libertà che svela

 




Un invito dello Spirito a lasciarsi attraversare dalla libertà di Cristo

Paolo Cugini

 

 

Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!» (Lc 19,7).

Così parla lo Spirito: Leggi il Vangelo, o uomo, e ti colpirà la grande libertà di Colui che ha camminato sulle strade di Galilea e Giudea. Egli non si ferma dinanzi all’apparenza, non si piega al vento della mentalità corrente, non si lascia ingabbiare dai giudizi degli altri. Gesù fa il bene sempre e comunque, come il sole che splende su giusti e ingiusti. La sua libertà è come acqua che rompe gli argini della convenzione e dilaga dove il cuore è assetato.

Nel cammino di Cristo, la libertà diventa segno dirompente: rompe gli schemi e scioglie le catene delle abitudini. Non è la libertà apparente di chi si adatta al vento del pensiero dominante, né quella di chi si illude di essere padrone di sé rimanendo prigioniero delle opinioni altrui. Gesù è libero nella radice più profonda dell’essere: la sua libertà non divide, ma libera, non isola, ma avvicina. Egli attraversa i confini, come l’acqua che cerca terreni assetati, senza timore di bagnare terre giudicate sterili o indegne. Proprio questa libertà scandalizza chi vive di apparenze e rassicura chi ha sete di autenticità. Sappiate questo: Gesù sa quello che fa. Egli cerca l’uomo e la donna in difficoltà, non si accontenta delle folle, ma si china sull’unico che è caduto, sull’unica che piange. Egli cammina tra i margini, lì dove la società meritocratica e perbenista non osa guardare, e chiama a sé coloro che si sentono esclusi, feriti, dimenticati. Il suo agire è contrario alle aspettative umane, scandalizza i benpensanti, turba i custodi dell’ordine prestabilito. Il mormorare del mondo è eco di una vita chiusa nella paura, fatta di convenzioni e compromessi, dove la libertà viene svenduta per una tranquillità che sa di morte nell’anima.

Con Cristo, la compassione si fa atto concreto: non si perde nelle masse, ma si raccoglie nell’unico volto, nella storia spesso ignorata da chi cerca solo la sicurezza delle regole. I suoi passi sfiorano i margini, là dove la società non osa guardare. È qui che la Sua azione diventa rivoluzionaria, perché sovverte l’ordine delle priorità: per il Vangelo, nessuno è troppo lontano, troppo sporco, troppo debole per essere amato. I gesti di Gesù sono come lampi che squarciano la notte: una provocazione profonda, uno smascheramento del fallimento di una vita asfittica, chiusa nella falsità, incapace di accogliere il vento del disvelamento. Gesù è trasparenza piena, luce vera che entra nel buio delle tenebre, e le tenebre rivelano ciò che sono davvero. Lui non teme il biasimo del mondo, perché la sua verità non cerca consenso, ma risveglio.

Ogni gesto del Maestro è un invito a uscire dalla prigione delle apparenze. Come la luce che penetra nella stanza buia, la presenza di Gesù rivela ciò che c’è davvero: non per condannare, ma per liberare. È la verità che non si adagia sui compromessi, che non teme il giudizio. In questa trasparenza c’è la sfida più grande: accettare di lasciarsi guardare, di lasciarsi smascherare, perché solo la verità salva e dona respiro. Quando il Figlio dell’Uomo entra nella casa del peccatore, accade una rivelazione: agli occhi suoi siamo tutti sulla stessa barca, figli di una stessa fragilità. Le distinzioni che ci rassicurano sono solo veli tessuti dalla nostra paura; non sono il pensiero di Dio. C’è uno sguardo che Gesù ha portato sulla terra, uno sguardo che va oltre le convenzioni, che penetra la realtà delle cose e ne coglie l’essenza, non l’apparenza. Beato chi riceve questo sguardo, perché in lui si risveglia la verità che libera.

Nel volto di Cristo, ogni uomo scopre la sua umanità, senza sconti o illusioni. Sotto lo sguardo del Figlio dell’Uomo, cadono i veli delle differenze che ci rassicurano: tutti, davanti a Lui, siamo creature fragili e preziose. La vera rivoluzione del Vangelo è questa comunanza nella fragilità, questa fraternità che non si accontenta di rassicurazioni, ma osa la verità che libera. Non temere di essere diverso, di essere giudicato dal mondo. Lascia che la luce di Cristo entri nella tua oscurità, smascheri i compromessi, sciolga le false sicurezze. Sii libero come il vento, e segui la voce del Maestro che chiama ogni uomo, ogni donna, a uscire dalla morte dell’anima e ad entrare nella vita piena. “Dove c’è lo Spirito del Signore, lì c’è libertà”.

L’invito dello Spirito è chiaro come il cielo dopo la tempesta: non temere la diversità, non lasciarti incatenare dai sussurri del mondo. Sii, piuttosto, come il vento che attraversa i confini, che non ha paura di essere giudicato, che conosce la propria origine e la propria destinazione. Lascia che la libertà vera, che non si piega alla convenienza ma obbedisce solo all’amore, sia la tua luce. Là dove abita lo Spirito, ogni catena si spezza, e la vita rinasce nella pienezza. Chi trova la libertà in Cristo trova se stesso. Così, oggi, lo Spirito ancora parla, invitando ciascuno ad accogliere la vera libertà: quella che non teme la verità, che non si appoggia sulle apparenze, che osa amare senza misura. Che sia questa la via, che sia questa la nostra profezia.

 

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