Paolo Cugini
«Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga,
gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si
è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc
4,16s).
Come
fa, un uomo come Gesù, dal suo spessore spirituale e culturale, identificarsi
con un simile progetto? Quanta forza c’è nel percepire che la nostra grandezza
non è determinata da titoli, soldi, potere, ma dal modo in cui ci doniamo,
soprattutto nella relazione con i più poveri? Per vincere la pressione che la
pressione della proposta del mondo esercita implicitamente e anche consapevolmente
nella nostra coscienza, occorre essere arrivati ad un punto coscienza di sé così
grande da essere un’alternativa. È possibile essere persone differenti,
indipendentemente dai soldi e dai ruoli sociali: è questo il messaggio rivoluzionario
di Gesù.
C’è un cammino che può essere realizzato, che
ci conduce in una dimensione nuova, una consapevolezza autentica di sé stessi, perché
non la fa dipendere da cause esterne, ma dalla ricchezza che troviamo in noi
stessi. Questa è la grande sfida, la cui proposta si trova nel Vangelo, che
diventa proposta possibile per me oggi grazie all’azione dello Spirito Santo,
che lavora interiormente per mostrarci la verità di ciò che leggiamo nel
Vangelo.
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