sabato 8 ottobre 2022

GIOVANNI CAPITOLO 1

 


STUDIO BIBLICO 2022


Appunti di Paolo Cugini

 

Prologo: 1,1-18

Questa pagina è un atto d’amore nella totalità del mistero di Cristo. Probabilmente Gv ha elaborato un preesistente inno cristologico. Questo passo va letto in parallelo con il prologo della prima lettera di Gv.

1-5: in principio. Gesù come Figlio di Dio preesisteva a tutto ciò che esiste. Il Figlio di Dio, colui che è la Parola e la Luce, era già accanto all’uomo nella sua lotta contro il male, il peccato, ancor prima che venisse il Battista. Gv si fa profeta e preannuncia la vittoria finale di Gesù: è le tenebre non l’hanno sopraffatta.

6-8: del Battista viene detto chi era in relazione a Gesù e, quindi, il suo ruolo. Per l comunità cristiana il Battista venne come testimone, per dare Testimonianza alla luce. Non era la luce. Gesù lo definisce come una lampada ardente (5,35), un uomo che è luce per gli altri, ma è luce perché la riceve.

9-14: la Luce preesiste a quella di Giovanni. Questa luce ha tre significative presenze:

1.      Egli era nel mondo, quel mondo che fu fatto per mezzo di Lui. Il mondo non lo riconobbe: forse c’è un riferimento all’idolatria.

2.      Venne tra la sua gente. Riferimento chiaro alla storia della salvezza del popolo d’Israele. La Parola era presente in tutta la storia del Popolo. C’è un riferimento alla disobbedienza del popolo ebraico nei confronti della legge mosaica e per questo non sono capaci di accogliere Colui che è la Parola. Non tutto Israele ha rifiutato Cristo.

3.      Si fece uomo. La Parola assume la realtà del nostro essere umano e fa l’esperienza della nostra debolezza. Tenda: significa mobilità, la usa chi è in cammino. La tenda ricorda l’Esodo. C’è dunque, un nuovo Esodo che inizia. Gesù è il si di Dio a tutte le sue promesse. C’è il riferimento all’esperienza personale di Gv: abbiamo visto la sua gloria: cfr. 1 Gv, 1s.

15-18: nel Figlio Unigenito i credenti hanno la possibilità di conoscere veramente Dio. Se nela fede ascolteremo Gesù, egli ci farà veri figli di Dio. La linea della catechesi di Gv è quella della sua stessa esperienza: dalla contemplazione del Gesù uomo, a poco a poco, penetreremo nel mistero della sua divinità. Ci innalzeremo con Lui dalla terra al cielo.

Un uomo mandato da Dio 19-42

Primo giorno: 19-28: perché gli chiedono se è Elia? Perché una delle ultime profezie dell’AT (Ml 3,23) riguarda proprio il ritorno di Elia. Parlare del profeta in ceti ambienti, era come parlare del messia, per questo il Battista afferma che non è il Profeta. C’è una tradizione che afferma che il battesimo era prerogativa del Messia. Qui in Battista dice che il suo battesimo è preparazione dell’altro.

Secondo giorno: 29-34: come il popolo di Israele anche il Battista non conosce il messia già presente. Sapeva solo che l’avrebbe conosciuto battezzando (1,33). Solo nella narrazione di Gv sappiamo che il Battista: “vide”. Secondo Mc e Mt è Gesù che vede, mentre in Lc si tace. Siccome ha visto, il Battista può dare testimonianza.

Che cosa dice il Battista di Gesù? 5 affermazioni:

a.       È colui su cui si è posato ed è rimasto lo Spirito

b.      È colui che battezza con Spirito Santo: lo Spirito Santo che viene donato è una forza santificatrice e giudicante l’uomo. Nella prima comunità parlare di Spirito Santo significa parlare di colui che permette di dare testimonianza, perché lo Spirito fa nascere dall’alto o di nuovo. Lo Spirito Santo trasforma l’uomo, rendendolo idoneo per la missione.

c.       È l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo: cfr. Is 53, 7-12.

d.      È il Figlio di Dio: equivale a Messia

e.       È più grande di me perché era prima di me: Gesù non è solo colui che viene dopo il Battista, ma è anche e soprattutto colui che lo precede, in conformità con le idee del prologo.

Terzo giorno. 35-42: seguire è il verbo della vocazione, di coloro che intendono fare una scelta di vita: vogliono diventare discepoli del Signore. Chi cercate? La domanda indica una ricerca previa. Il Maestro non è colui che dà solamente delle nozioni, ma colui che insegna un modo di vivere. Per questo è fondamentale sapere dove abita.

Venite e vedrete: il vedere, il constatare è una prerogativa del discepolo (cfr. 1 Gv 1,1).

Andrea: è il primo annunciatore del Messia. Andre ha cercato, ha visto, ha trovato cioè capito chi è Gesù e, per questo, lo annuncia.

Quarto giorno. 43-51: per la prima volta risuona l’imperativo: seguimi! È Gesù che sceglie e chiama. Per convincersi che Gesù è il Messia non bastano le scritture: occorre la visione. Per questo Filippo dice a Natanaele: vieni e vedi.

La comunità cristiana del tempo di Gv ha capito che Gesù è il tempio di Dio. Il compimento delle Scritture va oltre il previsto. La realtà supera sempre le promesse.

 

Nessun commento:

Posta un commento