STUDIO BIBLICO 2022
Appunti di Paolo Cugini
Prologo: 1,1-18
Questa pagina è un atto
d’amore nella totalità del mistero di Cristo. Probabilmente Gv ha elaborato un
preesistente inno cristologico. Questo passo va letto in parallelo con il
prologo della prima lettera di Gv.
1-5:
in principio. Gesù come Figlio di Dio preesisteva a tutto ciò che esiste. Il
Figlio di Dio, colui che è la Parola e la Luce, era già accanto all’uomo nella
sua lotta contro il male, il peccato, ancor prima che venisse il Battista. Gv
si fa profeta e preannuncia la vittoria finale di Gesù: è le tenebre non
l’hanno sopraffatta.
6-8:
del Battista viene detto chi era in relazione a Gesù e, quindi, il suo ruolo.
Per l comunità cristiana il Battista venne come testimone, per dare
Testimonianza alla luce. Non era la luce. Gesù lo definisce come una lampada
ardente (5,35), un uomo che è luce per gli altri, ma è luce perché la riceve.
9-14:
la Luce preesiste a quella di Giovanni. Questa luce ha tre significative
presenze:
1.
Egli era nel mondo, quel mondo che fu
fatto per mezzo di Lui. Il mondo non lo riconobbe: forse c’è un riferimento
all’idolatria.
2.
Venne tra la sua gente. Riferimento chiaro
alla storia della salvezza del popolo d’Israele. La Parola era presente in
tutta la storia del Popolo. C’è un riferimento alla disobbedienza del popolo
ebraico nei confronti della legge mosaica e per questo non sono capaci di
accogliere Colui che è la Parola. Non tutto Israele ha rifiutato Cristo.
3.
Si fece uomo. La Parola assume la realtà
del nostro essere umano e fa l’esperienza della nostra debolezza. Tenda:
significa mobilità, la usa chi è in cammino. La tenda ricorda l’Esodo. C’è
dunque, un nuovo Esodo che inizia. Gesù è il si di Dio a tutte le sue promesse.
C’è il riferimento all’esperienza personale di Gv: abbiamo visto la sua gloria:
cfr. 1 Gv, 1s.
15-18:
nel Figlio Unigenito i credenti hanno la possibilità di conoscere veramente
Dio. Se nela fede ascolteremo Gesù, egli ci farà veri figli di Dio. La linea
della catechesi di Gv è quella della sua stessa esperienza: dalla
contemplazione del Gesù uomo, a poco a poco, penetreremo nel mistero della sua
divinità. Ci innalzeremo con Lui dalla terra al cielo.
Un uomo mandato da Dio
19-42
Primo giorno: 19-28: perché
gli chiedono se è Elia? Perché una delle ultime profezie dell’AT (Ml 3,23)
riguarda proprio il ritorno di Elia. Parlare del profeta in ceti ambienti, era
come parlare del messia, per questo il Battista afferma che non è il Profeta. C’è
una tradizione che afferma che il battesimo era prerogativa del Messia. Qui in
Battista dice che il suo battesimo è preparazione dell’altro.
Secondo giorno: 29-34:
come il popolo di Israele anche il Battista non conosce il messia già presente.
Sapeva solo che l’avrebbe conosciuto battezzando (1,33). Solo nella narrazione
di Gv sappiamo che il Battista: “vide”. Secondo Mc e Mt è Gesù che vede, mentre
in Lc si tace. Siccome ha visto, il Battista può dare testimonianza.
Che cosa dice il Battista
di Gesù? 5 affermazioni:
a.
È colui su cui si è posato ed è rimasto lo
Spirito
b.
È colui che battezza con Spirito Santo: lo
Spirito Santo che viene donato è una forza santificatrice e giudicante l’uomo. Nella
prima comunità parlare di Spirito Santo significa parlare di colui che permette
di dare testimonianza, perché lo Spirito fa nascere dall’alto o di nuovo. Lo
Spirito Santo trasforma l’uomo, rendendolo idoneo per la missione.
c.
È l’Agnello di Dio che toglie il peccato
del mondo: cfr. Is 53, 7-12.
d.
È il Figlio di Dio: equivale a Messia
e.
È più grande di me perché era prima di me:
Gesù non è solo colui che viene dopo il Battista, ma è anche e soprattutto
colui che lo precede, in conformità con le idee del prologo.
Terzo giorno. 35-42:
seguire è il verbo della vocazione, di coloro che intendono fare una scelta di
vita: vogliono diventare discepoli del Signore. Chi cercate? La domanda indica
una ricerca previa. Il Maestro non è colui che dà solamente delle nozioni, ma
colui che insegna un modo di vivere. Per questo è fondamentale sapere dove abita.
Venite e vedrete: il
vedere, il constatare è una prerogativa del discepolo (cfr. 1 Gv 1,1).
Andrea: è il primo
annunciatore del Messia. Andre ha cercato, ha visto, ha trovato cioè capito chi
è Gesù e, per questo, lo annuncia.
Quarto giorno. 43-51:
per la prima volta risuona l’imperativo: seguimi! È Gesù che sceglie e chiama.
Per convincersi che Gesù è il Messia non bastano le scritture: occorre la
visione. Per questo Filippo dice a Natanaele: vieni e vedi.
La comunità cristiana del
tempo di Gv ha capito che Gesù è il tempio di Dio. Il compimento delle
Scritture va oltre il previsto. La realtà supera sempre le promesse.
Nessun commento:
Posta un commento