martedì 16 novembre 2021

ATTI DEGLI APOSTOLI CAPITOLI 6-7

 

 


 (annotazioni)

Capitolo 6

 

1-6:  Per la prima volta Luca c’informa di due gruppi di cristiani nella Chiesa di Gerusalemme: ebrei ed ellenisti.

Ebrei: giudeo cristiani della Palestina, che abitavano a Gerusalemme e parlavano aramaico.

Ellenisti: israeliti divenuti cristiani, ma originari della diaspora.

Sembra certo che il gruppo di Stefano muovesse serie critiche alla Legge di Mosè e dimostrasse una certa libertà nei suoi confronti.

Le vedove sono trascurate: c’era un aiuto caritativo gestito dagli ebrei.

Nel brano ritroviamo preoccupazioni e insegnamenti cari a Luca:

1.      La premura della comunità per i membri più bisognosi.

2.      Ruolo centrale dei Dodici come custodi dell’unità.

3.      Diffusione della Parola fuori dalle mura di Gerusalemme.

I sette prescelti hanno tutti un nome greco e non svolgono il ministero per il quale sono istituiti (cfr. Stefano e Filippo). I sette in realtà sembrano i responsabili del gruppo ellenista della chiesa di Gerusalemme e svolgeranno una funzione parallela a quella dei Dodici.

Probabilmente siamo dinanzi ad una tensione all’interno della chiesa.

Alla cerchia di Stefano si deve l’inizio della missione verso gli eretici samaritani e verso gli stessi pagani, con la progressiva libertà dalla Legge. Grazie agli ellenisti la Chiesa prende coscienza della propria autonomia religiosa nei confronti del giudaismo. Essi sono l’anello di congiunzione tra il Vangelo dei Dodici e quello annunciato da paolo.

v.7: riappare il tema dell’annuncio.

I nuovi convertiti non provengono dall’aristocrazia sacerdotale, ma fanno parte dei numerosi sacerdoti comuni, spesso di condizione povera.

8-15: ogni volta la persecuzione produce come effetto una predicazione più intensa e una crescita numerica della comunità di Gerusalemme.

A Luca si deve il parallelismo fra la morte di Gesù e quella di Stefano.

Nb: l’impotenza degli avversari suscita la loro violenza. Stefano trionfa sul piano della verità.

Attraverso Stefano Luca informa il lettore sulla sua posizione riguardo al tempio.

Al v. 9 Luca parla di 5 gruppi:

1.      Liberati: discendenti dei giudei fatti prigionieri da Pomepa nel 63 d.C., condotti a Roma e poi liberati.

2.      Giudei provenienti da Cirene (Libia)

3.      A Gerusalemme c’è una sinagoga degli Alessandrini (Egitto)

4.      I due ultimi gruppi provengono da provincie dell’attuale Turchia: la Cilicia, dove si trova Tarso e l’Asia che Luca intende la provincia di Efeso.

 

10: il lettore sa che dove c’è lo Spirito c’è la Verità.

12: per la prima volta negli Atti il popolo si dimostra ostile nei confronti dei Dodici e, in modo particolare, di Stefano.

Capitolo 7

Il tempio simbolizza per eccellenza la presenza di JHWH in mezzo al suo popolo e, quindi, l’identità del popolo d’Israele dentro le proprie frontiere. La distruzione del tempio diventa il segno che Dio non abita in una casa fatta di pietre, segno del superamento del giudaismo come entità chiusa in se stessa. Indirettamente Luca vede nella distruzione del tempio di Gerusalemme la conferma della legittimità della missione universale della chiesa.

8. come la terra e il tempio, anche la circoncisione, benché rito transitorio, è vista da Luca in modo positivo. Il male sta nell’incirconcisione del cuore.

11-13: la discendenza di Abramo finì in Egitto.

17-43: Mosè incarna il compimento della promessa fatta ad Abramo ed apre una nuova promessa, rimanda ad un altro, a Gesù e lo prefigura già con la sua missione e con il suo destino.

Il discorso di Stefano termina non con un appello alla conversione, ma con una durissima accusa contro i giudei del sinedrio.  

Con il discorso di Pietro a Pentecoste si apriva la speranza nella conversione dei giudei; con il discorso di Stefano tale speranza si spegne.

Nel discorso di Stefano c’è una presa di coscienza: le generazioni si rassomigliano nella disobbedienza e durezza di cuore. Luca mette in luce il legame tra l’Israele del passato e quello del presente e, in questo modo, prende decisamente le distanze nei confronti del giudaismo contemporaneo.

 

54-8,1: Come Stefano il credente è invitato ad affidare la propria vita e la propria morte a Cristo e a pregarlo per ottenere il perdono degli avversari, chiedendo così di vivere fino in fondo l’amore ai nemici.

 

 

Nessun commento:

Posta un commento