(annotazioni)
Capitolo 6
1-6: Per la prima volta Luca c’informa di due
gruppi di cristiani nella Chiesa di Gerusalemme: ebrei ed ellenisti.
Ebrei: giudeo cristiani
della Palestina, che abitavano a Gerusalemme e parlavano aramaico.
Ellenisti: israeliti
divenuti cristiani, ma originari della diaspora.
Sembra certo che il
gruppo di Stefano muovesse serie critiche alla Legge di Mosè e dimostrasse una
certa libertà nei suoi confronti.
Le vedove sono
trascurate: c’era un aiuto caritativo gestito dagli ebrei.
Nel brano ritroviamo
preoccupazioni e insegnamenti cari a Luca:
1.
La premura della comunità per i membri più
bisognosi.
2.
Ruolo centrale dei Dodici come custodi
dell’unità.
3.
Diffusione della Parola fuori dalle mura
di Gerusalemme.
I sette prescelti hanno
tutti un nome greco e non svolgono il ministero per il quale sono istituiti
(cfr. Stefano e Filippo). I sette in realtà sembrano i responsabili del gruppo
ellenista della chiesa di Gerusalemme e svolgeranno una funzione parallela a
quella dei Dodici.
Probabilmente siamo
dinanzi ad una tensione all’interno della chiesa.
Alla cerchia di Stefano
si deve l’inizio della missione verso gli eretici samaritani e verso gli stessi
pagani, con la progressiva libertà dalla Legge. Grazie agli ellenisti la Chiesa
prende coscienza della propria autonomia religiosa nei confronti del giudaismo.
Essi sono l’anello di congiunzione tra il Vangelo dei Dodici e quello
annunciato da paolo.
v.7: riappare il tema
dell’annuncio.
I nuovi convertiti non provengono
dall’aristocrazia sacerdotale, ma fanno parte dei numerosi sacerdoti comuni,
spesso di condizione povera.
8-15: ogni volta la
persecuzione produce come effetto una predicazione più intensa e una crescita
numerica della comunità di Gerusalemme.
A Luca si deve il
parallelismo fra la morte di Gesù e quella di Stefano.
Nb: l’impotenza degli
avversari suscita la loro violenza. Stefano trionfa sul piano della verità.
Attraverso Stefano Luca
informa il lettore sulla sua posizione riguardo al tempio.
Al v. 9 Luca parla di 5
gruppi:
1.
Liberati: discendenti dei giudei fatti
prigionieri da Pomepa nel 63 d.C., condotti a Roma e poi liberati.
2.
Giudei provenienti da Cirene (Libia)
3.
A Gerusalemme c’è una sinagoga degli
Alessandrini (Egitto)
4.
I due ultimi gruppi provengono da
provincie dell’attuale Turchia: la Cilicia, dove si trova Tarso e l’Asia che
Luca intende la provincia di Efeso.
10: il lettore sa che
dove c’è lo Spirito c’è la Verità.
12: per la prima volta
negli Atti il popolo si dimostra ostile nei confronti dei Dodici e, in modo
particolare, di Stefano.
Capitolo 7
Il tempio simbolizza per
eccellenza la presenza di JHWH in mezzo al suo popolo e, quindi, l’identità del
popolo d’Israele dentro le proprie frontiere. La distruzione del tempio diventa
il segno che Dio non abita in una casa fatta di pietre, segno del superamento
del giudaismo come entità chiusa in se stessa. Indirettamente Luca vede nella
distruzione del tempio di Gerusalemme la conferma della legittimità della missione
universale della chiesa.
8. come la terra e il
tempio, anche la circoncisione, benché rito transitorio, è vista da Luca in
modo positivo. Il male sta nell’incirconcisione del cuore.
11-13: la discendenza di
Abramo finì in Egitto.
17-43: Mosè incarna il
compimento della promessa fatta ad Abramo ed apre una nuova promessa, rimanda
ad un altro, a Gesù e lo prefigura già con la sua missione e con il suo
destino.
Il discorso di Stefano
termina non con un appello alla conversione, ma con una durissima accusa contro
i giudei del sinedrio.
Con il discorso di Pietro
a Pentecoste si apriva la speranza nella conversione dei giudei; con il
discorso di Stefano tale speranza si spegne.
Nel discorso di Stefano c’è
una presa di coscienza: le generazioni si rassomigliano nella disobbedienza e
durezza di cuore. Luca mette in luce il legame tra l’Israele del passato e
quello del presente e, in questo modo, prende decisamente le distanze nei
confronti del giudaismo contemporaneo.
54-8,1: Come Stefano il
credente è invitato ad affidare la propria vita e la propria morte a Cristo e a
pregarlo per ottenere il perdono degli avversari, chiedendo così di vivere fino
in fondo l’amore ai nemici.
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