lunedì 18 settembre 2023

TRA MERITO E FEDE

 



 

 

Paolo Cugini

 

 Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità (1 Tim 2,4). Incarnare questa volontà di Dio, trasformarla in progetto personale e comunitario. Sognare comunità cristiane che si organizzano per divenire spazio umano per tutti e tutte, senza esclusione di nessuno, senza mettere dei paletti o delle norme per farne parte. “Che tutti gli uomini siano salvi” significa che il desiderio di Dio che si è manifestato nella vita pubblica di Gesù è che nessuno sia escluso. Fa tanta paura questa volontà di Dio perché esprime la sua bontà, la sua gratuità che si scontra con la logica della religione del merito, che produce comunità fatta esclusivamente per coloro che si sentono i migliori, coloro che hanno le carte in regola per meritarsi la salvezza.

Ascoltare queste parole dell’autore della prima lettera a Timoteo, che riprende le parole di Gesù e, soprattutto, il su stile accogliente e includente, aiuta ad orientare lo spirito nella direzione di quella nuova umanità sognata da Dio e manifestata da suo Figlio: Gesù il Cristo.

Egli merita che tu gli conceda quello che chiede… Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!» (Lc 7,1s). C’è un duplice sguardo nella storia narrata dall’evangelista Luca, un duplice e contrastante modo di vedere le cose, di ponderarle. C’è, in primo luogo, il modo di vedere religioso che guarda il merito, seguendo la logica di colui che guarda il rapporto con Dio non a partire da Dio, ma dalle proprie capacità, da quello che può e riesce a fare per conquistarsi la salvezza. Dall’altra parte c’è lo sguardo di Gesù, che non guarda i meriti, lo sforzo esterno, ma diretto al cuore, alla coscienza della persona e ne coglie l’intenzione, la fede. Sguardi diversi che producono cammini diversi. Il primo, quello del merito, provoca il cammino dell’autosufficienza che sfocia nell’arroganza di colui che pensa di meritarsi qualcosa da Dio.

 L’altro cammino, quello generato dall’accoglienza umile del dono di Dio, provoca il cammino della donazione gratuita di sé, ben visibile nella vita di Gesù. È su questo cammino che siamo invitati ogni giorno ad entrare, per uscire dalla logica dell’autosufficienza, della fare le cose per sé, per entrare nella logica del dono che ci conduce a vivere per il Signore e per i fratelli e le sorelle.

 

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