XXVII
DOMENICA TEMPO COMUNE
Is
5,1-7; Sal 79; Fil 4,6-9; Mt 21,33-43
Paolo
Cugini
Anche
la parabola di oggi ha come protagonisti negativi i capi dei sacerdoti e
agli anziani del popolo. Non si placa, dunque, la polemica durissima di
Gesù nei confronti delle guide religiose del popolo d’Israele: come mai? La
domanda è lecita anche perché, come ho anticipato domenica scorsa, la polemica
si concluderà solamente al capitolo 23 con parole ancora più dure. Gesù vuole
fare di tutto per smascherare davanti al popolo coloro ai quali era stata
affidata la guida religiosa, ma che invece, hanno utilizzato il loro ruolo per
fini personali, per convenienza, abbandonando il popolo a loro stessi. Sono
come dei mercenari senza scrupoli che, invece di avvicinare il popolo a Dio, lo
allontanano, perché hanno sostituito la Parola di Dio con le loro tradizioni
(Mc 7, 7-9). Era necessario che emergesse la verità, anche a costo di pagare un
prezzo carissimo: la propria vita. Gesù è morto per mostrarci la verità delle
cose, quella verità che gli uomini religiosi hanno nascosto, perché accettarla
significava cambiare vita. Chi è attaccato al potere, chi ha fatto della
propria vita una ricerca costante della convenienza, non è disposto a cambiare
pelle.
Ascoltate
un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una
vigna. L’immagine della vigna la troviamo spesso nella Scrittura.
Non a caso nella prima lettura abbiamo ascoltato l’inizio del capitolo 5 di
Isaia, che riporta un cantico che ha come protagonista la vigna. Il tema della
parabola non riguarda il frutto della vigna, ma di come è gestita da coloro a
cui è stata affidata dal padrone. È una metafora della storia o, meglio, una
teologia della storia che narra il rapporto del popolo d’Israele con quel
Mistero percepito negli eventi storici e chiamato con vari nomi: El, JHWH,
Eloim. I contadini della parabola sono i capi religiosi del popolo, che durante
i secoli si sono messi la posto di Dio e hanno trattato male e anche ucciso
tutti coloro che Dio inviava per orientare il popolo. La storia del profetismo
in Israele non può che confermare le parole di Gesù. Emblematica, fara tutte, è
la storia del profeta Geremia, chiamato per allertare il popolo dell’imminente
distruzione di Gerusalemme e del suo tempio, fu insultato, maltrattato e
torturato proprio da coloro, i capi religiosi, che per primi avrebbero dovuto
ascoltare la sua Parola per salvare il popolo d’Israele dalla distruzione.
La
pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo
è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? La
storia che Dio costruisce non passa per i palazzi dei re e per le strade
principali. Sono logiche diverse quelle che Dio utilizza. Del resto, lo abbiamo
ascoltato anche recentemente che: i
miei pensieri non sono i vostri pensieri (Is 55, 8). Ciò che i capi religiosi stanno clamorosamente scartando, vale
a dire Gesù Cristo, sarà la pietra di scarto utilizzata da Dio per costruire il
regno dei cieli. È l’uomo che i capi religiosi hanno scartato e crocefisso perché
ritenuto un impostore, che Dio porrà come pietra che regge tutta la Chiesa.
Sono i crocefissi, gli scartati dal mondo delle logiche di potere, che Dio
utilizza per costruire il suo Regno. È con i poveri, i rifugiati, le donne maltrattate,
le persone omosessuali che Dio costruisce la sua Chiesa. Perché la vigna è sua
e ne fa quel che vuole. La chiesa non è un edificio, ma uno stile di vita,
anche perché, come ha annunciato Gesù nel dialogo con la samaritana, è giunto
il giorno in cui: né su questo monte né a Gerusalemme
adorerete il Padre… viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori
adoreranno il Padre in spirito e verità (Gv 4, 21-23). È questa
la realtà nuova che Gesù è venuto ad inaugurare e tutti coloro che hanno trascorso
la vita nell’inganno, nella ricerca costante del proprio interesse, a curare l’apparenza,
avranno perso di vista il vero senso della storia, che passa attraverso ciò che
ogni giorno i potenti del mondo scartano. C’è una forza d’amore dentro la
storia che Gesù ha immesso grazie alla sua vita totalmente donata gratuitamente
e che ora vien a noi attraverso il suo Spirito. Ed è proprio questo Spirito d’amore
che soffia nelle anime di coloro che l’accolgono per continuare a costruire il
Regno di Dio, la civiltà dell’amore tutta protesa a dare dignità ai crocefissi
della storia, alle pietre che il mondo scarta.
Udite
queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di
loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo
considerava un profeta. Questi versetti finali della parabola
ascoltata oggi la liturgia li ha ommessi. È strano questo taglio, perché sono
la chiave di lettura del brano in prospettiva futura. Dinanzi alle parole
lucide e chiare di Gesù i capi dei sacerdoti e i farisei, che capiscono molto
bene che Gesù aveva parlato di loro, non si battono il petto ed iniziano un
percorso di cambiamento, ma cercano di catturarlo. Questi versetti sono per
noi. Cosa facciamo dinanzi alla parola di Gesù, che atteggiamento abbiamo? Il cammino
che la liturgia ci propone è quello di conformare la nostra vita a quella del Signore
(Gal 4,19). Ciò richiede umiltà, disponibilità all’ascolto, capacità di mettersi
in gioco.
Non
angustiatevi per nulla, ma In ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre
richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che
supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo
Gesù (Fil 4,6-7).
Stare
davanti al Signore con la disponibilità a fare spazio a Lui e alla sua Parola
per lasciarsi docilmente condurre nel suo cammino di giustizia e di amore: è
questo il senso della nostra presenza nell’eucaristia, attraverso la quale Gesù
viene dentro di noi per donarci la sua pace.
Existem pessoas raras que na humildade descrevem um Cristo autêntico,sem denominação religiosa, isso é um evangelho rel que ainda não chegou a tal humanização, jamais terá conhecimento dos mistérios de Deus revelando em Jesus Cristo escolheu os marginalizados pela ação do Espírito Santo... feliz colocação Padre Paolo
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