Paolo Cugini
Così
avveniva ogni anno: mentre saliva alla casa del Signore, quella la mortificava;
allora Anna si metteva a piangere e non voleva mangiare (1
Sam 1,7). Anna può essere presa come simbolo di coloro che soffrono per essere
nata in una condizione non scelta, che provoca la domanda: perché io, perché proprio
a me? Non solo c’è sofferenza per una condizione di vita non voluta, ma anche
per l’umiliazione prodotta dai vicini e parenti prossimi. Qui c’è l’altro
grande enigma sulla malvagità umana. C’è molto male nel mondo.
C’è una malvagità che si scatena soprattutto
sui più indifesi, sulle persone più fragili della società. Invece di essere
consolata per il dramma che porta con sé, Anna viene umiliata proprio sul
problema che vive, che in questo modo viene ampliato: perché? C’è tutta un’umanità
che si comporta come gli avvoltoi, che si cibano di prede deboli, moribonde. Ne
caso di Anna, si può dire che Dio ascolta il grido dei poveri. C’è dentro lo storia
un principio di uguaglianza che è come se ascoltasse nella coscienza del mondo
e interviene per sanare la ferite. Questo principio di uguaglianza lo ha
conficcato Cristo dentro la storia, con la sua vita, la sua compassione per gli
afflitti, con il suo amore portato sino alle estreme conseguenze.
Accogliere
lo Spirito del Signore, che manifestava compassione nei confronti di situazioni
come quelle vissute da Anna, significa permettere allo Spirito di trasformare
il cuore, affinché diventi sensibile al dolore dei poveri, alle umiliazioni inflitte
dalla malvagità umana. Consolare gli afflitti: è questa una grande missione che
il Vangelo stimola e che lo Spirito Santo suggerisce alle anime attente a Lui.
Abitare le sofferenze umane, le afflizioni, le umiliazioni per portare
consolazione, comprensione: è questa la grande missione che il Vangelo
suggerisce. Pregare, in questa prospettiva, significa cercare la sintonia con
il cuore di Dio, con il soffio del suo Spirito, con la voce del Verbo, che crea
relazioni empatiche con chi soffre, con chi è umiliato. La preghiera fa spazio
nell’anima affinché crescano i tratti dell’umanità di Gesù, la sua sensibilità
con i poveri, la sua attenzione nei confronti di chi era turbato, la sua
compassione nei confronti di chi era umiliato.