CIRCOLI
BIBLICI DI QUARESIMA
PRIMO
CIRCOLO BIBLICO- PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA
Lunedì
20 febbraio 2023
Prima Lettura Gn
2, 7-9; 3, 1-7
Il
Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un
alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un
giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore
Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni
da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della
conoscenza del bene e del male. Il serpente era il più astuto di tutti gli
animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha
detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna
al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma
del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete
mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse
alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne
mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene
e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole
agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne
mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò.
Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi;
intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Commento
È
il classico brano da non leggere alla lettera in modo fondamentalista, così
come ci ha ricordato il Concilio Vaticano II. È una narrazione che, per
esprimere un contenuto significativo, utilizza il materiale che aveva a disposizione
tremila anni fa. Di conseguenza è un brano che va interpretato. La domanda che
apre il significato del brano è la seguente: che cosa ci comunica questa
narrazione? Qual è la verità che contiene? Il brano descrive la debolezza della
condizione umana, la sua fragilità, la fatica che facciamo ad abitare le nostre
scelte. Viene descritta la dinamica della trasgressione. La tentazione si
presenta nella nostra vita mettendo in dubbio ciò che abbiamo scelto: Ma il
serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Uomo e donna sono il
simbolo dell’umanità, non di due persone specifiche. Tentazione: voler essere
ciò che non siamo. Insoddisfazione per ciò che siamo e viviamo. Il cammino
spirituale ci porta ad attualizzare le nostre scelte per imparare ad apprezzare
ciò che viviamo ed uscire, in questo modo, dai cammini della frustrazione che
generano insoddisfazione. L’accento del brano è sulla fragilità della
condizione umana e sulla possibilità di sviare dal cammino intrapreso. Altro
tema: la caduta di uno, può provocare la caduta di chi ci è vicino.
Obiettivo:
durante il tempo di quaresima dovremmo impegnarci a
mettere a punto la nostra vita spirituale, la meditazione giornaliera del
Vangelo, per rafforzarci sulle nostre scelte fatte.
Domanda:
come possiamo aiutarci nel nostro cammino di fede? Che
cosa possiamo fare quando vediamo un nostro fratello o sorella in difficoltà
nella fedeltà alle scelte assunte?
Salmo
Responsoriale Dal Salmo 50
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.
Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.
Seconda Lettura Rm 5, 12-19 (forma breve: Rm 5, 12.17-19)
[ Fratelli,
come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato,
la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno
peccato.... ]
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non
può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè
anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di
Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo
tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del
solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del
dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio, infatti,
viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte
cadute, ed è per la giustificazione. [ Infatti se per la caduta di
uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che
ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella
vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si è
riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno
solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti,
come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti
peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti
giusti. ]
Commento
Gesù
è il nuovo Adamo. Secondo san Paolo non c’è paragone tra il peccato di Adamo e
il dono di vita portato da Gesù. Infatti, dice Paolo, il dono di grazia non
è come la caduta. Questo brano di Paolo insegna a non perdere troppo tempo
ad arrovellarci sui nostri peccati e le nostre debolezze, ma a concentrarci
sull’amore di Dio, che è venuto e viene continuamente a noi attraverso Gesù
Cristo.
Obiettivo: imparare a fissare lo sguardo su Gesù, il suo amore
e la sua proposta di vita e smettere di piangersi addosso.
Domanda: è possibile uscire dalla logica del piangersi
addosso?
Vangelo Mt 4, 1-11
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere
tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla
fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di
Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non
di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora
il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e
gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi
angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché
il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto
anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo
portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro
gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi,
mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto infatti:
“Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo
lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Commento
Il Vangelo ascoltato ci
dice un dato fondamentale: la tentazione è parte costitutiva della condizione
umana. La tentazione non è peccato. È quando cediamo alla tentazione che ci
indeboliamo, uscendo dall’orizzonte di vita scelto. Il brano ci mostra i punti
dove siamo più fragili e in cui diventa possibile indebolirci. In primo luogo,
gli istinti, simboleggiati dal pane, che indica la fame e tutti gli appetiti
istintuali. In secondo luogo, la religione, la possibilità di piegare Dio ai
nostri interessi. Questa tentazione è favorita dalla logica del merito, dei
fioretti, dalla presunzione di guadagnarci la salvezza con le nostre forze. Il
teologo Karl Barth diceva che questa tentazione rivela la massima forma di
ateismo, perché pretendiamo di salvarci da soli. L’ultima tentazione è il
potere. È una tentazione tipica della fragilità umana che cerca di imporsi
sugli altri per nascondere le proprie debolezze. Questo brano ci mostra che la nostra umanità è attrezzata per non cadere. Gesù, infatti, è uomo come noi che non cede alle tentazioni. Per questo diventa importante imparare il suo segreto. Come fa Gesù a non cedere alle tentazioni? Quando cediamo alle tentazioni perdiamo un sacco di tempo.
Domande:
a.
in che modo, secondo noi, si possono
vincere queste tentazioni?
b.
Abbiamo colto l’importanza di questo
percorso che ci attende nel tempo di quaresima?
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