lunedì 6 febbraio 2023

PRIMO CIRCOLO BIBLICO DI QUARESIMA 2023

 




CIRCOLI BIBLICI DI QUARESIMA

PRIMO CIRCOLO BIBLICO- PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA

Lunedì 20 febbraio 2023

 

Prima Lettura  Gn 2, 7-9; 3, 1-7


Il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.

Commento

È il classico brano da non leggere alla lettera in modo fondamentalista, così come ci ha ricordato il Concilio Vaticano II. È una narrazione che, per esprimere un contenuto significativo, utilizza il materiale che aveva a disposizione tremila anni fa. Di conseguenza è un brano che va interpretato. La domanda che apre il significato del brano è la seguente: che cosa ci comunica questa narrazione? Qual è la verità che contiene? Il brano descrive la debolezza della condizione umana, la sua fragilità, la fatica che facciamo ad abitare le nostre scelte. Viene descritta la dinamica della trasgressione. La tentazione si presenta nella nostra vita mettendo in dubbio ciò che abbiamo scelto: Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Uomo e donna sono il simbolo dell’umanità, non di due persone specifiche. Tentazione: voler essere ciò che non siamo. Insoddisfazione per ciò che siamo e viviamo. Il cammino spirituale ci porta ad attualizzare le nostre scelte per imparare ad apprezzare ciò che viviamo ed uscire, in questo modo, dai cammini della frustrazione che generano insoddisfazione. L’accento del brano è sulla fragilità della condizione umana e sulla possibilità di sviare dal cammino intrapreso. Altro tema: la caduta di uno, può provocare la caduta di chi ci è vicino.

Obiettivo: durante il tempo di quaresima dovremmo impegnarci a mettere a punto la nostra vita spirituale, la meditazione giornaliera del Vangelo, per rafforzarci sulle nostre scelte fatte.

Domanda: come possiamo aiutarci nel nostro cammino di fede? Che cosa possiamo fare quando vediamo un nostro fratello o sorella in difficoltà nella fedeltà alle scelte assunte?

 

Salmo Responsoriale   Dal Salmo 50
Perdonaci, Signore: abbiamo peccato.


Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Sì, le mie iniquità io le riconosco,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Signore, apri le mie labbra
e la mia bocca proclami la tua lode.

Seconda Lettura   Rm 5, 12-19 (forma breve: Rm 5, 12.17-19)

[ Fratelli, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato.... ]
Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio, infatti, viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. [ Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo. Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. ]


Commento

Gesù è il nuovo Adamo. Secondo san Paolo non c’è paragone tra il peccato di Adamo e il dono di vita portato da Gesù. Infatti, dice Paolo, il dono di grazia non è come la caduta. Questo brano di Paolo insegna a non perdere troppo tempo ad arrovellarci sui nostri peccati e le nostre debolezze, ma a concentrarci sull’amore di Dio, che è venuto e viene continuamente a noi attraverso Gesù Cristo.

Obiettivo: imparare a fissare lo sguardo su Gesù, il suo amore e la sua proposta di vita e smettere di piangersi addosso.

Domanda: è possibile uscire dalla logica del piangersi addosso?

   
Vangelo Mt 4, 1-11

In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”». Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”». Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto infatti: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”». Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano. 

Commento

Il Vangelo ascoltato ci dice un dato fondamentale: la tentazione è parte costitutiva della condizione umana. La tentazione non è peccato. È quando cediamo alla tentazione che ci indeboliamo, uscendo dall’orizzonte di vita scelto. Il brano ci mostra i punti dove siamo più fragili e in cui diventa possibile indebolirci. In primo luogo, gli istinti, simboleggiati dal pane, che indica la fame e tutti gli appetiti istintuali. In secondo luogo, la religione, la possibilità di piegare Dio ai nostri interessi. Questa tentazione è favorita dalla logica del merito, dei fioretti, dalla presunzione di guadagnarci la salvezza con le nostre forze. Il teologo Karl Barth diceva che questa tentazione rivela la massima forma di ateismo, perché pretendiamo di salvarci da soli. L’ultima tentazione è il potere. È una tentazione tipica della fragilità umana che cerca di imporsi sugli altri per nascondere le proprie debolezze. Questo brano ci mostra che la nostra umanità è attrezzata per non cadere. Gesù, infatti, è uomo come noi che non cede alle tentazioni. Per questo diventa importante imparare il suo segreto. Come fa Gesù a non cedere alle tentazioni? Quando cediamo alle tentazioni perdiamo un sacco di tempo. 

 

Domande:

a.       in che modo, secondo noi, si possono vincere queste tentazioni?

b.      Abbiamo colto l’importanza di questo percorso che ci attende nel tempo di quaresima?

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