mercoledì 6 agosto 2025

OPPRESSI DAL SONNO

 




Paolo Cugini


Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui (lc 9,30). 

In quel sonno di Petro e i suoi compagni c’è molto di più di una stanchezza fisica. È, infatti, un sonno che dice di una incomprensione, una difficoltà a comprendere le scelte del Maestro, le sue parole, i suoi gesti. Gesù sta conducendo i suoi discepoli e le sue discepole all’interno della nuova realtà del Regno di Dio, i cui criteri si trovano agli antipodi dei criteri assimilati dai discepoli e discepole sin dall’infanzia. Anche la salita al monte è molto di più di una salita fisica: rivela, infatti, una salita contemplativa. Passare dal piano materiale al piano spirituale, non è facile, perché mette in moto dinamismi ai quali solitamente, nella vita quotidiana, non accediamo. Gesù chiama tre dei suoi discepoli e, attraverso questa salita al monte, vuole aiutarli a scoprire la dimensione interiore delle cose, della realtà, quella dimensione che permette di vedere il mondo con occhi diversi, gli occhi del cuore, gli occhi della vita interiore, in altre parole, gli occhi di Gesù. È un passaggio che crea confusione, stanchezza, difficoltà a mettere ben a fuoco quello che sta avvenendo. 

C’è dunque, un sonno che ci opprime tutte le volte che tentiamo di entrare dentro la nuova dimensione proposta nel Vangelo da Gesù. Per questo il Maestro esige dai suoi discepoli e discepole scelte radicali, che dicono di una rottura definitiva con il passato, con il modo di vedere ereditato dal mondo. Chi riesce a compiere queste scelte entra nella dimensione del Vangelo e abbandona i vecchi paradigmi. Paolo, nella lettera ai filippesi, esprime la fatica e, allo stesso tempo, la gioia di questo cammino dichiarando che considera il suo passato come spazzatura, 

Pietro, Giacomo e Giovanni saliti sul monte dietro al Maestro non hanno ancora compiuto questo salto radicale e, per questo, sono oppressi dal sonno: non ci stanno capendo nulla. 

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