Paolo Cugini
In
quel tempo i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli
rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e
nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio
è in mezzo a voi!» (Lc 17, 20s). Gesù pone l’attenzione sul
presente. Tutte le religioni hanno una proposta dopo la morte, che sposta l’attenzione
sul futuro, creando proiezioni, che spesso si riducono ad illusioni. Il
discorso di Gesù è molto diverso, perché cerca di condurre gli ascoltatori a
porre attenzione al presente. È come se dicesse che è adesso che dobbiamo
cogliere l’eternità, i segni di un mondo diverso. “Il Regno di dio è in
mezzo a voi” significa proprio questo: scoprire nel presente della nostra
storia la presenza di ciò che rimane per sempre.
Non
c’è bisogno di cercare nel futuro, ma è nel presente della nostra vita che
vanno concentrate le nostre forze spirituali. Troviamo lo stesso tempo, anche
se con sfumature diverse, nella preghiera sacerdotale riportata da Giovanni nel
capitolo 17, quando Gesù afferma: “Questa è la vita eterna: che conoscano
te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo (Gv 17,3). Il
cristiano è la persona concentrata nel presente, che accoglie lo Spirito del
Signore e agisce dentro la storia con criteri e modalità nuovi. Anche nel
dialogo con Zaccheo, Gesù afferma: “Oggi la salvezza è entrata in questa
casa” (Lc 17,9).
Concentrati
nel tempo presente, nell’oggi della vita, perché è nel presente che possiamo
sentire la presenza del verbo incarnato e, in questo modo, camminare con Lui
per la realizzazione di un mondo nuovo, adesso.
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