DOMENICA XXXIII/B
(Mc 13,24-32)
Paolo
Cugini
“Chi
legge comprenda” (Mc 13, 14). È lo stesso evangelista Marco ad allertare i
lettori sul contenuto delle pagine che precedono la narrazione della passione,
morte e resurrezione di Gesù. Sono pagine nelle quali Marco presenta la visione
della storia della comunità cristiana. È un invito a non avere paura, ad affrontare
con fede le difficoltà e le persecuzioni del momento presente, perché è Cristo
il Signore della storia. Sono pagine che, siccome parlano del futuro, sono
costruite utilizzando abbondantemente il linguaggio apocalittico, con un
materiale che si trova nell’Antico Testamento e, in modo particolare, nel libro
del profeta Daniele che, non a caso, è posto come brano nella prima lettura. In
che modo, allora, devono comportarsi i cristiani dinanzi alla grande tensione
venutasi a creare nella storia con la presenza di Gesù?
In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si
oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le
potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio
dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria.
Il linguaggio apocalittico esprime i propri contenuti
facendo abbondante uso di simboli. Si tratta, infatti, di esprimere contenuti
che riguardano un futuro che, per forza di cose, rimane difficile da descrivere
in modo chiaro. La presenza di Gesù sulla terra, le sue parole, la sua morte e
resurrezione hanno provocato e scosso le potenze del mondo che si reggono sul
sopruso, la violenza e la menzogna. La reazione contro il messaggio del Signore
e la sua comunità è di una violenza inaudita. Eppure, proprio la violenza esacerbata,
manifestata dalle potenze del mondo si manifesta incapace di contrastare la bontà
del messaggio dell’amore vissuto dal Signore e dalla sua comunità, al punto da
oscurare la luce delle supposte potenze terrene. Sole, luna e stelle, nel linguaggio
apocalittico indicano le potenze del mondo che, proprio nei giorni di grande tribolazione
nella comunità, svaniscono, decadono. Sole e luna erano divinità adorate dai
popoli pagani. Il processo di liberazione inizia a dare effetti. La luce di
Cristo mette in ombra le altre divinità. Si realizza, in questo modo, la
profezia di Isaia (cfr. Is 46), che proclamava la distruzione della maggior
potenza di quel tempo, vale a dire Babilonia. Il messaggio del Vangelo è dunque
chiarissimo: tutte le potenze e tutte le strutture di potere cadranno. Proprio
la decadenza e la fine delle potenze mondane manifesta la gloria del Figlio di
Dio.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il
suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina.
Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino,
è alle porte.
Il compito della comunità è quella di non lasciarsi
confondere dalle apparenze, di vivere nel presente della storia segnata dalla presenza
dello Spirito del risorto con coraggio perché Cristo ha già vinto il mondo. Si
tratta, allora, d’interpretare i segni dei tempi, imparare a discernere gli eventi
e leggerli alla luce del Vangelo per scoprire che quello che in apparenza
sembra avere un aspetto negativo, nella realtà manifestata da Cristo è un segno
di vittoria. Seguendo il Signore siamo
invitati a collocare gli eventi dentro il quadro più ampio della storia. Il
cammino spirituale che compiano dovrebbe aiutarci ad uscire da quelle visioni parziali,
incapaci di dar ragione del senso della storia, per aiutarci a vincere la tentazione
di risposte immediate e vivere con pazienza il momento presente.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima
che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non
passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell'ora, nessuno lo sa, né gli
angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.
Sono versetti che hanno il chiaro obiettivo di mostrare
la forza della Parola di Dio nei confronti delle parole degli uomini. La decadenza
dei poteri del mondo, annunciata nei versetti precedenti, potenze la cui luce
si manifesta relativa e illusoria, rivela proprio la forza e l’autenticità
della parola del Signore che non sbaglia mai e realizza sempre ciò che dice. La
differenza qualitativa della parola di Dio nei confronti delle parole umane dei
supposti potenti, sta nella durata nel tempo. L’invito, allora, dell’evangelista,
alla prima comunità che sta affrontando la dura persecuzione dei potenti che
cercano di sopprimere la Parola con la forza, è quello di resistere, di
guardare al Signore della storia che, con la sua morte e resurrezione, ha già
vinto il mondo e, uniti a lui, parteciperemo della sua gloria.
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