RITIRO SPIRITUALE DI QUARESIMA PER GIOVANI E ADULTI
UNITA' PASTORALE SANTA MARIA DEGLI ANGELI-RE
Paolo Cugini
Premessa al ritiro: credere nella
Parola. Credere che la Parola di Dio sia luce sul nostro cammino. Credere che
Dio ci parla, mi parla attraverso di Lei.
Salmo 118 (117): racconta un viaggio di
liberazione, la trasformazione dell’ansia e della sconfitta in gioia.
Prosperità, vittoria.
Nella mia angoscia invocai il Signore
(v. 5): il fedele è bloccato in una situazione angusta, in cui si è bloccati e
confinati.
Attorno al protagonista c’è gente
ostile che lo aveva accerchiato, circondato.
Il protagonista era convinto di
morire, eppure invoca il Signore che lo porta in salvo
v. 17: racconterò le opere del
Signore: l’esperienza della propria salvezza diviene motivo per annunciare le
opere del Signore
v. 22: la pietra che i costruttori
hanno scartato è divenuta pietra angolare: è il salmo che racconta la parabola
del cambio della sorte dell’uomo: prima è rigettato e poi viene salvato da Dio
e gli viene affidato un importante incarico.
Il salmo narra una situazione che
nelle scritture è paradigmatica: colui o colei che è scartato, viene scelto da
Dio per portare avanti la storia di salvezza.
Il riferimento in sottofondo è il
popolo d’Israele. Si ritiene, infatti che sia un salmo post-esilico e che
alluda al ritorno in Patria degli esuli.
Vv 1-4: sono convocati coloro che
temono il Signore
Secondo Ravasi la pietra è un simbolo
polisemico indicando il popolo scartato ma ora riabilitato. Il tempio che ha
condiviso la sorte del popolo nonché lo stesso JHWH che aveva intrecciato il
proprio destino con quello d’Israele.
Pietra è quindi un simbolo allusivo
al tempio, a JHWH stesso o anche al povero scartato dagli uomini e recuperato
da Dio per il suo progetto salvifico.
Due elementi sono significativi:
a. La riabilitazione del popolo e il suo
riorno dall’esilio è opera di Dio
b. Il movimento di libertà che spezza le
catene è faticoso ma inarrestabile. Il cammino verso il Tempio diventa un
itinerario verso Dio.
Struttura del salmo:
1. 1-4 introduzione
2. 5-24: esperienza del salmista
3. 25-29: preghiera di benedizione e di
ringraziamento
Il Contesto
Com’è nato questo Salmo? “Apritemi le
porte della giustizia” (v. 19): sono le porte del Tempio di Gerusalemme, là
dove si manifesta la giustizia di Dio. Dio ha salvato e il Tempio, dove il
Signore abita, ne è il segno. Il Salmista è qualcuno che ha sperimentato la
giustizia di Dio e vuole entrare nel Tempio per esprimere la sua riconoscenza.
Non si tratta, però di un ringraziamento privato, ma tutto Israele è convocato.
Si forma una processione che giunge fino agli altari degli olocausti.
IL racconto
E’ un invito rivolta ad Israele, a
tutti quelli che temono il Signore, un invito perché si riconosca che il
Signore è buono, la sua misericordia è eterna. Affermare che la misericordia
del Signore è eterna significa capire che se anche tutto passa e cambia, la
fedeltà e la misericordia di Dio la troviamo sempre.
Corpo del salmo: Il protagonista
racconta quello che gli è capitato: nell’angoscia ho gridato al Signore.
v. 10-12: Il salmista si è sentito solo contro
tutti. Che cosa sia successo realmente non è dato saperlo. In ogni modo è
chiaro la situazione di pericolo e di solitudine che il salmista ha avvertito.
Bello è il ritornello che viene ripetuto: Ma
nel nome del Signore li ho sconfitti. L’ansia del salmista è sparita grazie
all’intervento di Dio. C’è la percezione della presenza del Signore per questo
la preghiera del salmista è serena. Viene in mente il passo di Davide quando
affronta GOLIA: cfr. 1 Sam 17,45
v. 13-19: nella difficoltà e nella debolezza
tendiamo ad affidarci a chi abbiamo vicino o a cercare rifugio nei potenti. Il
salmista scopre che anche loro sono deboli. È meglio rifugiarsi nel Signore…
v 14: canto di ringraziamento. È mia
forza perché mi ha liberato; è mio canto perché mi ha messo in cuore la voglia
di cantare.
17-18: viene fuori il motivo
dell’esperienza del salmista. La prova che ha dovuto affrontare era al limite
delle possibilità umane. Per questo c’è stata la trasposizione nel NT alla
Pasqua di Gesù, perché c’è la narrazione di una vittoria definitiva sulla
morte.
22-24: da pietra scartata che non vale
nulla, a pietra che sorregge l’edificio. È la narrazione di una trasformazione.
Quello che non sembrava valere nulla, il Signore lo ha valorizzato in un modo
sorprendente.
Ringraziamento: abbiamo sperimentato
la salvezza
Alla fine v. 28 c’è la professione di
fede del salmista
La pietra scartata nel Nuovo Testamento
Il v. 22 compare 5 volte nel NT e 3
di queste nel contesto del tempio di Gerusalemme. Cfr. Mc 12,9-11. Due elementi
importanti appaiono in questo brano. Il primo è che Il salmo viene citato in un contesto fortemente segnato dalla
polemica religiosa che ha luogo nel Tempio.
Il secondo elemento importante del
brano è che le autorità religiose si rendono perfettamente conto che Gesù li
sta identificando con i cattivi vignaiuoli. Se essi sono i cattivi allora la
pietra scartata è lo stesso Gesù. Questa interpretazione è confermata da Atti
4,10-11.
Il percorso di Gesù dalla periferia
della Galilea lo ha portato al simbolo centrale del potere religioso: il Tempio
di Gerusalemme. In quel contesto continua la polemica con i farisei che aveva
caratterizzato tutto il viaggio di Gesù (Cfr. Mc 7 controversia sul puro e
l’impuro.
Tempio: rappresenta la visione
religiosa basata sull’inclusione di alcuni e l’esclusione di altri. Il Tempio
escludeva alcune persone: donne, stranieri, persone con malformazioni fisiche.
Una gran parte della religiosità rappresentata nel Tempio era costruita sulla
distinzione di puro e impuro.
Gesù accusa i capi religiosi di
essersi allontanati dal cuore della fede d’Israele. Anteponendo al cammino di
salvezza per tutti precetti escludenti. Matteo porta a termine questa sezione
con i guai: cap 23.
Identificandosi con gli esclusi e le
escluse, Gesù stesso è escluso dal Tempio. Nelle tre versioni sinottiche si
legge: lo presero e lo cacciarono fuori. Dopo il confronto nel Tempio Gesù sarà
arrestato, processato, condannato e condotto fuori dove sarà crocefisso. Cfr.
Eb 13,12-13.
1 Pt 2,4-5:
·
La
pietra scartata è vivente. La storia di Gesù non termina fuori dal tempio,
sulla croce: Egli risorge.
·
Il
divenire pietra vivente non è circoscritto a Gesù, ma è una possibilità offerta
a tutti. Paolo scrive che noi siamo il Tempio del Dio vivente (2 Cor 6,16; 1
Cor 3,16).
Osservazioni generali: Nel salmo 118
il nostro versetto era pronunciato dopo l’ingresso al Tempio. Per Israele,
tornato dall’esilio, la salvezza passa sempre dal centro. La pietra scartata
viene sì riabilitata, ma il viaggio che si compie rimane quello dalla periferia
o dai margini, al centro, dall’esilio al nuovo tempio di Gerusalemme. La
salvezza, come ritorno al centro, era ritualizzata dal salmo.
Con Gesù accade qualcosa di nuovo: il
centro (ossia una religione basata sull’inclusione di alcuni e l’esclusione di
altri) rappresentato dal Tempio è scardinato. La pietra scartata salva tutti e
tutte, dentro e fuori, ma non fa mai più ritorno al centro (cfr. il dialogo con
la Samaritana sul culto e gli adoratori che cerca il Padre) e perciò non
produce una proposta di fede che opera esclusioni.