domenica 11 ottobre 2015

IL BAMBINO COME MODELLO DEL REGNO DI DIO


Paolo Cugini
Accogliere il Regno di Dio come l’accoglie un bambino significa che si tratta di una realtà che esula dalle logiche dei grandi. Il Regno di Dio è lo stile di vita di Gesù, fatto di semplicità, di relazioni autentiche, di ricerca della giustizia, di uguaglianza, di accoglienza dell’altro, di perdono e di pace. Non è quindi qualcosa che si possa conquistare con il denaro e non è nemmeno una questione di potere: è un modo di essere nel mondo. Questo modo lo si accoglie così com’è, così come Gesù ce l’ha donato. Non ci si pone dinanzi al Regno di Dio con delle esigenze, con delle problematiche, con delle pretese: lo si accoglie così com’è. Il problema, allora, è nostro. Chi meditando il Vangelo, percependo il Signore presente nella storia desidera conoscerlo, inizia un cammino la cui prima conseguenza è lo spogliamento di sé, delle proprie idee, delle proprie spiritualità, del proprio modo di essere e di pensare. Gesù è la pienezza del tempo (MC 1,15) e per poter entrare nella nostra vita deve incontrare spazio. La vita spirituale ha come primo frutto autentico proprio questo: creare spazio a Lui.

E’ questo il nostro principale problema: fare spazio. Abituati a riempirci di cose e di ideali, siamo costantemente alla ricerca di parole e di esperienze che giustifichino il nostro stile di vita. Non vogliamo sentire una parola che c’inchiodi, che metta in discussione quello che noi viviamo e pensiamo e allora cerchiamo costantemente qualcosa o qualcuno che la pensi esattamente come noi. Troviamo sempre qualcuno che ci dice quello che noi vogliamo sentire. La vita di fede inizia quando il Signore ci dona l’incontro con un’esperienza che mostra il vuoto della nostra esistenza. La vita di fede inizia quando ci accorgiamo che stiamo perdendo tempo, inseguendo il nulla.
Il bambino, esistenzialmente e spiritualmente parlando, è vuoto, è uno spazio accogliente perché non c’è nulla in lui che possa ostacolare l’accoglienza della novità. Per questo il cammino di fede nasce da questo punto di partenza: il Regno di Dio lo si accoglie come l’accoglie un bambino. Ciò significa che nel Regno di Dio non c’è spazio per i palloni gonfiati, per le persone presuntuose e arroganti che sanno sempre tutto e non sono mai disposte a mettersi in discussione.


La vita di comunità, la chiesa dovrebbe essere questo spazio di persone che, incontrando il Signore si mettono in cammino, disposte a lasciarsi svuotare delle proprie idee, delle proprie spiritualità, dei propri modi di pensare per giungere al punto in cui era arrivato san Paolo che diceva ai suoi fratelli e sorelle: “noi abbiamo il pensiero di Cristo” (1 Cor 2,16).

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