martedì 30 dicembre 2025

Un cammino verso l’eternità

 



Paolo Cugini

 

 

chi fa la volontà di Dio rimane in eterno! (1 Gv 2,17). 

C’è una domanda che attraversa i secoli e abita il cuore umano fin dalla notte dei tempi: è possibile che la nostra esistenza non si esaurisca nel breve respiro terreno? Vi è una via, indicata dal Mistero, che ci apre alla possibilità dell’eternità, quella dimensione che oltrepassa ogni barriera di tempo e di spazio? Oggi, come voce che si leva nel deserto del pensiero comune, desidero annunciare una certezza: il cammino verso l’eternità ci è stato inaugurato. E la soglia del Mistero, resa accessibile dall’esperienza di Gesù, si spalanca davanti a noi come possibilità reale e promessa viva.

Non siamo abbandonati a un destino cieco né a un labirinto di incognite. La storia dell’uomo ha conosciuto una svolta irreversibile quando, nella pienezza dei tempi, Gesù ha attraversato le nostre strade, abbracciando la condizione umana fino in fondo. Il suo cammino non è stato quello dei potenti o dei sapienti, ma di chi si lascia condurre dalla volontà del Padre, che è anche Madre, nella docilità profonda che trasforma la storia in una parabola ascendente verso l’infinito. In Lui, il Mistero si è fatto vicino, amico, compagno di viaggio. Seguendo le sue orme, diventiamo pellegrini dell’eternità, chiamati a un destino che nessuna ricchezza o potere può comprare.

L’eternità: parola che affascina e inquieta, che promette e sfugge. Essa non consiste in un tempo prolungato all’infinito, né in uno spazio allargato senza confini. L’eternità è la pienezza dell’essere, il “qui e ora” assoluto dove tutte le frammentazioni del tempo e le distanze dello spazio si ricompongono nell’unità perfetta. È il giorno senza tramonto, il fuoco che non si spegne, la casa dove ogni lacrima è asciugata e ogni desiderio trova compimento. Solo chi si lascia guidare dalla Parola di Gesù può intuire che questa pienezza non è una lontana utopia, ma una presenza che già ora si fa sentire nel profondo del cuore, come eco di una patria promessa.

Nel volto della morte, il Mistero si fa più denso e silenzioso. Ma la sua ombra, per chi crede, non è più il sigillo di una fine, bensì la soglia di un passaggio. Gesù, attraversando la morte, l’ha trasformata in una porta che si apre su una nuova dimensione. Non si tratta di abbandonare tutto, ma di essere accolti in un abbraccio più grande, dove la vita non è più minacciata dall’angoscia del tempo che scorre. La speranza cristiana non è un semplice conforto, ma la certezza che la morte è stata vinta, e che chi vi entra con fiducia ne risorge trasfigurato, finalmente libero dalle catene della caducità.

La mente umana, fatta per comprendere e dominare, si trova qui davanti a un limite invalicabile. Ogni tentativo di afferrare l’eternità con la ragione si infrange come onda sulla scogliera. Tuttavia, non siamo lasciati senza segni: nell’intuizione, nell’anelito, nei lampi improvvisi di gioia e bellezza, il Mistero si rivela come qualcosa di troppo grande per essere racchiuso in una formula. Forse le saggezze popolari sono frammenti di una verità più grande: che il cuore umano è fatto per l’eterno, e solo nell’ascolto profondo del Mistero trova quiete.

Ma qual è la strada che conduce all’eternità? Non è quella dei trionfi esteriori né del possesso, ma la via dell’obbedienza, della rinuncia all’ego, dell’ascolto della volontà che Gesù ha rivelato. “Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno, ma chi fa la volontà del Padre mio” (Mt 7,21). È questa la chiave che apre la porta: un cuore docile, capace di affidarsi, di lasciar cadere le resistenze, e di accogliere la Parola come luce e guida. L’eternità, allora, non è premio per i meriti accumulati, ma dono per chi si lascia condurre sulla via della fiducia e dell’amore.

La Parola di Gesù non è un’insegna luminosa posta in lontananza, ma un fuoco che arde oggi e rischiara i passi di chi la ascolta. Vivere il suo messaggio significa lasciarsi trasformare nella quotidianità, abbracciare ogni situazione come occasione per fare spazio al Mistero. “Lampada per i miei passi è la tua parola e luce sul mio cammino” (Sal 119,105): mettere in pratica questa Parola è già partecipare dell’eternità, rendendo visibile qui e ora la qualità nuova della vita che Gesù ha portato. L’amore che si dona, il perdono che si offre, la speranza che si testimonia sono semi di eternità piantati nel campo della storia. È la sua Parola che contiene quella potenza misteriosa che ha condotto nella nuova dimensione di eternità Gesù. Fare la volontà di Gesù significa ascoltare questa sua Parola misteriosa e metterla in pratica. Il cammino è visibile solamente per coloro che vivono quello che ascoltano dal Maestro. Nel Vangelo incontriamo tutte le indicazioni di questo misterioso cammino, che si disvela solamente a coloro che vivono quello che ascoltano. E, allora, ascoltiamo il suo annuncio, aiutiamoci a viverlo, per passare anche noi con Lui da questo mondo di morte alla nuova dimensione di eternità.

Ecco allora l’invito solenne che oggi si rinnova: non lasciamoci ingannare dalle apparenze di una vita breve e fragile. Il Mistero ci chiama a sollevare lo sguardo e a incamminarci, con cuore ardente, sulla via inaugurata da Gesù. L’eternità non è un miraggio irraggiungibile, ma la meta segreta di ogni nostro passo, il compimento di ciò che già ora possiamo vivere nella misura in cui ci affidiamo e obbediamo alla Parola. Sia la nostra esistenza come quella dei profeti: voce che annuncia, mani che accolgono, cuore che spera. Così, anche noi, saremo portatori di eternità, nel tempo e oltre il tempo, nella storia e oltre la storia.

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