lunedì 3 gennaio 2022

BATTESIMO DEL SIGNORE

 




Paolo Cugini

 

         Iniziamo l’anno con la festa del battesimo del Signore, un’occasione che la liturgia ci offre per riflettere sul senso del nostro battesimo, affinché sia in sintonia con il battesimo di Gesù. Nella liturgia di oggi vengono presentati dalle letture due significati del battesimo, che ritroviamo uniti nel rito attuale, vale a dire il battesimo con acqua, che era quello fornito da Giovanni il Battista e il battesimo con Spirito Santo proposto da Gesù. Attraverso le letture che ci vengono proposte, proviamo ad approfondire il significato autentico del Battesimo.

Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata
(Is 40).

Il battesimo che Giovanni il Battista predica è il battesimo con acqua e lo fa con parole dure chiamando la folla di: “razza di vipere”, invitando alla conversione, al cambiamento di vita. C’è dunque un primo livello nella vita di fede, che consiste nell’impegno a porre dei gesti concreti di cambiamento di vita, che consistono nell’abbandonare le abitudini negativi, i vizi, le passioni che sconvolgono l’esistenza. Non a caso Giovanni Battista quando predica utilizza il testo d’Isaia, che oggi la liturgia ci ha proposto nella prima lettura. Si tratta di spianare la strada della nostra vita affinché vi possa entrare il Signore, sistemare il terreno accidentato, colmare le valli. Sono tutte espressioni che invitano ad un cambiamento di vita, perché non possiamo appellarci al Signore continuando a vivere in uno stile di vita che contraddice quello che invochiamo. Il battesimo con acqua vuole simbolizzare questo sforzo di “pulizia” esterna della nostra vita, pulizia che siamo noi stessi chiamati a compiere.

Poi c’è l’entrata in scena di Gesù, che realizza in parte le aspettative di Giovanni Battista. Gesù viene a portare lo Spirito Santo, che è vita piena per tutti in modo gratuito. Questa Spirito di vita donato gratuitamente a tutti è grazie alla vita donata per amore da Gesù. Quando Gesù citerà l’espressione di Giovanni che parlava del futuro messia che avrebbe battezzato in Spirito Santo e fuoco, parlerà solo dello Spirito, ma non del fuoco. Gesù è solo amore e non castigo. A tutti c’è un’offerta incensante di vita. Il cielo si aprì: alla disponibilità della vita, corrisponde Dio con il dono di sé. Nell’Antico Testamento si pensava che il cielo fosse chiuso a causa della durezza di cuore del popolo d’Israele, ma si apre con Gesù in modo definitivo e diviene cammino di salvezza per tutti. Lo Spirito Santo è l’energia di Dio, in forma corporea, come una colomba. In questo passaggio c’è un chiaro riferimento al libro della Genesi, in cui si parla dello spirito sulle acque, che dagli ebrei veniva simboleggiato con la colomba. In Gesù c’è la nuova creazione che non si conclude con la morte, ma con la vita. In Gesù c’è solo vita e non condanna, per questo non c’è accenno al fuoco nelle sue parole. Gesù è venuto a portare un messaggio di salvezza per tutti e tutte, nessuno escluso.

 Quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna
(Tt 2).

Paolo, nella lettera a Tito che ci viene proposta nella seconda lettura, ribadisce il discorso del vangelo di Luca. L’amore che riceviamo da Dio in Gesù Cristo non è il frutto del merito per le opere da noi compiute, ma è dono gratuito della sua misericordia. Entrare in questa nuova prospettiva di fede significa avere il coraggio di uscire dalla logica della religione del merito, fatta di obbedienza alle norme e ai precetti, che tranquillizzano la coscienza, ma non permettono di entrare nella sfera della gratuità di Dio, manifestata da Gesù Cristo.

 

 

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