martedì 18 marzo 2025

CERCATE LA GIUSTIZIA

 




Paolo Cugini


«Lavatevi, purificatevi,

allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.

Cessate di fare il male,

imparate a fare il bene,

cercate la giustizia,

soccorrete l'oppresso,

rendete giustizia all'orfano,

difendete la causa della vedova» (Is 1,16).

Quando penso ai profeti e alle loro parole di condanna, mi viene in mente questo passaggio durissimo di Isaia. C’è una presa di coscienza sottesa di un male che sta devastando il popolo e che sembra implacabile. Il male che si manifesta come ingiustizia verso i poveri, gli oppressi, gli orfani, le vedove. Quando si arriva a questo punto, vale a dire, a trattare male le fasce più bisognose della società, significa che il livello di malvagità è giunto al colmo: è ora di cambiare rotta. C’è qualcosa che ogni persona può fare contro il male. Isaia sollecita il popolo a cambiare rotta, a smettere di fare il male, di seguire il sentiero della giustizia, per porre azioni giuste. C’è la presa di coscienza di una volontà positiva che può essere realizzata. C’è qualcosa che tutti possiamo fare per interrompere il fiume di ingiustizia: è questo il senso del grido del profeta Isaia. C’è un tempo in cui l’ingiustizia è così pesante da rendere la vita dei poveri e degli oppressi insopportabile. Ingiustizia che si tocca con mano nelle situazioni di vita quotidiane. Ebbene, ci vuole qualcuno che sappia gridare lo scandalo di un’ingiustizia divenuta pane amaro quotidiano, che tolga il velo dell’ipocrisia e dell’impostura, che svegli i l popolo dal torpore e che indichi il cammino di una presa di posizione netta. Questa volontà di cambiare, di togliere il peso dell’ingiustizia sui poveri è alla portata di tutti. Per questo, nella seconda parte dell’invettiva, Isaia invita al dialogo, 

Su, venite e discutiamo

- dice il Signore.

Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto,

diventeranno bianchi come neve.

Se fossero rossi come porpora,

diventeranno come lana (Is 1,19).

Ci deve essere un tempo per dialogare, soprattutto in quei momenti in cui il clima sociale è divenuto troppo pesante, insostenibile. È interessante notare che, per Isaia, il peccato di cui si è macchiato il popolo, coincide con l’ingiustizia e, questa, è determinata dalla relazione con i poveri. Peccato è trattare male i poveri e può essere perdonato nel momento in cui si inverte la rotta, se si cominciano a porre dei cammini di giustizia nella vita della comunità. Cercare la giustizia, ci dice Isaia, significa soccorrere i poveri, difendere la causa della vedova, rendere giustizia all’orfano. È questo il cammino da compiere. 


Nessun commento:

Posta un commento