sabato 13 marzo 2021

VOGLIO LA CONOSCENZA PIU' DEGLI OLOCAUSTI

 


 

Paolo Cugini

 

Voglio l’amore e non il sacrificio, La conoscenza di Dio più degli olocausti” (Os 6,6).

Entrare in un rapporto personale con Te al punto di sentirti, di percepire la tua presenza d’amore: forse è l’unico modo per sfuggire dalla religione della forma, che serve solo a tranquillizzare la coscienza. È terribile quando la religione diventa un’abitudine, ma ancora di più è terribile quando questa abitudine diventa necessaria, perché i suoi riti sono divenuti parte essenziale del vivere e, se non si celebrano nel modo consueto, la persona si sente disorientata. Tutta la religione del mondo ha come unico obiettivo quello di aiutare le persone a vivere l’amore, a realizzare la propria vocazione originaria che consiste, per l’appunto, nell’amore. Il rito, in questa prospettiva, dovrebbe aiutare le persone, sia singolarmente che comunitariamente, a percepire la presenza del Signore.

Leggo Osea capitolo sei e penso: lo dicevano già i profeti nell’ottavo secolo prima di Cristo! Come facciamo ad essere ancora a questo punto? Forse è un problema strutturale dell’antropologia umana, che vive la religione come struttura di dovere, più che come esperienza di relazione vitale, che dà senso all’esistenza e la orienta. Viveri i riti come dovere per avere in cambio qualcosa da Dio significa entrare nell’esperienza religiosa con la logica del merito e non della gratuità.

 

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