Paolo Cugini
Non
è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere
nuova creatura (Gal 6,15). Capire questo è molto
importante. Capire che il cammino di sequela non è un cammino di appartenenza
ad un gruppo che garantisce qualcosa, ma è un dinamismo che dura tutta la vita.
Dentro questo dinamismo siamo coinvolti quotidianamente a lasciarci
trasformare, a cambiare i nostri pensieri, per assimilare il pensiero di
Cristo, il suo modo di vedere le cose. Assimilare il Vangelo per assimilare i
tratti dell’umanità di Gesù, il suo modo di gestire la forza degli istinti, la
sua capacità di rimanere ben concentrato sulla sua missione. E tutto questo con
grande serenità, trasparenza, mitezza.
Ebbene,
i tratti dello stile di Gesù sono stati ben visibili nella vita di Francesco di
Assisi. Per questo vale la pena meditare sui suoi testi ma, soprattutto, sulla
sua vita, le sue scelte, il suo modo di stare al mondo, il suo modo di stare
dinanzi al Padre. C’è molto amore nella vita di Francesco, desiderio di amare
tutti e tutte. La sua vita povera, spogliata di tutto rivela il suo desiderio
di amare in modo incondizionato. Amore che dice totalità, qualcosa di così
grande che lo conduce a non cercare più nient’altro, perché ha già trovato
tutto nel Vangelo. In Francesco, nella sua vita diventano visibili le parole
che Gesù dice nelle sue parabole, come quella del tesoro nel campo e della
perla preziosa. Francesco ha davvero trovato il tesoro nel campo e, per questo,
si spoglia di tutto, non gli interessa più nulla se non essere immerso in
questo tesoro. Un grande insegnamento per noi oggi.
In
Francesco è visibile il cammino dell’uomo che diventa bambino, del grande che
si fa piccolo, proprio come insegna il Vangelo di oggi: Ti rendo lode,
Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai
sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli (Mt 11,25). Francesco è
diventato piccolo per il mondo, ma grande davanti a Dio. C’è una grandezza che
si manifesta nella piccolezza, nell’umiltà, nella mansuetudine, nella dolcezza,
nella semplicità dei gesti, nella povertà evangelica. È in questa piccolezza
che si sperimenta l’amore del Signore come dono totale di sé.
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