Riflessioni di Paolo Cugini
Il tema fondamentale del salmo è la
benedizione. Benedire significa riconoscere Dio come sorgente della vita, della
gioia, della salvezza, del benessere che possono accompagnare la vita
dell’uomo.
Il salmo inizia con un’esperienza
personale: Benedici il Signore anima mia. La conclusione è: benedite.
Non dimenticare tanti suoi benefici.
Il modo concreto di benedire il Signore è il ricordo, il non dimenticare, il
raccontare quello che Dio ha fato per noi. Questo è uno dei comandamenti
fondamentali dell’esperienza d’Israele. Non dimenticare (Dt 9,7); guardati dal
dimenticare (Dt 6,12). Vuole dire: ricorda quello che hai conosciuto e
sperimentato e scrivilo, imprimilo e incidilo dentro al tuo cuore.
Quali sono questi benefici che il
Signore ha fatto?
vv. 3-5: perdona, guarisce, salva,
corona, sazia.
6-7: concretezza del perdono.
Agisce con giustizia: si dice delle
grandi opere che Dio ha compiuto nella storia d’Israele sono opera di giustizia
perché esprimono la fedeltà di Dio. Agendo in questo modo Dio ha mostrato a
Mosè le sue vie e ai figli d’Israele le sue opere (v.7).
Lento all’ira: è l’espressione di un
Dio che interviene nella storia con il suo giudizio e la sua condanna. Se non
ci fosse l’ira di Dio anche la sua bontà non avrebbe valore. Se non Dio non
fosse giudice la nostra povera storia diventerebbe senza equilibrio e senza
giustizia. L’ira di Dio è la reazione di Dio alla corruzione, cioè a tutto
quello che minaccia la ita. L’ira di Dio è un’espressione biblica forte per
mostrare la presa di posizione di Dio dinanzi a ciò che minaccia la vita. Se
ciò non avvenisse ci troveremmo dinanzi ad un Dio apatico, che non s’interessa
di noi, che pensa solo agli affari suoi, un Dio impersonale, com’era quello
aristotelico. Ci sono delle forze che minacciano la vita e non si può rimanere
indifferenti di fronte a quelle realtà, altrimenti è la vita stessa che viene
messa in pericolo. L’ira di Dio è questo: c’è una giustizia che alla fine
trionfa e s’impone sopra il corso degli avvenimenti umani.
L’ira di Dio dura un istante, mentre
il suo amore dura per sempre. L’ira di Dio risponde al peccato dell’uomo e
quindi ha la brevità del nostro peccato. L’amore di Dio è l’espressione della
sua identità.
Cfr. San Paolo Ef 4,26-27: nell’ira
non peccate. Quando siamo dinanzi ad una situazione di male anche a noi è
lecito reagire; stiamo attenti però a fare in modo che l’ira, reazione sana,
non diventi peccato.
V. 9: il Signora contesta, ma non per
sempre; per questo non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga
secondo le nostre colpe. La bontà del Signore prevale.
Il salmista usa tre immagini per
farci capire questo concetto:
1. Come il cielo è alto sulla terra,
così è grande la sua misericordia su quanti lo temono. Dio supera la più grande
verticale possibile che possiamo immaginare.
2. Distanza orizzontale: come dista
l’Oriente dall’Occidente. Allontana da noi le nostre colpe. Isaia dice che il
Signore le nostre colpe se le getta alle spalle (Is 38,17). Miche dice che Dio
getta le nostre colpe nel profondo del mare (Mic 7,19).
3. Come un padre ha pietà dei suoi
figli: viene in mente la parabola del Figliol prodigo. L’amore paterno va al di
là di una riflessione razionale. L’amore paterno è creativo, crea un affetto e
un legame dove umanamente sembrerebbero non più presenti. Nella liturgia della
messa troviamo questa espressione: o Dio che manifesti la tua onnipotenza
soprattutto con la misericordia e il perdono… Non cerchiamo l’onnipotenza di
Dio nella creazione del cosmo, ma quando Dio cambia il male in bene: qui si
manifesta l’onnipotenza di Dio.
Le grandi opere di Dio
sono legate alla fragilità e alla condizione dell’uomo.
Perché Dio agisce in questo modo?
Dio è pronto a perdonare
l’uomo perché è infinitamente buono e misericordioso.
Perché egli sa di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo
polvere. Dio usa
misericordia verso di noi perché ci conosce, sa qual è la nostra condizione.
Due immagini:
1. La nostra vita dura poco: come si fa
ad essere duri con una creatura così debole come l’uomo e al donna? Come si fa
ad essere duri con dei condannati a morte? Come si fa a sparare su di un morto?
Siamo polvere: ce lo ricorda già il primo libro della Bibbia (Gen 2,7). Il
materiale di uci siamo fatti è un po’ di fango sul quale Dio ha soffiato il suo
spirito di vita. Proprio perché siamo fatti così, il nostro materiale è incline
al male. La percezione della fragilità dell’uomo è un motivo che dà forza alla
misericordia di Dio.
2. Il Signore ha stabilito in cielo un
trono. La sovranità del Signore sopra il mondo e la storia.
In che Modo misericordia manifestata nel salmo 103 mi invita a viv la. Mia vita in modo diverso? Mi poi rispondermigrazie
RispondiEliminaperché come dice il salmo, l'amore del Signore è per sempre e non ci ripaga secondo i nostri meriti. Accogliere l'amore misericordioso del Signore significa lasciarlo agire dentro di noi
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