Paolo
Cugini
Ella lo supplicava di
scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si
sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai
cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano
le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il
demonio è uscito da tua figlia» (Mc 7,24s).
Chi
può esprimere un pensiero così profondo e pieno di fiducia nel Signore, come ha
avuto questa donna straniera, di lingua greca e siro-fenicia? Solamente una
persona povera, che non sa dove sbattere la testa e si aggrappa a ciò che
percepisce come l’unica possibilità di salvezza per la propria figlia. Per
questo non arretra nemmeno dinanzi alle parole sprezzanti e dure di Gesù, ma
insiste, manifestando tutta la sua fede. Apriamo un varco nel cuore del Mistero
quando assumiamo tutta la nostra indigenza, quando ne abbiamo coscienza e la
manifestiamo nella preghiera. Non c’è possibilità per la persona arrogante,
autosufficiente.
C’è
possibilità di comprendere la presenza della misericordia del Mistero nella
storia quando si prende coscienza della propria miseria, della propria
pochezza, soprattutto, quando in uno stato di povertà si ha a cuore qualcuno
che soffre. C’è tanta sofferenza e disperazione nelle parole che questa madre
straniera rivolge a Gesù. Lei ha un motivo per vivere che è dato dalla sua
propria figlia, che sta rischiando di perdere. La preghiera che apre un varco
nel Mistero della Misericordia è impastata della verità della vita che soffre,
in un contesto di fragilità e d’indigenza. Colui e colei che dirige la propria
preghiera disperata a Dio scopre la presenza misericordiosa del Mistero di Dio
che è Vita vera, Luce nelle tenebre, Speranza nella disperazione.
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