Lo
abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo
luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato (At
6.8). Il problema è il sovvertimento delle tradizioni, che la proposta di Gesù
sembra provocare. Non c’è la messa in discussioni delle tradizioni, ma la
preoccupazione che rimangano inalterate. Anche perché, ormai, con l’azione e l’attività
delle prime comunità cristiane, la parola è uscita nella storia e sta divenendo
realtà. È il modo di vivere dei cristiani che preoccupa il potere, perché è
così diverso da smascherare l’inganno delle false tradizioni, che il potere
politico e religioso ha imposto nel tempo. Il problema, a questo punto, diventa
il popolo semplice, che non s’interroga e che non ha la forza di contrastare il
peso delle tradizioni. Gesù, invece, ha gli argomenti che dimostrano l’inganno
delle tradizioni umane che si sono sostituite addirittura alla Parola di Dio
(cfr. Mc 7, 1s).
In
verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni,
ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati (Gv
6,26). Versetto molto legato a quello precedente degli Atti. C’è una
materialità nella sequela che va tenuta conto. Ci sono delle domande che sorgono
nella vita religiosa che non hanno un carattere spirituale, ma materiale. Le
tradizioni nascono proprio perché offrono risposte ai problemi materiali. Senso
di sicurezza, è questo che offrono le tradizioni, che s’inseriscono
perfettamente sull’istinto di sopravvivenza. Il nuovo provoca tensioni,
destabilizza e, per questo, è rifiutato. L’annuncio di Gesù è destabilizzante
proprio perché mette in crisi le istituzioni, le tradizioni, mostrandone i
limiti e, spesso e volentieri, la falsità. Ci sono infatti tradizioni, che
ingannano l’uomo, e sono create proprio per servire il potere. È di questo tipo
di tradizioni fraudolente che il Vangelo diventa corrosivo, perché mostrandone
l’inganno, allo stesso tempo indica il cammino per una trasformazione che deve giungere
ad una sostituzione.
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