venerdì 5 aprile 2024

VI DOMENICA TEMPO ORDINARIO C

 





Ger 17,5-8; Sale 1; 1Cor 15, 12.16-20;Lc 6,17.20-26

 

 Paolo Cugini

 

 Riuscire a non turbare una liturgia della Parola come questa non è facile. Per commentare questa Parola in modo che penetri nel cuore delle persone con tutta la forza di cui Essa è costituita, è necessario camminare in modo molto coerente con il contenuto del testo. Perché il pericolo costante del predicatore è quello di diluire il contenuto della Parola secondo i propri limiti, cioè di non lasciare che la Parola dica quello che voleva dire, ma trascinarla dalla propria parte, giustificando così la propria mancanza di fede, l’incapacità di seguire Gesù con quella coerenza di vita che il Vangelo esige. In questo modo, non solo il predicatore non si converte, ma anche il popolo di Dio, soprattutto quello più debole nella fede, che non si sforza di informarsi leggendo e sfogliando il testo della Scrittura, ma si lascia trascinare dal discorso del predicatore. Infatti, di fronte alle Parole appena ascoltate, possiamo riflettere entrando in noi stessi e pensando: “Come mai gli uomini, le donne di fronte ad una Parola come questa, continuano a mantenere lo stesso sistema corrotto che si nutre di ignoranza e pigrizia? ".

 «Beati voi poveri, perché vostro è il Regno di Dio. Beati voi che ora avete fame... Beati voi che ora piangete... Beati voi quando gli uomini vi odieranno... a causa del Figlio dell'uomo (Lc 6,20s).

Parole impressionanti che richiedono una pausa di riflessione. In realtà, queste sono parole che contraddicono ciò che viviamo quotidianamente, dove i poveri vengono sminuiti, umiliati e massacrati. I poveri soffrono, soprattutto, perché sono umiliati nella loro dignità: sono degradati, considerati come persone di seconda fascia. Ecco perché i poveri non si piacciono e spesso cercano di mascherare la propria condizione sociale, per sentirsi accolti come persone e non rifiutati come qualsiasi altro animale. È questa persona umiliata, calpestata nella sua dignità che Dio pone al suo fianco, come suo primo erede. Il padrone del Regno di Dio non sarà uno dei potenti di questo mondo, ma, al contrario, uno tra gli esclusi, gli affamati, gli assetati, cioè tutti coloro che, in questo mondo, hanno sperimentato disaccordi a causa dell'ingiustizia umana. Questo è l'altro lato della storia. Dal punto di vista di Dio, nessuno è povero perché lo ha voluto, né perché Dio lo ha voluto. Se ci sono tanti poveri, non è a causa del disegno di Dio, ma a causa della malvagità dell'uomo, che non si accontenta di ciò che ha, ma vuole sempre di più. La povertà non è solo un problema sociale che gli uomini non possono risolvere: è soprattutto un problema spirituale. È lo stesso profeta Geremia che, nella prima lettura, ci fornisce il materiale per comprendere il punto di vista di Dio:

Maledetto l'uomo che confida nell'uomo e fa consistere nella carne umana la sua forza (Ger 17,5).

Questo è il problema: una vita confidando nelle proprie forze, nella ricerca dell'autosufficienza, dell'autonomia, che porta lontano dalle vie di Dio. Un uomo così, una donna così, che confida solo in se stesso e guarda solo il proprio ombelico, è maledetto da Dio, perché i frutti che produce sono frutti di morte. Chi bada solo al proprio interesse non si preoccupa dei problemi dei fratelli e delle sorelle che Dio mette sul suo cammino.

È una vita egocentrica, alla continua ricerca del proprio interesse, del soddisfacimento del proprio egoismo che, di conseguenza, provoca situazioni di tremenda ingiustizia e disuguaglianza.. I problemi che affrontiamo ogni giorno sono problemi sociali che hanno un'origine spirituale, cioè, sono stati tutti generati da persone egoiste, che hanno fatto e continuano a fare di tutto per trarre il massimo dalle situazioni in cui si sono trovate. Di fronte a questa situazione travolgente, Gesù esprime l'opinione di Dio, che non resta né silenzioso né neutrale di fronte al massacro dei suoi figli e figlie, ma assume una posizione molto chiara che deve condurre i cristiani sulla stessa strada. Pertanto, di fronte a questa pagina chiarissima, che non ha nemmeno bisogno di spiegazioni, potremmo chiederci: chi stiamo adulando? Su chi contiamo nel nostro presente e nel nostro futuro? Cosa e chi stiamo cercando? Non ha senso parlare continuamente di Dio, entrare in chiesa ogni domenica, mangiare il Corpo di Cristo se poi, nella vita concreta di tutti i giorni, il Corpo di Cristo viene lasciato indietro, perché cerchiamo i favori dei politici corrotti del mondo ogni giorno.

Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione! (Lc 6,24).

Con una Parola forte e chiara come questa, non c’è bisogno di chiarire da che parte sta Dio. Sì, perché la verità è questa: Dio, in Gesù, ha preso posizione, ha chiarito una volta per tutte che la ricchezza è sinonimo di ingiustizia, che, se c'è povertà è perché qualcuno è troppo egoista e a Dio non piacciono gli egoisti. Inoltre, queste parole forti e chiare ci spingono a cercare la nostra consolazione non in ciò che perisce, come la ricchezza, il denaro, l'accumulo di terre, ma in ciò che è imperituro, che dura per sempre. Per questo siamo qui e vogliamo nutrire le nostre anime con queste Parole e con il Corpo di Cristo, per rifornire la nostra vita dell'amore di Dio che si è manifestato in Cristo, che si è spogliato di tutto per donarci la propria vita. La vita di Gesù è l'opposto dell'egoismo, la sua strada è dalla parte opposta dei ricchi di questo mondo, il suo atteggiamento dischiude il significato autentico della vita umana e indica la strada che deve essere seguita da tutta l'umanità: l'amore. Cristo, infatti, non è morto solo per se stesso, per un semplice destino, ma per darci un esempio (1Pt 1,4s), affinché, interiorizzando la sua vita e le sue Parole, sappiamo guardare il mondo come Dio lo guarda e come Dio lo vuole e, ricolmi del suo amore, riuscire ad affrontare gli arroganti di questo mondo, che in ogni momento non perdono l'occasione di ingannare gli uomini e le donne con le loro vuote promesse.

Rallegratevi in ​​questo giorno ed esultate, perché la vostra ricompensa sarà grande nei ciel (Lc 6,23).

Il Vangelo è un balsamo per le nostre orecchie, una delizia per i nostri occhi: è un invito continuo a non perdersi mai d'animo, perché Cristo stesso ha già percorso questa strada. Sta a noi riempire il nostro tempo non con parole vuote, ma con quella Parola che dà senso alla nostra esistenza. Il Vangelo, da un lato, si presenta come una Parola dura, dall'altro indica la via verso la salvezza, che comporta un cambiamento radicale di vita. Chiediamo a Dio che questa Santa Eucaristia possa essere un passo avanti nella ricerca di uno stile di vita diverso, più umano ed evangelico.

Nessun commento:

Posta un commento