(dai quaderni spirituali
del 2003)
Paolo Cugini
Perché si assiste oggi, anche in campo
cattolico, al rafforzarsi di tendenze fondamentaliste? Il fenomeno può essere
visto da due punti di riferimento. Da una parte il clima di paura, che si sta
generando, la cultura post moderna senza punti di riferimento chiari e altri
fattori (come ad esempio la destrutturazione della famiglia), lasciano gli
individui in una insicurezza tale da cercare qualcosa di “forte” che possa
infondere sicurezza. Dall’altro, se si legge attentamente il Vangelo, si scopre
che il cammino di sequela, è fatto con un maestro di vita che introduce il
discepolo nel cammino. Sono i discepoli che incontrano il maestro e i discepoli
stessi che indicano ai loro amici il maestro. Ciò significa, che il maestro non
può essere messo di ufficio. Che senso ha imporre un unico direttore spirituale
ad una comunità? È evangelico? O rispecchia piuttosto una volontà di controllo?
Per essere maestro, poi, non basta avere del carisma: occorre essere persone libere Quanti presunti maestri
che oggi e nel passato hanno passeggiato sui sentieri della storia servendosi
dei discepoli per promuoversi, invece di aiutare i discepoli a liberarsi? La
Chiesa è piena di queste pagine vergognose di rapporti di dipendenza e,
purtroppo, non si può dire che il libro della vergogna sia chiuso. Un maestro è
una persona che riesce a vedere al di là del proprio egoismo. Un maestro è una
persona che ogni giorno si pone davanti al Signore chiedendogli perdono. Il
maestro si vede e si riconosce dalla sua libertà. Che cosa significa questa libertà? La libertà è un dono dello Spirito, è un segno dell’amore
di Dio.
Quando viviamo dell’amore del Signore, e lo cerchiamo con il cuore faremo
di tutto affinché le persone che incontriamo lo possano conoscere.
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