Lectio
su 2 Pt 1, 3-4
Paolo Cugini
Cristo nella sua
potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita
e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con
la sua gloria e potenza. Con queste ci ha donato i beni
grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per
loro mezzo partecipi della natura divina, essendo sfuggiti alla corruzione
che è nel mondo a causa della concupiscenza.
Il brano di Pietro viene spesso citato quando si
parla di divinizzazione, vale a dire, la trasformazione dell’uomo e della donna
attraverso l’azione dello Spirito Santo, nella divinità di Dio. Questo processo
spirituale viene spiegato bene da un padre della Chiesa dei primi secoli del
cristianesimo:
“Dio
si è fatto uomo affinché l’uomo diventi Dio” (Atanasio).
È il tema della divinizzazione che si è sviluppato nella mistica
ortodossa: diventare come Dio. “I beni grandissimi e preziosi” a cui fa
riferimento Pietro, sono i sacramenti – segni materiali della presenza di
Cristo – che accolti riproducono nella nostra umanità i tratti dell’umanità di
Gesù.
Questo cammino di trasformazione è spiegato da Paolo in questi
termini:
“E noi tutti, a viso scoperto,
riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in
quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito
del Signore (2 Cor 3,18).
Lo Spirito Santo ci trasforma nell’immagine di Cristo che noi
contempliamo quando assimiliamo la sua Parola che, a questo punto, non è
semplicemente una lettera, ma potenza di Dio (Rom 1,16) che produce la nostra salvezza
(1 Cor 15,1-2).
Questo processo di trasformazione in Cristo esige da parte dell’uomo
e della donna l’impegno di non lasciarsi travolgere dalla corruzione del mondo
che avviene attraverso la concupiscenza. Diceva la pensatrice francese Simone
Weil (1909-1943): “Amare Dio significa non attaccare il cuore alle cose vane”.
La concupiscenza è un intenso desiderio di appagamento, spec. Sessuale. Nella
morale cristiana, passione intemperante, predominio della materia sullo
spirito. In teologia, uno dei segni del peccato originale; per i protestanti il
peccato originale stesso.
Che cosa riproduce in noi lo Spirito Santo quando
lo accogliamo, gli facciamo spazio nella nostra vita? Ce lo ricorda sempre San
Paolo quando nella lettera ai Galati, ci ricorda che:
“Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà,
fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è legge” (Gal 5, 22).
Lo Spirito Santo, allora, riproduce in noi “gli stessi
sentimenti che furono di Cristo Gesù” (Fil 2,5), i tratti della sua umanità
e, in questo modo, ci libera progressivamente dalla forza della concupiscenza,
che ci schiavizza, ci rende dipendente dalle cose materiali. La vita nello
Spirito del Signore è, dunque, un cammino di liberazione per poter essere
persone libere capaci in questo modo di amare.
🔥!
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