mercoledì 8 novembre 2017

GESÙ E' IL DONO DI DIO PER L'UMANITÀ







ESERCIZI SPIRITUALI PRESBITERI DIOCESI DI REGGIO EMILIA-GUASTALLA
MAROLA 6-10 NOVEMBRE 2017
MONS. LUCIANO MONARI

Sintesi: Paolo Cugini

V MEDITAZIONE


Giovanni 4.
E’ un brano con un significato cristologico. La Samaritana fa un cammino per cogliere Gesù come il Salvatore. Questa rivelazione avviene attraverso una serie di temi.
Gesù deve passare per la Samaria. In realtà non è una necessità, ma deve passare per la Samaria perché è un territorio semi pagano. E’ significativo che questa figura della Samaritana rappresenti la terra della Samaria. I cinque mariti dicono di un’infedeltà, che rappresenta il cammino d’Israele.

 Il primo tema è quello dell’acqua. Il pozzo di Giacobbe. L’acqua del pozzo è preziosa perché necessaria per la vita. Però, nel corso del dialogo si sottolinea il fatto che toglie la sete solo per un po’, la rimanda, ma non viene tolta. Non è capace di togliere il bisogno che l’uomo ha di vita. E’ un’immagine significativa perché dice della condizione dell’uomo, la cui vita è fatta di desiderio, che diventa soddisfazione, che poi passa e si ricomincia daccapo. Non c’è una ricchezza che soddisfi del tutto. Ciò vale anche per le emozioni. Dice Gesù: chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete. E’ un’acqua magica, capace di soddisfare la sete per sempre, anzi è capace di trasformare l’uomo in una sorgente. E’ un’acqua che viene dal di dentro e produce vita. Si tratta di allargare il desiderio, di cogliere nell’acqua del pozzo un’allusione a qualcos’altro. C’è un’acqua con capacità di pienezza. In Gv questo discorso ritorna più volte. Esempio è l’immagine della luce.

Il tema del dono. “Se tu conoscessi il dono di Dio e colui che ti dice dammi da bere”. Il dono è una dimensione che attraversa tutta l’esperienza di fede. Il desiderio può essere soddisfatto solo dal dono. Il perdono, la vita, l’amore non si possono comprare, ma solo accogliere. L’uomo ha bisogno di amicizia, stima, fraternità se vuole vivere umanamente: questo è l’ambito del dono. Il dono può essere fatto di cose materiali, ma non sono mai solo materiali quando entra in gioco il dono. Nel dono c’è sempre il donatore. Se un dono è il dono dell’amico, nel dono c’è sempre anche lui. Il dono di Dio vuole stabilire un legame con noi. Gesù è il dono di Dio per noi. Gesù è capace di darci dell’acqua che zampilla per la vita eterna. Gesù s’identifica con il dono perché quando dona, dona se stesso, il suo amore, la sa vita, i suoi segni, la sua parola. Stabilisce un legame di pienezza. Devi conoscere il dono e il donatore. Conoscere solo il dono non basta. Il donatore si consegna nel dono.

Tema dell’inquietudine umana. La donna chiede quell’acqua miracolosa. Gesù risponde cambiando prospettiva introducendo un tema nuovo. Viene fuori tutta l’inquietudine di questa donna. E’ passata dall’inquietudine senza trovare pace. L’uomo ha bisogno di felicità. L’uomo però riesce a raggiungere solo dei frammenti di felicità, che gli danno l’impressiona di essere felice, ma non dura. Questa condizione della donna Gesù la conosce. Gv 2: Gesù conosceva tutti. Sapeva quello che c’è in ogni uomo. Questa conoscenza di Gesù è frequente nel Vangelo di Gv. Non c’è nessuno che si nasconda agli occhi del Signore. Cfr. sal 139. Questa conoscenza è di rivelazione che Gesù ha in quanto rivelatore del mistero stesso di Dio. La Samaritana riconosce a Gesù che è un profeta, che sente quello che sente Dio, condivide il mondo interiore di Dio.

 La donna pone la domanda: dov’è il luogo in cui bisogna adorare? C’è il problema dell’autenticità del culto. Il problema è: c’è la possibilità per l’uomo d’incontrare realmente Dio? C’è la possibilità che l’uomo possa incontrarsi con la pienezza di Dio. La risposta di Gesù: i veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e verità. Perché Dio è Spirito. E’ giunto il momento della rivelazione. Gesù parla di Padre: siamo davanti alla rivelazione della paternità di Dio. In Spirito e Verità. Il vero luogo di Culto è ormai lo Spirito e la Verità. Nel Vangelo di Giovanni la Verità è Gesù. Gesù è re, esercita una sovranità su coloro che hanno la loro origine nella Verità, che è la rivelazione del mistero di Dio. E’ il ministero dell’amore di Dio che Gesù rende visibile con la sua vita, la sua opera e le sue parole. La Verità è che Dio è luce e amore. Sono le uniche definizioni di Dio che troviamo in Gv. Il luogo del culto è la rivelazione dell’amore di Dio in Gesù Cristo. Non c’è possibilità di adorare il Padre se non in Gesù. Lo Spirito: essere nella Verità non significa avere delle convinzioni religiose corrette, ma essere mossi dallo Spirito di Dio, dal suo amore e dalla sua santità. La misura dello Spirito è quella dell’amore di Dio. Il culto vuole arrivare lì. Attraverso il culto l’uomo impara a fare ciò che Dio vuole. Lo Spirito è quell’impulso di origine divina che stabilisce nel cuore la sintonia con Dio. Lo Spirito scruta ogni cosa (cfr.Rom 8). E’ in questo Spirito che è possibile adorare Dio realmente.

Tema dell’attesa dell’uomo e della risposta di Dio. Il mistero del culto nuovo va oltre la localizzazione sarà sciolto dal messia. Il discorso raggiunge il tema dell’attesa biblica. La vita d’Israele ha la sua origine in un’opera di salvezza che tende all’attesa di un intervento definitivo di cui il Messia è lo strumento concreto. Gesù si presenta come la risposta concreta dell’attesa d’Israele. 
Sono Io: è anche la risposta all’attesa dell’uomo. L’uomo vive anche di quello che spera. In Gesù si compie il contenuto dell’attesa dell’uomo. Nel cammino dell’uomo non si va oltre Gesù Cristo, un’esistenza che sia amore oblativo per gli altri. Sono Io: il Gesù c’è la pienezza che non può essere superata. Gesù è la forma suprema dell’umanità, è la risposta alla speranza dell’uomo.

La donna lascia la brocca. La brocca è il simbolo del desiderio umano che non aveva ancora un contenuto preciso. La donna in realtà cercava l’acqua della vita. Nella città la donna diventa testimone raccontando la sua esperienza.

C’è anche il tema del cibo. C’è un cibo che i discepoli sono andato a procurarsi, ma c’è un cibo vero. Il cibo è ciò di cui si vive. Il cibo vero è il fare la volontà di Dio. Gesù è venuto per fare la volontà del Padre. Gv 6,38: che io non perda nulla di quanto Egli mi ha dato, ma lo risusciti nell’ultimo giorno. Il tema della volontà può essere riassunta nel fatto che Dio vuole che l’uomo viva. Gv. 17: io ti ho glorificato compiendo l’opera che tu mi hai dato: dia la vita eterna a tutti coloro che tu mi hai dato.

Professione di fede degli uomini di Samaria: credono in Gesù a motivo della testimonianza della donna. Quando questi uomini hanno la possibilità di realizzare un contatto con Gesù, credono per la Parola che hanno ascoltato.
Esercizio: rivedere i nostri desideri e dilatarli. Vedere l’incontro con Gesù come manifestazione dei desideri che abbiamo nel cuore. Possiamo anche immedesimarci nei discepoli.


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