Paolo Cugini
“Uscì
di nuovo… uscì ancora” (Mt 20, 3s). C’è un costante movimento di uscita
nella parabola di oggi. C’è un padrone che continuamente esce per trovare
lavoratori per la sua vigna. Uscendo dalla parabola: qual è il significato? La
vigna è la Chiesa, il padrone Gesù. La Chiesa non è una setta di pochi, ma una
comunità viva che continuamente esce per chiamare altri a fare parte della
comunità. È il dinamismo dell’evangelizzazione. Se l’esperienza comunitaria è
ritenuta positiva, provoca il desiderio di condividerla. La missionarietà della
comunità ne rivela la bontà. La chiesa che esce non è uno slogan, ma un
dinamismo che rivela l’identità della comunità cristiana. Questo dinamismo
richiede comunità di discepoli e discepole che amano il Signore e la vita della
comunità.
“Quando
arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più”.
Sono le dinamiche delle comunità, in cui le persone che non lavorano sulla
propria spiritualità, vale a dire, sull’interiorizzazione dei valori del
Vangelo, riportano nei dinamismi comunitari le logiche del mondo, dominate dall’istinto
di sopravvivenza. L’intera parabola è un testo che dovrebbe essere meditato
nella comunità, perché è uno squarcio profondo dei dinamismi di vario tipo che
entrano in gioco nelle relazioni e nella attività della stessa. La morale della
parabola è che nella vita della comunità cristiana tutto dovrebbe essere nella
logica del dono gratuito, che genera donazione e gratuità. Non a caso, è l’eucaristia
che fa la Chiesa e, quando ciò avviene, la comunità riproduce nei dinamismi
interni e nelle attività, lo stile gratuito di Gesù, la sua ricerca di
giustizia e di pace, ponendo al centro i poveri e gli esclusi.
Nessun commento:
Posta un commento