giovedì 29 febbraio 2024
venerdì 23 febbraio 2024
SUPERARE LA GIUSTIZIA DEI FARISEI
Paolo Cugini
Se
la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non
entrerete nel regno dei cieli (Mt 5,20).
Di
che cosa sta parlando Gesù, in che senso dobbiamo superare la giustizia degli
scribi e dei farisei? Di che giustizia si trattava? Era la giustizia
retributiva e meritocratica e, di conseguenza una giustizia escludente che si
basava sulla logica del favore, che tende agevolare chi è vicino al potere e
danneggiare gli altri, soprattutto i poveri. Superare la giustizia dei farisei
significa entrare nella logica diametralmente opposta, la logica della condivisione
gratuita e disinteressata, che è la logica del Vangelo. Al centro c’è l’attenzione
all’altro, soprattutto all’indigente, in ogni momento.
Quello
che è importante nella comunità cristiana è fare di tutto per riconciliarsi con
il fratello e la sorella con cui si ha avuto qualche screzio. Ci si riconcilia
con Dio solamente riconciliandosi con il fratello e la sorella: è questo un
punto decisivo della convivenza nella comunità dei discepoli e discepole del
Signore. Il regno dei cieli in cui siamo invitati entrare è quello spazio di
umanità nuova segnato da un nuovo stile di relazioni umane, alimentato dall’amore
del Signore che riceviamo nello Spirito Santo. Entrare in questo nuovo spazio,
fare parte di questa nuova umanità è il senso del cammino cristiano.
mercoledì 21 febbraio 2024
giovedì 15 febbraio 2024
QUALE VANTAGGIO?
Paolo Cugini
Se
qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni
giorno e mi segua (Lc 9,24). Rinneghi se stesso: è possibile
solamente se si è incontrato nella propria vita qualcosa di così forte e
importante da riorientare tutta l’esistenza. Rinnegare se stesso è lottare
contro la forza dell’istinto di sopravvivenza che orienta la vita biologica e
determina le scelte. È possibile uscire dalla logica istintuale solamente se si
assimila un principio vitale più forte, come è appunto lo Spirito del Vangelo.
Proprio per questo, dev’essere rimotivato ogni giorno, ri-assimilato, affinché
diventi normale, quotidiano.
È
nell’ogni giorno il segreto. Uscire dalla logica dell’esperienza religiosa come
un dato che colpisce i sentimenti, le emozioni. Sino a quando il cammino di
fede nel Vangelo non s’inserisce nelle dinamiche di vita quotidiana, rimane un’esperienza
sporadica che non incide ed è destinata a deragliare.
quale
vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?
(Lc
9,25). Sono versetti come questi che fanno assaporare lo specifico del Vangelo.
Versetti radicali, che non lasciano adito a sotterfugi, inganni, possibilità di
interpretazioni diverse. Sono parole, quelle di Gesù, che inchiodano, che
provocano una riflessione e, di conseguenza, una scelta.
mercoledì 14 febbraio 2024
lunedì 12 febbraio 2024
PERFETTA LETIZIA
Paolo
Cugini
Considerate perfetta
letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la
vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l’opera
sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla (Gc
1,2-3).
Capovolgimento
della mentalità comune: è questo uno degli aspetti del Vangelo. E allora, se
nel senso comune la letizia si ha quando si vive in pace, per chi segue il
Vangelo non è sempre così. Occorre considerare letizia anche quando si vivono
contrasti a causa delle scelte di vita provocati dal vangelo. Abitare
serenamente la contraddizione: è questo che dovrebbe produrre l’azione dello
Spirito Santo sui fedeli. Letizia che è vissuta da coloro che sono abituati al
contrasto, che sanno che fa parte dell’opzione di fondo, che consiste nell’abbracciare
un cammino che va dalla parte opposta della logica del mondo. E così, in questo
cammino, si scopre che la letizia non è fuori di sé, non è una realtà che s’incontra,
ma che sta dentro di noi, perché è uno dei frutti dello Spirito che lo coglie
chi lo vive. Letizia come capacità di vivere nei contrasti, perché è chiaro l’obiettivo
che orienta l’esistenza e che non dipende dall’opinione dell’altro.
La
letizia si plasma nella pazienza, nella capacità di frenare le risposte
immediate e di vivere con lo sguardo fisso sull’obiettivo. La persona che sa
vivere in letizia, cha ha imparato a convivere nelle tensioni e ad affrontare
serenamente i contrasti emana una grande pace che s’irradia nel contesto in cui
vive.
giovedì 8 febbraio 2024
ELLA LO SUPPLICAVA
Paolo
Cugini
Ella lo supplicava di
scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si
sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai
cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano
le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il
demonio è uscito da tua figlia» (Mc 7,24s).
Chi
può esprimere un pensiero così profondo e pieno di fiducia nel Signore, come ha
avuto questa donna straniera, di lingua greca e siro-fenicia? Solamente una
persona povera, che non sa dove sbattere la testa e si aggrappa a ciò che
percepisce come l’unica possibilità di salvezza per la propria figlia. Per
questo non arretra nemmeno dinanzi alle parole sprezzanti e dure di Gesù, ma
insiste, manifestando tutta la sua fede. Apriamo un varco nel cuore del Mistero
quando assumiamo tutta la nostra indigenza, quando ne abbiamo coscienza e la
manifestiamo nella preghiera. Non c’è possibilità per la persona arrogante,
autosufficiente.
C’è
possibilità di comprendere la presenza della misericordia del Mistero nella
storia quando si prende coscienza della propria miseria, della propria
pochezza, soprattutto, quando in uno stato di povertà si ha a cuore qualcuno
che soffre. C’è tanta sofferenza e disperazione nelle parole che questa madre
straniera rivolge a Gesù. Lei ha un motivo per vivere che è dato dalla sua
propria figlia, che sta rischiando di perdere. La preghiera che apre un varco
nel Mistero della Misericordia è impastata della verità della vita che soffre,
in un contesto di fragilità e d’indigenza. Colui e colei che dirige la propria
preghiera disperata a Dio scopre la presenza misericordiosa del Mistero di Dio
che è Vita vera, Luce nelle tenebre, Speranza nella disperazione.
martedì 6 febbraio 2024
IL SUO CUORE E' LONTANO DA ME
Paolo
Cugini
«Bene ha profetato Isaia
di voi, ipocriti, come sta scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine
che sono precetti di uomini". Trascurando il comandamento di Dio, voi
osservate la tradizione degli uomini» … Così annullate la parola di Dio
con la tradizione che avete tramandato voi (Mc 7, 1s).
Questo
è un passaggio centrale del Vangelo di Marco, perché aiuta a cogliere il senso
della presenza di Gesù, che è venuto a smascherare la falsa religione creata
dagli uomini. Con il tempo è avvenuta una sostituzione: la dottrina degli
uomini ha sostituito la Parola di Dio. Il motivo di questa sostituzione è molto
semplice, vale a dire, la non disponibilità al cambiamento. La classe
sacerdotale ha fatto della religione una fonte di potere e, soprattutto, di
guadagno, negando alla radice il contenuto profondo della Parola di Dio, che
loro stessi avrebbero dovuto vivere e trasmettere con le parole e con il loro
esempio. In realtà, ciò che storicamente è avvenuto ed è il contenuto specifico
della critica di Gesù nel Vangelo di oggi, è esattamente il contrario. Hanno
costruito un insieme di norme e dileggi in modo tale da controllare la
religione e bloccare la forza della Parola di Dio.
È il pericolo della religione, di quella relazione
con Dio che in realtà, non serve ad altro che mantenere la coscienza in pace. Mentre
il rapporto di fede con la Parola di Dio stimola al cambiamento, a tagliare
dalla propria vita ogni situazione che intralcia la possibilità di vivere da
figlio e figlia di Dio per una vita in pienezza e trasparenza, dall’altro la
religione fa di tutto per piegare Dio a servizio dell’uomo. Questo è il motivo
della morte di Gesù, che ha messo il dito nella piaga della classe sacerdotale,
della loro ipocrisia e, invece d’iniziare un cammino di conversione, hanno
deciso di fare fuori Gesù. È la religione del tempio con i suoi sacerdoti che
hanno ucciso Gesù.
lunedì 5 febbraio 2024
deponevano i malati nelle piazze
Paolo Cugini
Scesi dalla barca,
la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione,
cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si
trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i
malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del
suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati (Mc 6,54-56).
La presenza di Gesù attrae gli ammalati. Gesù
è una fonte di vita inserita nella storia e lo scopre chi è malato. Si può fare
una lettura spirituale di questo passaggio del Vangelo. La presenza di Gesù
nella storia manifesta la malattia del mondo, dell’umanità. Gesù entra in una
storia malata, anzi la presenza di Dio nella storia rivela che il mondo, l’umanità
è malata. È questa la grande rivelazione di Gesù. Si accorge della presenza di
Gesù solamente colui, colei che accetta la propria malattia, la riconosce. Solo
così si mette in cammino alla ricerca di una cura e, ad un certo punto del
cammino, scopre che c’è nel mondo colui che può guarire la ferita che provoca
dolore. Aiutare le persone a non nascondere la ferita, ma a guardarla con
misericordia è uno dei compiti della Chiesa, perché solo così può iniziare un
cammino spirituale, che è essenzialmente la ricerca di colui che cura le
ferite.
C’è
un salvatore nel mondo, c’è una fonte di vita inesauribile che Dio ha, per così
dire, conficcato nella storia: lo capisce solamente colui, colei che si accorge
di sanguinare, che si ferma a leccarsi la ferita e, guardandosi in giro
percepisce la presenza misteriosa di Colui che cura.