venerdì 23 febbraio 2024

SUPERARE LA GIUSTIZIA DEI FARISEI

 



Paolo Cugini

 

Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli (Mt 5,20).

Di che cosa sta parlando Gesù, in che senso dobbiamo superare la giustizia degli scribi e dei farisei? Di che giustizia si trattava? Era la giustizia retributiva e meritocratica e, di conseguenza una giustizia escludente che si basava sulla logica del favore, che tende agevolare chi è vicino al potere e danneggiare gli altri, soprattutto i poveri. Superare la giustizia dei farisei significa entrare nella logica diametralmente opposta, la logica della condivisione gratuita e disinteressata, che è la logica del Vangelo. Al centro c’è l’attenzione all’altro, soprattutto all’indigente, in ogni momento.

Quello che è importante nella comunità cristiana è fare di tutto per riconciliarsi con il fratello e la sorella con cui si ha avuto qualche screzio. Ci si riconcilia con Dio solamente riconciliandosi con il fratello e la sorella: è questo un punto decisivo della convivenza nella comunità dei discepoli e discepole del Signore. Il regno dei cieli in cui siamo invitati entrare è quello spazio di umanità nuova segnato da un nuovo stile di relazioni umane, alimentato dall’amore del Signore che riceviamo nello Spirito Santo. Entrare in questo nuovo spazio, fare parte di questa nuova umanità è il senso del cammino cristiano.

giovedì 15 febbraio 2024

QUALE VANTAGGIO?

 



 

Paolo Cugini

Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua (Lc 9,24). Rinneghi se stesso: è possibile solamente se si è incontrato nella propria vita qualcosa di così forte e importante da riorientare tutta l’esistenza. Rinnegare se stesso è lottare contro la forza dell’istinto di sopravvivenza che orienta la vita biologica e determina le scelte. È possibile uscire dalla logica istintuale solamente se si assimila un principio vitale più forte, come è appunto lo Spirito del Vangelo. Proprio per questo, dev’essere rimotivato ogni giorno, ri-assimilato, affinché diventi normale, quotidiano.  

È nell’ogni giorno il segreto. Uscire dalla logica dell’esperienza religiosa come un dato che colpisce i sentimenti, le emozioni. Sino a quando il cammino di fede nel Vangelo non s’inserisce nelle dinamiche di vita quotidiana, rimane un’esperienza sporadica che non incide ed è destinata a deragliare.

quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso? (Lc 9,25). Sono versetti come questi che fanno assaporare lo specifico del Vangelo. Versetti radicali, che non lasciano adito a sotterfugi, inganni, possibilità di interpretazioni diverse. Sono parole, quelle di Gesù, che inchiodano, che provocano una riflessione e, di conseguenza, una scelta.

 

lunedì 12 febbraio 2024

PERFETTA LETIZIA

 



Paolo Cugini

Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove, sapendo che la vostra fede, messa alla prova, produce pazienza. E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla (Gc 1,2-3).

Capovolgimento della mentalità comune: è questo uno degli aspetti del Vangelo. E allora, se nel senso comune la letizia si ha quando si vive in pace, per chi segue il Vangelo non è sempre così. Occorre considerare letizia anche quando si vivono contrasti a causa delle scelte di vita provocati dal vangelo. Abitare serenamente la contraddizione: è questo che dovrebbe produrre l’azione dello Spirito Santo sui fedeli. Letizia che è vissuta da coloro che sono abituati al contrasto, che sanno che fa parte dell’opzione di fondo, che consiste nell’abbracciare un cammino che va dalla parte opposta della logica del mondo. E così, in questo cammino, si scopre che la letizia non è fuori di sé, non è una realtà che s’incontra, ma che sta dentro di noi, perché è uno dei frutti dello Spirito che lo coglie chi lo vive. Letizia come capacità di vivere nei contrasti, perché è chiaro l’obiettivo che orienta l’esistenza e che non dipende dall’opinione dell’altro.

La letizia si plasma nella pazienza, nella capacità di frenare le risposte immediate e di vivere con lo sguardo fisso sull’obiettivo. La persona che sa vivere in letizia, cha ha imparato a convivere nelle tensioni e ad affrontare serenamente i contrasti emana una grande pace che s’irradia nel contesto in cui vive.

 

giovedì 8 febbraio 2024

ELLA LO SUPPLICAVA

 



 

Paolo Cugini

Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia» (Mc 7,24s).

Chi può esprimere un pensiero così profondo e pieno di fiducia nel Signore, come ha avuto questa donna straniera, di lingua greca e siro-fenicia? Solamente una persona povera, che non sa dove sbattere la testa e si aggrappa a ciò che percepisce come l’unica possibilità di salvezza per la propria figlia. Per questo non arretra nemmeno dinanzi alle parole sprezzanti e dure di Gesù, ma insiste, manifestando tutta la sua fede. Apriamo un varco nel cuore del Mistero quando assumiamo tutta la nostra indigenza, quando ne abbiamo coscienza e la manifestiamo nella preghiera. Non c’è possibilità per la persona arrogante, autosufficiente.

C’è possibilità di comprendere la presenza della misericordia del Mistero nella storia quando si prende coscienza della propria miseria, della propria pochezza, soprattutto, quando in uno stato di povertà si ha a cuore qualcuno che soffre. C’è tanta sofferenza e disperazione nelle parole che questa madre straniera rivolge a Gesù. Lei ha un motivo per vivere che è dato dalla sua propria figlia, che sta rischiando di perdere. La preghiera che apre un varco nel Mistero della Misericordia è impastata della verità della vita che soffre, in un contesto di fragilità e d’indigenza. Colui e colei che dirige la propria preghiera disperata a Dio scopre la presenza misericordiosa del Mistero di Dio che è Vita vera, Luce nelle tenebre, Speranza nella disperazione.

 

martedì 6 febbraio 2024

IL SUO CUORE E' LONTANO DA ME

 



Paolo Cugini

 

«Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini» … Così annullate la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi
(Mc 7, 1s).

Questo è un passaggio centrale del Vangelo di Marco, perché aiuta a cogliere il senso della presenza di Gesù, che è venuto a smascherare la falsa religione creata dagli uomini. Con il tempo è avvenuta una sostituzione: la dottrina degli uomini ha sostituito la Parola di Dio. Il motivo di questa sostituzione è molto semplice, vale a dire, la non disponibilità al cambiamento. La classe sacerdotale ha fatto della religione una fonte di potere e, soprattutto, di guadagno, negando alla radice il contenuto profondo della Parola di Dio, che loro stessi avrebbero dovuto vivere e trasmettere con le parole e con il loro esempio. In realtà, ciò che storicamente è avvenuto ed è il contenuto specifico della critica di Gesù nel Vangelo di oggi, è esattamente il contrario. Hanno costruito un insieme di norme e dileggi in modo tale da controllare la religione e bloccare la forza della Parola di Dio.

 È il pericolo della religione, di quella relazione con Dio che in realtà, non serve ad altro che mantenere la coscienza in pace. Mentre il rapporto di fede con la Parola di Dio stimola al cambiamento, a tagliare dalla propria vita ogni situazione che intralcia la possibilità di vivere da figlio e figlia di Dio per una vita in pienezza e trasparenza, dall’altro la religione fa di tutto per piegare Dio a servizio dell’uomo. Questo è il motivo della morte di Gesù, che ha messo il dito nella piaga della classe sacerdotale, della loro ipocrisia e, invece d’iniziare un cammino di conversione, hanno deciso di fare fuori Gesù. È la religione del tempio con i suoi sacerdoti che hanno ucciso Gesù.

 

lunedì 5 febbraio 2024

deponevano i malati nelle piazze

 



Paolo Cugini

 

Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati (Mc 6,54-56).

 La presenza di Gesù attrae gli ammalati. Gesù è una fonte di vita inserita nella storia e lo scopre chi è malato. Si può fare una lettura spirituale di questo passaggio del Vangelo. La presenza di Gesù nella storia manifesta la malattia del mondo, dell’umanità. Gesù entra in una storia malata, anzi la presenza di Dio nella storia rivela che il mondo, l’umanità è malata. È questa la grande rivelazione di Gesù. Si accorge della presenza di Gesù solamente colui, colei che accetta la propria malattia, la riconosce. Solo così si mette in cammino alla ricerca di una cura e, ad un certo punto del cammino, scopre che c’è nel mondo colui che può guarire la ferita che provoca dolore. Aiutare le persone a non nascondere la ferita, ma a guardarla con misericordia è uno dei compiti della Chiesa, perché solo così può iniziare un cammino spirituale, che è essenzialmente la ricerca di colui che cura le ferite.

C’è un salvatore nel mondo, c’è una fonte di vita inesauribile che Dio ha, per così dire, conficcato nella storia: lo capisce solamente colui, colei che si accorge di sanguinare, che si ferma a leccarsi la ferita e, guardandosi in giro percepisce la presenza misteriosa di Colui che cura.