SANTA FAMIGLIA DI GESU’, MARIA E GIUSEPPE
(Lc
2, 41-52)
Paolo
Cugini
La festa della santa famiglia ci ricorda che la
dinamica della fede, la conoscenza dei suoi misteri e le indicazioni del
cammino che siamo chiamati a percorrere avviene all’interno della vita
famigliare. Questa è già una prima e profonda indicazione. Troviamo Dio, il suo
cammino verso di noi, quando viviamo in modo autentico le relazioni che il
Signore ci ha donato. Il padre, la madre, i nonni, i fratelli e le sorelle,
infatti, non ce li scegliamo, ma ce li troviamo alla nascita. Non sono come gli
amici, che incontriamo lungo la vita e che cambiamo a partire dai luoghi e dai
contesi in cui viviamo. Le persone di una famiglia sono il dono che Dio ci fa
per crescere in modo umano. L’attenzione alle relazioni familiari è il primo
passo significativo, non solo per il nostro cammino di umanizzazione, ma anche spirituale.
Comprendere questo aspetto della vita di fede, comporta immediatamente l’impegno
di investire sempre di più nel qualificare le nostre relazioni familiari, l’attenzione
a chi ci sta intorno, a chi condivide ogni giorno il cammino della vita.
Il
secondo aspetto significativo che appare nella festa della santa famiglia è la
sua povertà. Dio decide di nascere non solo in una famiglia povera, ma anche in
una regione e in un territorio caratterizzato dalla povertà. Dio scegli di non
nascere ricco, in un castello, ma povero tra i poveri. Gesù è nato e cresciuto
con una mamma analfabeta, un padre falegname, considerato, a quei tempi, un
lavoro infame, una casa povera. Gesù cresce vivendo sulla propria pelle il
frutto delle disuguaglianze sociali, in cui pochi detengono la maggior parte
dei benefici, mentre la maggioranza vive di briciole. Gesù e la sua famiglia hanno
vissuto, come tanti di briciole. Questo aspetto della povertà di Gesù, che la
ritroviamo anche negli anni della maturità, della sua vita pubblica, va presa
seriamente in considerazione. Che cosa c’insegna questo dato biblico che, allo
stesso tempo, è una scelta di Dio? Ci dice che nella ricchezza, nel lusso,
negli agi, non matura la nostra fede. Al contrario, una vita essenziale, una
famiglia che si sforza continuamente di condividere ciò che ha, non investe
solo per rispondere ai propri bisogni, ma si apre agli altri, ai poveri che
incontra nel cammino, sforzandosi continuamente di mantenere uno stile basso, essenziale,
crea il terreno affinché possa maturare la fede, la fiducia nella giustizia di
Dio, nella sua bontà e misericordia.
Il
terzo aspetto che possiamo sottolineare di questa santa famiglia è la libertà
di ogni membro con la tradizione dei padri. Maria accetta la proposta
scandalosa di essere madre prima del matrimonio, ponendosi immediatamente in
una situazione gravissima dal punto di vista della legge mosaica. Maria si
affida a Dio e accetta il rischio di venire uccisa dalla comunità, perché trasgredisce
il precetto. Non da meno è Giuseppe, che viene definito giusto, vale a dire, un
uomo che obbedisce i comandamenti di Dio. Rimasto sconvolto dalla notizia della
gravidanza di Maria, accetta la proposta dell’angelo in sogno e trasgredisce la
legge mosaica, che prevedeva la lapidazione in caso di adulterio, la prende con
sé e la custodisce. Infine, sappiamo tutti che cosa combinerà il loro figlio
Gesù quando inizierà l’attività pubblica. Sin dall’inizio del suo ministero,
Gesù trasgredisce il primo e fondamentale comandamento la cui trasgressione conduceva
alla morte: il rispetto del sabato. Una famiglia, dunque, di ribelli, una
ribellione nei confronti di una legge che soffoca la vita, nella continua
ricerca della volontà d’amore del Padre. Anche in questo caso, come in altri,
ritroviamo nell’umanità di Gesù, nel suo stile i tratti salienti dei suoi
genitori, che erano poveri, ma grandi in saggezza e amore al Padre.
È
la vita essenziale che ci conduce ad aggrapparci alla Parola del Signore per
cercare conforto in Lui e scoprirne la presenza delicata in alcune esperienze
personali in cui le nostre forze vengono provate al limite. Sono proprio queste
situazioni limite, che diviene importante avere qualcuno di familiare che ci
può sostenere, consigliare e con cui noi stesso possiamo parlare, condividere
la nostra situazione. La santa famiglia di Nazareth, se vista da vicino,
insegna tutto questo e anche di più.
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