Esulta, o sterile che non hai partorito,
prorompi in grida di giubilo e di gioia,
tu che non hai provato i dolori,
perché più numerosi sono i figli dell'abbandonata
che i figli della maritata, dice il Signore.
Allarga lo spazio della tua tenda,
stendi i teli della tua dimora senza risparmio,
allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti,
poiché ti allargherai a destra e a sinistra
e la tua discendenza possederà le nazioni,
popolerà le città un tempo deserte.
Non temere, perché non dovrai più arrossire;
non vergognarti, perché non sarai più disonorata;
anzi, dimenticherai la vergogna della tua giovinezza
e non ricorderai più il disonore della tua vedovanza.
Poiché tuo sposo è il tuo creatore,
Signore degli eserciti è il suo nome;
tuo redentore è il Santo d'Israele,
è chiamato Dio di tutta la terra (Is 54).
Immagine potentissima d’Isaia, che rivela la grandezza
straordinaria della sua intelligenza e della sua anima. Immagine che dice anche
dell’originalità del pensiero ebraico. Sono parole che vanno oltre l’umano, la
capacità umana d’intendere le cose. Probabilmente, sono parole frutto di un’intensa
esperienza di preghiera, di contemplazione del mistero. Come sfondo storico al testo di Isaia 54 c’è
senza dubbio l’esperienza angosciante dell’esilio in Babilonia e la conseguente
e progressiva perdita di speranza.
Dentro
questo malessere esistenziale il profeta riesce a vedere quello che Dio sta
preparando, una nuova discendenza non tanto secondo la carne, ma secondo lo
Spirito; una generazione docile alla Parola di Dio, perché, come dirà Geremia
(31,34) l’avrà piantata nel cuore. E allora ci vogliono madri capaci di
partorire questa generazione di figli e possono essere solamente madri sposate
al Signore, consacrate totalmente a Lui. Credo che sia l’inno più chiaro e profondo
di esaltazione alla verginità consacrata. È vero che qui si parla di donna
sterile, ma lo si può estendere in senso spirituale alla verginità consacrata. C’è
la promessa di una discendenza numerosa che nascerà dalla donna sterile. Tutto
ciò sarà possibile perché: “tuo sposo è il tuo creatore”. È questo
versetto che può essere interpretato come riferimento alla verginità
consacrata, in cui la donna non ha dolori per il parto, ma diviene feconda di
una generazione di figli che nascono dall’ascolto della parola del Signore.
Madri che generano figli docili alla parola del Signore: è questo il senso di
una vita consacrata a Dio.
Allarga
lo spazio della tua tenda, stendi i teli della tua dimora senza risparmio, allunga
le cordicelle, rinforza i tuoi paletti: continuano ad essere
riprese le immagini del tempo dell'Esodo: è un popolo di pastori, nomade e
quindi le immagini che si susseguono sono quelle del tempo della liberazione
dall'Egitto, quando un popolo, nella sua gioventù, si sposa con il suo Dio
Liberatore, nel deserto.
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