Paolo Cugini
«Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio» (Lc 6,20).
Il grido del Vangelo contro l’ordine del mondo
Beati
voi, poveri! Non è una carezza, non è una consolazione: è un grido che squarcia
il cielo e la terra, un tuono che abbatte i palazzi dei potenti. Vostro è il
regno di Dio! Ecco la parola che abbatte i troni, che rovescia la logica
imposta dai secoli, che umilia i ricchi e innalza gli ultimi. Leggo queste
parole di Luca come taglio di spada dopo il servizio Caritas, davanti a volti
segnati dalla fatica e dalla fame: davanti a Dio, sono loro i benedetti, i
destinatari di una rivoluzione che non lascia scampo.
Il
Vangelo esplode nel cuore della storia, annientando le certezze del moderno,
distruggendo i miti della ricchezza e del successo. Benedici i poveri, maledici
i ricchi: questa è la legge che nessun sistema può sopportare, che nessuna
civiltà osa accogliere senza tremare. Accogliere questa beatitudine è entrare
in guerra con la mentalità dominante, schierarsi contro la corrente, prendere a
pugni i muri dell’indifferenza. È un cammino che pretende la morte del vecchio
io, la decostruzione radicale dei sogni imposti dal potere.
Beati
voi, poveri: non è una dottrina per anime deboli. È una chiamata al
rovesciamento, una marcia nella contromano della storia, verso una meta che
nessuno ha il coraggio di nominare. La povertà evangelica non è miseria subita,
ma scelta di spoliazione, di sfida, di abbandono ai territori dell’altro. Chi
si mette in cammino come discepolo, entra in questa lotta: lascia, perde, si
annulla per trovare, in chi è escluso e perseguitato, il vero senso della
storia.
Questa
beatitudine è una sfida gettata tra le rovine delle civiltà. Gesù traccia il
senso della storia in poche parole, assolute, tremende: la sorpresa è totale,
la novità ci trova impreparati, incapaci di reagire. Non basta capirla; bisogna
lasciarsi travolgere, assimilare, vivere. Il cammino non è solitario: è una
convocazione per formare la comunità dei poveri, spogliati da Cristo, rivestiti
di fuoco e di amore. Voi, poveri, siete il cuore che pulsa nel buio, la
profezia che giudica il mondo. Il tempo dei miti è finito: ora regna la logica
del Vangelo, che esalta chi non ha nulla e annienta chi possiede tutto. Beati
voi, poveri: la storia è vostra, il regno vi appartiene.

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