VANGELO
DI GIOVANNI CAPITOLO 4
Appunti
di Paolo Cugini
1-6:
perché si dice che Gesù doveva attraversare la Samaria? Per un’esigenza
apostolica. Tutte le volte che nei vangeli appare il verbo dovere, vuole
indicare che c’è un volere divino che agisce nella storia.
Nella
letteratura patriarcale il pozzo è a volte unito all’idea di
fidanzamento. Abramo trovò Rebecca presso un pozzo; Anche Mosè trovò Zippora
presso un pozzo (Es 2,16s). Già due volte Gesù viene indicato con l’immagine
dello sposo (2,11; 3,29-30). Gesù è lo sposo seduto ad un pozzo che si
incontrerà con una donna che rappresenta un popolo.
7-8:
cibo e acqua. Gesù incontra la Samaritana.
9-15:
la donna evidenzia le differenze di popoli e il dialogo sembra partire in
salita. Gesù, però, sposta il discorso su un altro tipo di acqua. All’inizio
emerge un’altra differenza: la donna è in grado di abbeverarsi da sola all’acqua
del pozzo, mentre Gesù no, non ha uno strumento per attingere al pozzo. Il dono
dell’acqua che Gesù può offrire è legato alla conoscenza di Lui.
Gesù
risponde alla domanda della donna comparando i due tipi di
acqua: la prima disseta solo parzialmente, mentre quella che Gesù può offrire zampilla
per la vita eterna, e cioè mette in comunione con la vita che viene da Dio.
Il problema è che quest’acqua per averla è necessaria una condizione: conoscere
Gesù e accoglierlo come il rivelatore di Dio. Solo allora Gesù potrà dare la
possibilità di rinascere dall’alto, dall’acqua e dallo Spirito.
Anche
per la Samaritana, come prima per Nicodemo, le parole di Gesù suonano
strane. Egli, infatti, sposta sempre il discorso al livello spirituale,
che fonda anche il discorso materiale. Per seguirlo e comprenderlo, occorre
fare un passo, cambiare registro.
In
questa prima parte del dialogo la distanza tra giudei e samaritani è rimasta
inalterata, perché non c’è stata comprensione dei contenuti condivisi. Ecco perché
Gesù rilancia il dialogo, anche tenendo conto del “doveva” iniziale: doveva
passare per la Samaria.
16-19:
In questa nuova fase del dialogo, Gesù obbliga la Samaritana ad essere vera con
se stessa, a collocarsi di fronte a lui nella verità, la mette in situazione di
scelta e la donna sceglie di essere vera.
Questo
aspetto è importante. Chi, infatti, sceglie la verità riconoscendo
la sua reale situazione di mancanza e di fragilità, si rende capace di aprirsi
ulteriormente alla verità, di andare oltre le materiali parole di Gesù e di
iniziare a riconoscere colui che parla: tu sei un profeta. Con questo
suo riconoscimento la donna è ora disponibile ad aprirsi sempre di più al dono
di Dio.
Dal
punto di vista simbolico la donna, in realtà, rappresenta
l’umanità pagana che è senza sposo, l’umanità che non riesce ad assetarsi e passa
da un marito all’altro, da un dio all’altro, da una verità all’altra. Ora la
donna, grazie al cammino di apertura alla verità che ha compiuto, è in grado di
andare incontro vero con lo sposo.
20-26:
viene ripreso il contrasto Samaritani e Giudei. Qui il campo di discussione è
la religione. I Giudei avevano distrutto nel 128 a. C. il tempio che i
Samaritani avevano costruito sul monte Garizim e, nonostante ciò, continuavano
ad adorare Dio su quel monte; mentre i giudei adoravano Dio nel tempio di
Gerusalemme. Gesù, nella risposta, supera questa contrapposizione e non parla a
favore di nessuna delle due posizioni. Gesù supera le contrapposizioni dei
luoghi di culto, perché il vero contrasto si colloca sul piano della conoscenza.
Dio continua a camminare con il suo popolo nella storia e a rivelarsi per mezzo
dei profeti. Diversamente da come pensano i Samaritani, la rivelazione di Dio
non si è limitata a Mosè e non è contenuta solo nel Pentateuco. La contrapposizione
viene superata perché i veri adoratori del Padre sono quelli che l’adorano in Spirito
e Verità.
Solo
chi è generato da Dio per aver accolto il Figlio Gesù e averlo riconosciuto
come il divino rivelatore può adorare il Padre in Spirito e Verità. Il Figlio è
l’unico luogo vero d’incontro con il Padre. Ogni privilegio di razza,
nazionalità o sesso è annullato dall’affermazione di Gesù.
26:
Gesù si rivela alla Samaritana e chi l’accoglie deve annunziarlo. È proprio
questo che farà la Samaritana.
27-42:
l’Annunzio ai Samaritani
27-30:
introduzione. Ci sono due eventi contemporanei introdotti da una duplice
informazione. Reazione dei samaritani all’annuncio della donna; la reazione di
Gesù allo stupore dei discepoli.
La
donna si comporta come avevano fatto Andrea e Filippo. La donna vuole che siano
i suoi concittadini a dare una risposta definitiva sull’identità dell’uomo
Gesù.
31-38:
due acque sono state messe a confronto ed ora due cibi. C’è quello materiale
offerto si discepoli e ce n’è un altro che non conoscono. Mentre la donna
dialoga con Gesù, i discepoli, invece, dialogano tra loro. Non prende l’acqua
della Samaritana e non prende il cibo dei discepoli, perché suo cibo è fare la
volontà del Padre. La volontà del Padre è che i Samaritani non periscano ma
abbiano la vita eterna e siano salvati per mezzo di Lui (3,16-17).
Gesù
gioisce perché l’opera che il Padre gli ha affidato si sta compiendo. I
Samaritano lo accoglieranno, crederanno in Lui, si salveranno per mezzo di Lui.
37-38:
l’esperienza ecclesiale si sovrappone all’esperienza di Gesù. La volontà del
Padre per Gesù è la salvezza di tutti.
39-42:
ogni contrapposizione scompare. I Samaritani passano da una fede testimoniata
da una donna alla fede alimentata dall’incontro con il Signore.
43-54:
la Samaria è per l’evangelista apertura sul mondo della missione di Gesù. L’accoglienza
dei samaritani è segno dell’accoglienza di tutta l’umanità. Un bambino riceve
di nuovo la vita, rivive. Nella dinamica del Vangelo questo è segno che Gesù può
davvero donare la vita eterna, la vita definitiva a chi crede in lui. La
maggioranza non accoglie la Parola di Gesù, ma alcuni l’accolgono e si aprono
al dono di Dio. È una verità che vale in modo particolare per Israele, ma anche
per il mondo intero (3,16-21). Gesù è venuto perché tutti abbiano vita eterna,
quella vita che ha il carattere della definitività. Tutto ciò si realizza quando
verrà l’ora di Gesù.
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