lunedì 31 ottobre 2022

GESU’ E LA SAMARITANA

 



VANGELO DI GIOVANNI CAPITOLO 4


 

Appunti di Paolo Cugini

 

1-6: perché si dice che Gesù doveva attraversare la Samaria? Per un’esigenza apostolica. Tutte le volte che nei vangeli appare il verbo dovere, vuole indicare che c’è un volere divino che agisce nella storia.

Nella letteratura patriarcale il pozzo è a volte unito all’idea di fidanzamento. Abramo trovò Rebecca presso un pozzo; Anche Mosè trovò Zippora presso un pozzo (Es 2,16s). Già due volte Gesù viene indicato con l’immagine dello sposo (2,11; 3,29-30). Gesù è lo sposo seduto ad un pozzo che si incontrerà con una donna che rappresenta un popolo.

7-8: cibo e acqua. Gesù incontra la Samaritana.

9-15: la donna evidenzia le differenze di popoli e il dialogo sembra partire in salita. Gesù, però, sposta il discorso su un altro tipo di acqua. All’inizio emerge un’altra differenza: la donna è in grado di abbeverarsi da sola all’acqua del pozzo, mentre Gesù no, non ha uno strumento per attingere al pozzo. Il dono dell’acqua che Gesù può offrire è legato alla conoscenza di Lui.

Gesù risponde alla domanda della donna comparando i due tipi di acqua: la prima disseta solo parzialmente, mentre quella che Gesù può offrire zampilla per la vita eterna, e cioè mette in comunione con la vita che viene da Dio. Il problema è che quest’acqua per averla è necessaria una condizione: conoscere Gesù e accoglierlo come il rivelatore di Dio. Solo allora Gesù potrà dare la possibilità di rinascere dall’alto, dall’acqua e dallo Spirito.

Anche per la Samaritana, come prima per Nicodemo, le parole di Gesù suonano strane. Egli, infatti, sposta sempre il discorso al livello spirituale, che fonda anche il discorso materiale. Per seguirlo e comprenderlo, occorre fare un passo, cambiare registro.

In questa prima parte del dialogo la distanza tra giudei e samaritani è rimasta inalterata, perché non c’è stata comprensione dei contenuti condivisi. Ecco perché Gesù rilancia il dialogo, anche tenendo conto del “doveva” iniziale: doveva passare per la Samaria.

16-19: In questa nuova fase del dialogo, Gesù obbliga la Samaritana ad essere vera con se stessa, a collocarsi di fronte a lui nella verità, la mette in situazione di scelta e la donna sceglie di essere vera.

Questo aspetto è importante. Chi, infatti, sceglie la verità riconoscendo la sua reale situazione di mancanza e di fragilità, si rende capace di aprirsi ulteriormente alla verità, di andare oltre le materiali parole di Gesù e di iniziare a riconoscere colui che parla: tu sei un profeta. Con questo suo riconoscimento la donna è ora disponibile ad aprirsi sempre di più al dono di Dio.

Dal punto di vista simbolico la donna, in realtà, rappresenta l’umanità pagana che è senza sposo, l’umanità che non riesce ad assetarsi e passa da un marito all’altro, da un dio all’altro, da una verità all’altra. Ora la donna, grazie al cammino di apertura alla verità che ha compiuto, è in grado di andare incontro vero con lo sposo.

20-26: viene ripreso il contrasto Samaritani e Giudei. Qui il campo di discussione è la religione. I Giudei avevano distrutto nel 128 a. C. il tempio che i Samaritani avevano costruito sul monte Garizim e, nonostante ciò, continuavano ad adorare Dio su quel monte; mentre i giudei adoravano Dio nel tempio di Gerusalemme. Gesù, nella risposta, supera questa contrapposizione e non parla a favore di nessuna delle due posizioni. Gesù supera le contrapposizioni dei luoghi di culto, perché il vero contrasto si colloca sul piano della conoscenza. Dio continua a camminare con il suo popolo nella storia e a rivelarsi per mezzo dei profeti. Diversamente da come pensano i Samaritani, la rivelazione di Dio non si è limitata a Mosè e non è contenuta solo nel Pentateuco. La contrapposizione viene superata perché i veri adoratori del Padre sono quelli che l’adorano in Spirito e Verità.

Solo chi è generato da Dio per aver accolto il Figlio Gesù e averlo riconosciuto come il divino rivelatore può adorare il Padre in Spirito e Verità. Il Figlio è l’unico luogo vero d’incontro con il Padre. Ogni privilegio di razza, nazionalità o sesso è annullato dall’affermazione di Gesù.

26: Gesù si rivela alla Samaritana e chi l’accoglie deve annunziarlo. È proprio questo che farà la Samaritana.

27-42: l’Annunzio ai Samaritani

27-30: introduzione. Ci sono due eventi contemporanei introdotti da una duplice informazione. Reazione dei samaritani all’annuncio della donna; la reazione di Gesù allo stupore dei discepoli.

La donna si comporta come avevano fatto Andrea e Filippo. La donna vuole che siano i suoi concittadini a dare una risposta definitiva sull’identità dell’uomo Gesù.

31-38: due acque sono state messe a confronto ed ora due cibi. C’è quello materiale offerto si discepoli e ce n’è un altro che non conoscono. Mentre la donna dialoga con Gesù, i discepoli, invece, dialogano tra loro. Non prende l’acqua della Samaritana e non prende il cibo dei discepoli, perché suo cibo è fare la volontà del Padre. La volontà del Padre è che i Samaritani non periscano ma abbiano la vita eterna e siano salvati per mezzo di Lui (3,16-17).

Gesù gioisce perché l’opera che il Padre gli ha affidato si sta compiendo. I Samaritano lo accoglieranno, crederanno in Lui, si salveranno per mezzo di Lui.

37-38: l’esperienza ecclesiale si sovrappone all’esperienza di Gesù. La volontà del Padre per Gesù è la salvezza di tutti.

39-42: ogni contrapposizione scompare. I Samaritani passano da una fede testimoniata da una donna alla fede alimentata dall’incontro con il Signore. 

43-54: la Samaria è per l’evangelista apertura sul mondo della missione di Gesù. L’accoglienza dei samaritani è segno dell’accoglienza di tutta l’umanità. Un bambino riceve di nuovo la vita, rivive. Nella dinamica del Vangelo questo è segno che Gesù può davvero donare la vita eterna, la vita definitiva a chi crede in lui. La maggioranza non accoglie la Parola di Gesù, ma alcuni l’accolgono e si aprono al dono di Dio. È una verità che vale in modo particolare per Israele, ma anche per il mondo intero (3,16-21). Gesù è venuto perché tutti abbiano vita eterna, quella vita che ha il carattere della definitività. Tutto ciò si realizza quando verrà l’ora di Gesù. 

Nessun commento:

Posta un commento