Paolo
Cugini
Is
42, 1-7: esiste un modo, una modalità che è
inconfondibile per annunciare il Regno di Dio e questa modalità la trovo non
solo in Gesù Cristo, ma anche in tutti colore che prima di Lui lo hanno
profetizzato con le parole e la vita. Ciò significa che il Regno di Dio non può
essere annunciato in qualsiasi modo e da chiunque. Occorre essere preparati da
Dio. Infatti, annuncia il Regno colui nel quale Dio pose lo Spirito. C’è una
scelta da pare di Dio ed è una scelta misteriosa e per certi aspetti
inquietanti. In altre parole non è l’uomo che decide di essere ministro per
annunciare il Regno: è Dio che decide, perché è solo Lui che pone lo Spirito e
lo pone su colui “nel quale si compiace la mia anima”. Non possiamo
annunciare il Regno di Dio se prima non si coglie questa elezione di Dio,
questa scelta che Lui ha fatto su qualcuno. Questo aspetto è fondamentale. Di
fatto, se dipendesse dalla nostra volontà, l’annuncio del Regno di Dio
dipenderebbe dalle qualità, dalla soggettività umana. E invece no: dipende da
una scelta di Dio e di conseguenza da una risposta che ogni giorno deve essere
rinnovata in un ascolto che deve diventare sempre più attento e profondo.
E
poi c’è il modo dell’annuncio del Regno, che solamente chi è posseduto dallo
Spirito di Dio può esprimere, solamente chi si lascia modellare da questo
Spirito può vivere. Ed è il modo di Gesù, che andava di paese in paese, di
strada in strada annunciando il Regno senza gridare, senza spezzare la canna
incrinata o spegnere il lumicino. Che cosa significa questo? Che se c’è umanità
la cui fede è in pericolo, chi possiede lo Spirito di Gesù si mette in cammino
delicatamente perché quell’umanità non si spezzi, quell’anima non si perda,
quella fede non si spenga. C’è un amore per l’altro, un’attenzione per l’altro
che diventa fratello e sorella, un amore che non è nient’altro che il frutto
dello Spirito Santo che riceviamo. Un amore che diventa delicatezza, attenzione
all’umanità del fratello, alla sua storia, al suo cammino, un’attenzione che si
trasforma in solidarietà, bontà, misericordia.
E
poi colui che riceve lo Spirito di Dio e si lascia plasmare e guidare da questo
Spirito non si disanima e non si lascia abbattere da alcun ostacolo. È la
perseveranza; è il Segno che davvero nella nostra vita non sono le forze che
contano, l’intelligenza, la volontà: è lo Spirito Santo di Dio. La perseveranza
è, allora, il Segno più evidente di una fede plasmata dall’abbondanza e questa
obbedienza il segno che il dialogo con Dio sta diventando maturo, autentico
[dai diari-2002].
Nessun commento:
Posta un commento