lunedì 8 gennaio 2024

E ANNA PIANGEVA

 



 

Paolo Cugini

 

Così avveniva ogni anno: mentre saliva alla casa del Signore, quella la mortificava; allora Anna si metteva a piangere e non voleva mangiare (1 Sam 1,7). Anna può essere presa come simbolo di coloro che soffrono per essere nata in una condizione non scelta, che provoca la domanda: perché io, perché proprio a me? Non solo c’è sofferenza per una condizione di vita non voluta, ma anche per l’umiliazione prodotta dai vicini e parenti prossimi. Qui c’è l’altro grande enigma sulla malvagità umana. C’è molto male nel mondo.

 C’è una malvagità che si scatena soprattutto sui più indifesi, sulle persone più fragili della società. Invece di essere consolata per il dramma che porta con sé, Anna viene umiliata proprio sul problema che vive, che in questo modo viene ampliato: perché? C’è tutta un’umanità che si comporta come gli avvoltoi, che si cibano di prede deboli, moribonde. Ne caso di Anna, si può dire che Dio ascolta il grido dei poveri. C’è dentro lo storia un principio di uguaglianza che è come se ascoltasse nella coscienza del mondo e interviene per sanare la ferite. Questo principio di uguaglianza lo ha conficcato Cristo dentro la storia, con la sua vita, la sua compassione per gli afflitti, con il suo amore portato sino alle estreme conseguenze.

Accogliere lo Spirito del Signore, che manifestava compassione nei confronti di situazioni come quelle vissute da Anna, significa permettere allo Spirito di trasformare il cuore, affinché diventi sensibile al dolore dei poveri, alle umiliazioni inflitte dalla malvagità umana. Consolare gli afflitti: è questa una grande missione che il Vangelo stimola e che lo Spirito Santo suggerisce alle anime attente a Lui. Abitare le sofferenze umane, le afflizioni, le umiliazioni per portare consolazione, comprensione: è questa la grande missione che il Vangelo suggerisce. Pregare, in questa prospettiva, significa cercare la sintonia con il cuore di Dio, con il soffio del suo Spirito, con la voce del Verbo, che crea relazioni empatiche con chi soffre, con chi è umiliato. La preghiera fa spazio nell’anima affinché crescano i tratti dell’umanità di Gesù, la sua sensibilità con i poveri, la sua attenzione nei confronti di chi era turbato, la sua compassione nei confronti di chi era umiliato. 

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