Paolo
Cugini
Sir 27,5-8
Quando si scuote un setaccio
restano i rifiuti;
così quando un uomo discute, ne appaiono i difetti.
I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
Il frutto dimostra come è coltivato l'albero,
così la parola rivela i pensieri del cuore.
Non lodare nessuno prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.
Lc 6,39-45
In quel tempo, Gesù disse ai
suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non
cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma
ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la
pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è
nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: "Fratello, lascia che
tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio", mentre tu stesso non vedi la
trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e
allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello. Non
vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero
cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo
frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo.
L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo
dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che
dal cuore sovrabbonda».
Commento
La vita di fede non si esaurisce nella relazione con
Dio, nella dimensione trascendente, ma la verità dell’autenticità della
relazione con Dio ha una ricaduta nella relazione con i fratelli e le sorelle. È
da come ci relazioniamo con i fratelli e le sorelle che si capisce da dove
proveniamo, da che percorso esistenziale e spirituale stiamo venendo, da che
cammino stiamo realizzando. Mi sembra questo il quadro introduttivo più idoneo
che ci permette di entrare nei contenuti delle letture di oggi.
Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che
sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Il senso del cammino di
fede è diventare maestri, ciò, assumere la responsabilità delle persone che ci
vengono affidate. Diventiamo adulti quando assumiamo la responsabilità effettiva
di accompagnare le persone che ci vengono affidate, sia nella famiglia che
nella vita sociale. Siamo chiamati a divenire padri, madri e questo esige un
percorso fatto a tappe, un’assimilazione di contenuti che non vengono trasmessi
con le parole, ma con l’esempio. Possiamo divenire padri, madri, maestri
solamente se avremo qualcuno dinanzi a noi che ci guida in questo percorso, che
ci prende per mano, che è attento alla nostra crescita, che rispetta la nostra
libertà.
Perché guardi la
pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello e non ti accorgi della trave che è
nel tuo occhio?
Diveniamo
padri e madre se durante l’adolescenza e la giovinezza incontriamo qualcuno che
ci aiuto a togliere la trave dai nostri occhi, che ci aiuta migliorarci, a fare
un cammino dentro noi stessi, ad imparare a verificare noi stessi, i nostri
atteggiamenti, prima di andare verso l’altro.
Non
vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero
cattivo che produca un frutto buono.
Si
tratta di capire che tipo di persone volgiamo essere. Nell’adolescenza e nella
giovinezza abbiamo il tempo per impostare la nostra esistenza, per assimilare i
contenuti, per fare discernimento, per scegliere il bene e scartare i cammini
del male. Simo noi che possiamo orientare la nostra esistenza nel bene o nel
male; noi che possiamo decidere che cammino percorrere, perché la realtà, il
dato di fatto è che prima o poi emergerà che scelte abbiamo fatto, non potremo
più nasconderci.
I vasi del ceramista li mette a prova la fornace,
così il modo di ragionare è il banco di prova per un uomo.
Il frutto dimostra come è coltivato l'albero,
così la parola rivela i pensieri del cuore.
Queste
parole del libro del Siracide, riprese e approfondite nel vangelo, dicono esattamente
quello che è stato detto sopra. Arriva un giorno in cui si capirà chi siamo, da
dove proveniamo. Le nostre parole, il nostro modo di ragionare, rivelano da che
cammino veniamo, che percorso abbiamo fatto, che decisioni abbiamo preso nella
nostra vita. Il frutto rivela l’albero. L'uomo buono dal buon
tesoro del suo cuore trae fuori il bene. Curare il cuore,
vale a dire la coscienza: è un’indicazione di metodo. Tutto il tempo dedicato all’interiorità,
Al lavoro sulle motivazioni, non è tempo buttato via, ma è ben speso, perché ci
permette di costruire l’albero della nostra vita in modo tale da dare buoni
frutti.