venerdì 12 gennaio 2024

COME TUTTI I POPOLI

 



 

Paolo Cugini

Saremo anche noi come tutti i popoli (1 Sam 8,20). Desiderio di un’uguaglianza che massifica, di uscire dalla differenza, perché obbliga ad un pensiero diverso sulle cose e sul mondo. Desiderio di essere uguale agli altri, perché sembra l’unica strada percorribile, soprattutto quando la corda della diversità diventa troppo tesa. È quello che avviene quando si cerca di vivere seriamente il Vangelo, quando si prova a percorrere la strada tracciata dal Maestro. Dopo qualche iniziale entusiasmo ci si rende conto che il percorso tracciato è pieno di insidie, provoca contrasti, isolamento.

Il Vangelo non segna solamente un cammino differente, ma è all’opposto di quello che è il modo comune di vivere. Questo contrato sarebbe anche sopportabile, anche perché man mano si procede nel cammino si assimilano nuove forme di vita che si consolidano nella convivenza con chi segue le stesse orme. Il problema si pone proprio a questo livello, quando si percepisce, con grande stupore, che coloro che stanno davanti nel cammino spesso e volentieri vivono adottando quelle stesse dinamiche che avrebbero dovuto abbandonare.

A questo punto l’isolamento e la sensazione di solitudine diventano angoscianti, perché si accompagna ad un sentimento di persecuzione che arriva da dove meno un se l’aspetterebbe. È a questo punto che, nella maggior parte dei casi, si sente il desiderio di tornare indietro a vivere come gli altri. Solo pochissimi continuano il cammino. Questi, sono coloro che hanno visto qualcosa, che hanno intravisto nelle parole ascoltate dei segni inconfondibili di una verità inconfutabile e invincibile. Sono questi temerari che fanno la storia, quella vera, quella che si costruisce nelle periferie, nel totale silenzio del mondo, che diventa voce nei cuori di coloro che stanno sul cammino del Maestro con autenticità. Sono questi temerari che abitano quella solitudine che libera.

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