[Dal diario spirituale del 2003]
Paolo Cugini
Gesù
chiama a sé i dodici per mandarli a predicare il Vangelo dandogli l’autorità di
espellere i demoni. Che cosa significa? Senza dubbio i due elementi sono
legati: annuncio della Parola e espellere i demoni. Affinché la Parola entri e
produca i frutti sperati, l’anima dell’uomo deve essere libera dagli spiriti
negativi. I demoni, in una lettura spirituale, rappresentano quella realtà che
contrasta con la realizzazione del Regno. È l’egoismo, l’orgoglio e tutto ciò
che essi generano. Allora è significativo che, colui che annuncia la Parola,
deve avere questo potere, se no non riesce nella missione che gli è stata
affidata. Ciò significa che l’annunciatore della Parola di salvezza deve
entrare in dialogo personale con colui che riceve l’annuncio. Ancora una volta
la dimensione dialogica è elemento chiave nell’opera della Chiesa. Questa
infatti, chiamata ad annunciare il Vangelo creando relazioni nuove; autentiche
con le persone che aderiscono alla Parola. Uno dei demoni maggiori è la
discordia. Nelle comunità cristiane questo demonio deve essere debellato. La
Parola, allora, entra in un cuore e un animo libero e lo libera sempre di più,
rendendolo sempre più atto a creare rapporti umani liberi, autentici. Perché
allora quegli attaccamenti morbosi alle persone, quelle dipendenze assurde che
rendono gli uomini e le donne dipendenti?
Essere persona libera in Cristo e che crea legami di
libertà non è facile. Occorre un continuo lavoro interiore su di sé, quel
lavoro interiore che Gesù faceva ritirandosi da solo, allontanandosi dalle
moltitudini per entrare in sé stesso, ascoltare il Padre, affinché la sua vita
diventasse una risposta all’amore del Padre e non all’egoismo degli uomini. La
libertà interiore come dono dello Spirito deve pagare il prezzo della
solitudine. Gli uomini e le donne che incontro non sono, infatti, abituati a
concepire sé stessi e a vivere la libertà in questo modo. Ci deve essere una
continua attenzione a Te e agli altri: tutto deve costantemente essere rimesso
nelle Tue mani per una trasformazione, per una divinizzazione. Niente posso
mantenere chiuso nel mio egoismo perché va distrutto. Libertà è così docilità
alla Tua Parola, ricerca quotidiana della Tua volontà, perché è la Tua volontà
la fonte della libertà nuova e personale.
L’uomo cerca la realizzazione della propria libertà fuori
di sé, soprattutto nel possedere (cose, persone, beni). L’uomo che non Ti
conosce, si sente spinto da un bisogno interiore a cercare fuori di sé la
propria realizzazione. Solo che non si accorge che facendo così diventa schiavo
delle cose che possiede. Questo è il grande inganno. L’uomo capisce ciò, ma non
ha il coraggio di fermarsi, perché il fermarsi, il mettersi in silenzio ad
ascoltarsi, ad ascoltare la Parola di Dio gli sembra una perdita di tempo. In
realtà la grande perdita di tempo è continuare nel cammino fuori di sé alla
ricerca che spesso diventa disperata, della realizzazione della propria
libertà. Che cos’è che ci ferma in questa pazza corsa verso la propria
distruzione? Da una parte, può essere una crescente sensazione di vita che non
mi lascia in pace e mi costringe a fermarmi, a pensare. Dall’altra è il bisogno
di dare un senso totale alla mia vita. Questa esigenza di totalità, di
radicalità è molto forte nelle persone più sensibili. È un’esigenza che spinge
l’uomo ad accumulare: esperienze, situazioni, beni, ecc. Se è ben guidata,
questa esigenza di radicalità, di totalità può condurre ad incontro radicale
con il Signore.
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