martedì 26 marzo 2024

DAL SENO MATERNO MI HA CHIAMATO

 



Paolo Cugini

 

Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome (Is 49,1).

Fanno sempre molta impressione questo tipo di versetti che ci ricordano da dove veniamo e cioè dal pensiero di Dio. Siamo pensati e, quindi, mati, frutti di un pensiero d’amore. È questa comprensione che permette al discepolo, alla discepola di affrontare le conseguenze del discepolato. È interessante che la liturgia ponga all’inizio della Settimana Santa, in cui siamo coinvolti a riflettere sul mistero della morte del giusto, un brano come questo. È, senza dubbio, una chiave di lettura. La forza di Gesù, la sua coerenza simo alla fine, la sua capacità di portare il pesos della solitudine e del disprezzo di coloro che lo hanno torturato e ucciso, deriva dalla sua consapevolezza di non essere solo, ma di essere amato sin dall’inizio dei tempi.

Questo dato Lui lo conosce molto bene, è la fonte della sua forza, fonte alla quale durante la vita ha continuamente attinto nelle ore interminabili di preghiera. Sa di essere da sempre amato. Sa che la sua vita terrena è immersa nell’amore ed è proprio questo amore la fonte, l’origine della motivazione di Gesù. Non si resite al male come Gesù ha resistito senza una motivazione di ferro, senza sentire dentro di sé il fuoco dell’amore. Quest’esperienza d’amore Gesù l’ha vissuta prima di tutto nella sua famiglia. Ha sentito forte l’amore di sua madre Maria, di suo padre Giuseppe. Lo si coglie da come Gesù si è mosso nella sua vita pubblica. Tanta sicurezza, tanta fermezza nelle posizioni spesso controcorrente non si vivono se non c’è la consapevolezza di essere amati.

Una persona senza motivazioni non resiste alla pressione: ci molla prima. Chi non ha motivazioni non riesce a portare avanti delle decisioni. La più grande motivazione che ci dà la forza di seguire nel cammino della vita è l’amore accumulato nel cuore: senza questo ci perdiamo. La Settimana Santa inizia con questa riflessione fondamentale. È una chiave di lettura. Per capire come ha fatto Gesù a sopportare una sofferenza così grande, dobbiamo guardare a sua madre e a suo padre, a quanto amore gli hanno dato, a quanto Gesù si è sentito voluto bene.

Se volgiamo capire che cos’aveva dentro di sé nelle ore terribile della sua passione, dobbiamo rileggerci le parole di Isaia e forse potremo comprendere qualcosa: Il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome (Is 49,1).

 

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