lunedì 22 dicembre 2025

HA RIMANDATO I RICCHI A MANI VUOTE

 



 

Paolo Cugini

 

 

 

Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote
(Lc 1, 48).

 

Nel cuore della storia palpita un Mistero che solo i discepoli e le discepole che scelgono la via della spogliazione, dell’abbassamento e dell’umiliazione possono realmente cogliere. La sequela di Gesù non si svela attraverso i meccanismi dei potenti né si lascia imprigionare dalle logiche del mondo. Essa chiama ad un cammino che sconfina i confini della ragione e della convenienza, invitando ciascuno a spogliarsi di tutto ciò che non è puro dono. È questa la porta stretta che conduce all’intelligenza profonda della storia, dove si rivela la trama segreta dello Spirito.

Scegliere di seguire il Cristo significa abbracciare il suo stesso itinerario di abbassamento. Gesù non si è imposto, ma si è svuotato, scegliendo di entrare nella storia dal basso, tra i piccoli e gli esclusi. La sua esistenza è stata un continuo gesto di spoliazione, una rinuncia ad ogni privilegio per condividere il destino degli ultimi. Solo chi, come lui, accetta di perdere ciò che il mondo considera essenziale, può entrare nella comprensione autentica del Mistero che governa la storia. In questo cammino, la povertà non è solo una condizione sociale, ma diventa una posizione esistenziale: una radicale apertura all’incontro con Dio.

Il senso profondo della storia, secondo la rivelazione del Mistero, non si svela attraverso le categorie politiche o economiche. Queste, pur essendo strumenti della convivenza sociale, non sono il luogo dove si manifestano le scelte decisive del Regno. La sequela di Gesù invita a spezzare le catene delle logiche mondane, a superare la tentazione del potere, della ricchezza e del controllo. È una questione di posizione interiore: non si tratta di possedere, ma di lasciar andare; non di dominare, ma di servire; non di accumulare, ma di donare. “Dove si trova il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”, dice il Vangelo, indicando che la vera rivoluzione nasce dal cambiamento dello sguardo. Le scelte di Gesù sono una profezia vivente: dalla grotta di Betlemme alla croce del Calvario, egli ha percorso la strada degli ultimi. La sua nascita tra i poveri, il suo vivere senza casa né beni, il suo morire nudo e abbandonato svelano una logica del tutto opposta a quella del mondo. Questo cammino di spogliazione non è una casualità, ma l’espressione più autentica della volontà divina: Dio si fa vicino non agli orgogliosi, ma agli umili; non ai ricchi, ma ai poveri. Chi vuole seguire Gesù deve assumere il coraggio di imitare le sue scelte, lasciando cadere le maschere e le sicurezze effimere, per camminare nella verità che libera.

Il Magnificat, il canto di Maria, risuona come una dichiarazione profetica: “Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.” In questi versi si compie la rivelazione della predilezione divina per i poveri. Maria diventa la voce di tutti coloro che vivono la piccolezza e si affidano con fiducia. Il Magnificat non è solo una preghiera, ma una chiave di lettura della storia: Dio opera la sua salvezza là dove il mondo non guarda, nei margini, nelle periferie, tra chi non conta nulla. La scelta di Maria non è un caso, ma il sigillo del Mistero: per vedere occorre abbassarsi, per comprendere occorre lasciar andare.

La povertà evangelica non si limita all’assenza di beni materiali, ma diventa una postura interiore: il cuore povero è aperto, disponibile, libero dai legami che soffocano il desiderio di infinito. Solo chi accetta di spogliarsi delle ricchezze, dei riconoscimenti, delle certezze mondane, può entrare nel Mistero e fare esperienza dell’amore che trasforma. Questa via privilegiata ci insegna che il Regno di Dio appartiene a chi non possiede nulla, a chi si fida e si lascia condurre, a chi trova nella propria fragilità la forza di donarsi. Così, la storia si illumina di significati nuovi, invisibili agli occhi dei potenti ma evidenti agli occhi dei semplici.

Il mondo propone orizzonti di successo, accumulo, prestigio. La logica evangelica, invece, chiama alla conversione radicale: occorre cambiare prospettiva, guardare la realtà con occhi nuovi. Abbandonare la mentalità della competizione per abbracciare quella della condivisione; rinunciare all’orgoglio per scegliere la mitezza; superare la paura della perdita per scoprire la gioia della gratuità. La sequela di Gesù diventa così una profezia contro le strutture ingiuste, una provocazione che mette in crisi ogni forma di supremazia. “Gli ultimi saranno i primi”: questa parola ribalta i parametri umani e inaugura una nuova storia, dove i poveri sono i veri protagonisti.

Il Mistero della storia si svela solo a coloro che, sulle orme di Gesù, accettano di perdere per ritrovare, di abbassarsi per essere innalzati, di spogliarsi per essere rivestiti di grazia. Non è questione di logiche politiche o di calcoli economici, ma di posizione esistenziale: l’esperienza autentica del Mistero si compie nell’accoglienza della povertà, nell’abbandono fiducioso, nella scelta di una prospettiva radicalmente diversa da quella del mondo. Oggi, più che mai, risuona l’invito profetico a seguire Gesù in modo integrale, lasciando da parte ogni compromesso, per vivere la storia come luogo di rivelazione e di incontro con Dio. Solo così si comprende il senso profondo della vita e si diventa testimoni di una speranza che non delude.

 

 

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