Paolo Cugini
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote (Lc 1, 48).
Nel
cuore della storia palpita un Mistero che solo i discepoli e le discepole che
scelgono la via della spogliazione, dell’abbassamento e dell’umiliazione
possono realmente cogliere. La sequela di Gesù non si svela attraverso i
meccanismi dei potenti né si lascia imprigionare dalle logiche del mondo. Essa
chiama ad un cammino che sconfina i confini della ragione e della convenienza,
invitando ciascuno a spogliarsi di tutto ciò che non è puro dono. È questa la
porta stretta che conduce all’intelligenza profonda della storia, dove si
rivela la trama segreta dello Spirito.
Scegliere
di seguire il Cristo significa abbracciare il suo stesso itinerario di
abbassamento. Gesù non si è imposto, ma si è svuotato, scegliendo di entrare
nella storia dal basso, tra i piccoli e gli esclusi. La sua esistenza è stata
un continuo gesto di spoliazione, una rinuncia ad ogni privilegio per
condividere il destino degli ultimi. Solo chi, come lui, accetta di perdere ciò
che il mondo considera essenziale, può entrare nella comprensione autentica del
Mistero che governa la storia. In questo cammino, la povertà non è solo una
condizione sociale, ma diventa una posizione esistenziale: una radicale
apertura all’incontro con Dio.
Il
senso profondo della storia, secondo la rivelazione del Mistero, non si svela
attraverso le categorie politiche o economiche. Queste, pur essendo strumenti
della convivenza sociale, non sono il luogo dove si manifestano le scelte
decisive del Regno. La sequela di Gesù invita a spezzare le catene delle
logiche mondane, a superare la tentazione del potere, della ricchezza e del
controllo. È una questione di posizione interiore: non si tratta di possedere,
ma di lasciar andare; non di dominare, ma di servire; non di accumulare, ma di
donare. “Dove si trova il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore”, dice il
Vangelo, indicando che la vera rivoluzione nasce dal cambiamento dello sguardo.
Le scelte di Gesù sono una profezia vivente: dalla grotta di Betlemme alla
croce del Calvario, egli ha percorso la strada degli ultimi. La sua nascita tra
i poveri, il suo vivere senza casa né beni, il suo morire nudo e abbandonato
svelano una logica del tutto opposta a quella del mondo. Questo cammino di
spogliazione non è una casualità, ma l’espressione più autentica della volontà
divina: Dio si fa vicino non agli orgogliosi, ma agli umili; non ai ricchi, ma
ai poveri. Chi vuole seguire Gesù deve assumere il coraggio di imitare le sue
scelte, lasciando cadere le maschere e le sicurezze effimere, per camminare
nella verità che libera.
Il
Magnificat, il canto di Maria, risuona come una dichiarazione profetica: “Ha
rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni
gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.” In questi versi si compie la
rivelazione della predilezione divina per i poveri. Maria diventa la voce di
tutti coloro che vivono la piccolezza e si affidano con fiducia. Il Magnificat
non è solo una preghiera, ma una chiave di lettura della storia: Dio opera la
sua salvezza là dove il mondo non guarda, nei margini, nelle periferie, tra chi
non conta nulla. La scelta di Maria non è un caso, ma il sigillo del Mistero:
per vedere occorre abbassarsi, per comprendere occorre lasciar andare.
La
povertà evangelica non si limita all’assenza di beni materiali, ma diventa una
postura interiore: il cuore povero è aperto, disponibile, libero dai legami che
soffocano il desiderio di infinito. Solo chi accetta di spogliarsi delle
ricchezze, dei riconoscimenti, delle certezze mondane, può entrare nel Mistero
e fare esperienza dell’amore che trasforma. Questa via privilegiata ci insegna
che il Regno di Dio appartiene a chi non possiede nulla, a chi si fida e si
lascia condurre, a chi trova nella propria fragilità la forza di donarsi. Così,
la storia si illumina di significati nuovi, invisibili agli occhi dei potenti
ma evidenti agli occhi dei semplici.
Il
mondo propone orizzonti di successo, accumulo, prestigio. La logica evangelica,
invece, chiama alla conversione radicale: occorre cambiare prospettiva,
guardare la realtà con occhi nuovi. Abbandonare la mentalità della competizione
per abbracciare quella della condivisione; rinunciare all’orgoglio per
scegliere la mitezza; superare la paura della perdita per scoprire la gioia
della gratuità. La sequela di Gesù diventa così una profezia contro le
strutture ingiuste, una provocazione che mette in crisi ogni forma di
supremazia. “Gli ultimi saranno i primi”: questa parola ribalta i parametri
umani e inaugura una nuova storia, dove i poveri sono i veri protagonisti.
Il
Mistero della storia si svela solo a coloro che, sulle orme di Gesù, accettano
di perdere per ritrovare, di abbassarsi per essere innalzati, di spogliarsi per
essere rivestiti di grazia. Non è questione di logiche politiche o di calcoli
economici, ma di posizione esistenziale: l’esperienza autentica del Mistero si
compie nell’accoglienza della povertà, nell’abbandono fiducioso, nella scelta
di una prospettiva radicalmente diversa da quella del mondo. Oggi, più che mai,
risuona l’invito profetico a seguire Gesù in modo integrale, lasciando da parte
ogni compromesso, per vivere la storia come luogo di rivelazione e di incontro
con Dio. Solo così si comprende il senso profondo della vita e si diventa
testimoni di una speranza che non delude.
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