venerdì 25 giugno 2021

DOMENICA XIII/B - LA TRASGRESSIONE

 



Sap 1, 13-15; 2,23-24; 2Cor 8, 7.9.13-15; Mc 5, 21-43

Paolo Cugini

 

     Gesù è una presenza nuova nella storia, una presenza che sana e cura le ferite dell’umanità. È la forza di Dio che agisce in mezzo a noi e lo fa attraverso la sua umanità. Per non perdere il filo della storia e finire dentro ai vicoli cechi delle contrapposizioni spiritualiste o di tipo sociale, è importante sempre mantenere insieme i due elementi che in Gesù sono una cosa sola, vale a dire la dimensione verticale e quella orizzontale, la trascendenza e l’immanenza. Gesù, nella sua umanità, rappresenta una grandissima novità, uno scarto qualitativo incommensurabile che, però, può rimanere nascosto, ignorato, perché è possibile accedere a Lui, alla sua forza divina solamente con la fede. Non basta, allora sapere chi è, conoscere la sua storia, aver letto i vangeli, occorre credere in Lui, nel suo amore, nella possibilità che Lui ha di donarci la vita, quella vera, che ci permette di realizzare la nostra esistenza in pienezza. Le storie che ascoltiamo nel vangelo di oggi narrano proprio questo percorso di fede che apre le porte del cielo e permette ad ognuno di entrarci.

Paradossalmente, la narrazione del vangelo ci dice che il più grande ostacolo ad entrare con fede all’incontro con il Signore Gesù è la religione, che seppur parla di Dio, lo fa attraverso un apparato di leggi e dottrine fatte da mani d’uomo. Hanno una parvenza di positività ma, alla prova dei fatti, costituiscono il più grande ostacolo per accedere al Signore della storia: Gesù Cristo. Sembra paradossale ma, come vedremo, si tratta di una realtà che occorre prendere sul serio. Il rischio, infatti, è quello di pensare di vivere in un contesto – quello religioso, per l’appunto – che ci avvicina a Dio, mentre in realtà, ce ne allontana.

Protagoniste del vangelo di oggi sono due donne, tutte e due con segni di morte: una donna che perde sangue e una bambina morta. Tutte e due sono legate dal numero 12, che è il numero che indica le tribù d’Israele e, dunque, il popolo. C’è tutto un popolo che sta morendo a causa delle leggi del Tempio, dall’obbedienza alla dottrina e al culto fatto dagli uomini, manipolando la legge di Dio per controllare il potere. Come fare per uscire dai cammini di morte della religione degli uomini? Quali risposte offre Gesù? In tutti e due i casi presentati nel vangelo di oggi, la risposta è la stessa: trasgredire.

Trasgredisce la legge mosaica la donna che perdeva sangue, che non poteva assolutamente toccare un uomo, perché lo avrebbe reso impuro. Questa donna, che avrebbe avuto bisogno di Dio, a causa della perdita di sangue che la rendeva impura, non poteva avere accesso al tempio. Che religione è questa che proibisce ai bisognosi di entrare nella casa del Signore? Ebbene, la donna, incontrando Gesù, non ci pensa due volte: trasgredisce la legge e lo tocca rendendolo a sua volta impuro. Gesù, però, invece di arrabbiarsi, fa una dichiarazione strabiliante dicendo: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male». Gesù chiama fede l’atto trasgressivo della donna. Dalla legge che schiaccia l’umanità e le impedisce di vivere in pienezza non c’è alternativa: occorre trasgredirla.

Lo stesso accade nella seconda scena, con la narrazione di una bambina di dodici anni morte. Anche toccare un morto rendeva impura la persona. Gesù, però, non si ferma dinanzi alla legge degli uomini e, questa volta, è lui a trasgredire toccando la bambina morta.  “Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: alzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni”.

Sia nel primo caso che nel secondo è la situazione personale che conduce alla trasgressione della legge per trovare vita. La donna tocca Gesù, nonostante l’imposizione della legge, perché ormai non sa più cosa fare: in fin dei conti si tratta della sua propria vita. Nel secondo caso è il capo della sinagoga (interessante!) che si dirige a Gesù per la vita di sua figlia.

Essi furono presi da grande stupore”. C’è un cammino di liberazione che siamo chiamati a compiere, un cammino verso Gesù, che passa attraverso la liberazione dagli impedimenti della dottrina e del culto religioso. Questo cammino, apparentemente impossibile, diviene praticabile quando ascoltiamo gli eventi cruciali della nostra vita, che ci spingono ad osare, vale a dire, a trasgredire. Quando questo avviene, inizia il processo di smascheramento della religione falsa: cade la maschera dell’ipocrisia e noi, liberati dal Signore, possiamo divenire strumento di salvezza per gli altri.

 

 

 

 

 

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