mercoledì 12 novembre 2025

Le proporzioni del Vangelo

 





Riflessioni sulla spiritualità nell’epoca dell’egoismo

 

Paolo Cugini

 

Uno di loro… tornò indietro” (Lc 17,15).

Sono le proporzioni del Vangelo: uno a dieci. Parola misteriosa, cifra che pesa come pietra d’angolo, che regge e giudica i muri delle nostre relazioni. Chi ha orecchi per intendere, intenda: questa è la proporzione che bisogna mettere nel bilancio interiore, quando si decide di incamminarsi nella via stretta e luminosa aperta dal Vangelo. Ma non ci si abitua in fretta. Il tempo è maestro lento, la carne si ribella, il cuore si stringe e si indurisce davanti all’ingratitudine, uno degli aspetti più macabri della disumanità. Chi può dire di essere preparato, chi può dirsi di non vacillare davanti al gelo del rifiuto? La grazia costa fatica e sudore.

Eppure, la disumanità dilaga come nebbia d’autunno: è l’egoismo il combustibile che alimenta le città e i villaggi, la linfa che serpeggia tra le pieghe dei rapporti. Non si fa nulla gratuitamente, il gesto gratuito appare una follia, un lusso da anime ingenue. Tutto è scambio, tutto è calcolo. Chi vuole sopravvivere a questa tempesta di ghiaccio, chi non vuole essere inghiottito dalle maglie strette dell’egoismo, deve armarsi di grande spiritualità. Bisogna imparare l’arte del silenzio, trascorrere lunghe ore ascoltando la voce del Mistero che abita le profondità dell’anima. Solo così si scorge la luce che il mondo non può dare né spegnere, solo così ci si può alzare sereni all’alba per uscire e seguire la luce.

Ma attenzione: chi prende troppo sul serio le provocazioni dell’ingratitudine quotidiana rischia di perdere sé stesso. Il pericolo è reale: la stima di sé evapora, la volontà si annulla, il cuore precipita nella depressione. È una trappola sottile, una tela di ragno che stringe senza far rumore. Come fa Gesù a convivere in questo clima disumano? Ecco il mistero della sua forza: Egli vive immerso nel Mistero del Padre, ha piena coscienza di sé, non chiede all’umanità ciò che solo l’amore può dare. Chi vive così, nella pienezza dell’Amore autentico, non ha bisogno della valutazione degli altri, non si lascia scalfire dall’odio del mondo, non teme nemmeno la croce che lo attende.

Là dove l’amore del Mistero regna, la violenza dell’odio, l’indifferenza disumana, l’ingratitudine ingenerosa non hanno alcun potere. Chi si lascia avvolgere da questa presenza, chi si nutre di questa luce, può attraversare indenne la notte del mondo e, come il chicco di grano, portare frutto a suo tempo.

Questa è la profezia per i giorni nostri: la proporzione del Vangelo è la misura che salva, la via che libera, la luce che non si spegne. Non si vive di solo pane e, in fondo, non ci si salva da soli. Ma chi sa ascoltare il Mistero, anche nell’epoca dell’egoismo, conoscerà la vera libertà e la gioia che nessuno potrà mai togliere.

 

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