Una visita che sconvolge la storia
Paolo Cugini
Non hai
riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata (Lc 19,44).
Il
tempo si sospende quando il Mistero si manifesta. Ogni attimo della storia
umana può essere segnato da una visita che trasforma, illumina, scuote le
fondamenta stesse dell’esistenza. Gesù è il Mistero che ha abitato la nostra
terra, e la sua visita non è solo un evento passato, ma un avvenimento che
chiama ancora oggi ciascuno di noi. In Lui, il Mistero si è reso vicino,
raggiungibile, eppure sempre al di là di ogni nostra previsione. La domanda che
attraversa i secoli si rinnova: saremo pronti a riconoscere la visita del
Mistero? “Ecco, ti annuncio una grande gioia”, così risuona la voce degli
angeli nella notte di Betlemme. L’annuncio è sempre carico di letizia, eppure
non è mai scontato. La gioia vera nasce quando il cuore si apre all’imprevisto,
quando si accoglie la visita come dono e non come disturbo. Prepararsi
all’incontro con il Mistero significa dilatare la propria attesa, purificare lo
sguardo, rendere la casa dell’anima degna di un Ospite inaspettato e caro.
L’annuncio risveglia, scuote, ma chiede di essere abbracciato con una
disponibilità nuova: “Beato chi non si scandalizza di me”.
Non
si nasce pronti a riconoscere il Mistero. Il cammino verso l’incontro è
intessuto di gesti, parole, esempi ricevuti da chi ci precede. Padri e madri,
maestri e guide sono le pietre miliari di questa preparazione: attraverso la
loro testimonianza, il Mistero si fa meno estraneo, diventa familiare, pur
restando sempre altro. Sono loro che insegnano ad attendere, a domandare, a non
accontentarsi del già visto. L’educazione ricevuta apre la strada all’incontro,
ma occorre che ciascuno completi il cammino personalmente. Non basta sapere,
occorre incontrare. Il Mistero si manifesta, ma spesso resta inosservato agli
occhi distratti. Riconoscere significa lasciarsi interrogare, sostare davanti a
ciò che sfugge ai nostri schemi. La conoscenza che nasce dall’ascolto sincero,
dalla ricerca appassionata, conduce all’incontro: “Venite e vedete”, dice il
Maestro. Solo chi si mette in gioco, chi si lascia coinvolgere, arriva ad
intravedere il volto del Mistero. La sequela non è imitazione sterile, ma
esperienza viva che continuamente rinnova la domanda: “Chi è costui che il
vento e il mare gli obbediscono?”
Il
fascino della visita si svela nel percorso che ciascuno è chiamato a compiere:
ascoltare la parola, seguirne i passi, testimoniarne la presenza. L’ascolto è
attenzione fedele, silenzio che accoglie. La sequela è decisione coraggiosa,
scelta che coinvolge la vita. La testimonianza è luce che si diffonde, energia
che contagia. In questo cammino si sperimenta l’esigenza radicale del Mistero:
nulla può restare come prima, tutto deve essere riorientato. Eppure, proprio
qui si trova la felicità più vera, quella che non teme le tempeste. Seguire il
Mistero non è percorso comodo. Il cammino spirituale affascina perché promette
una pienezza che altrove non si trova; esige perché domanda la conversione
quotidiana, la fedeltà nella prova, la gioia persino nella fatica. La ricerca
del Mistero richiede il coraggio di volerlo davvero, di lasciarsi cambiare. La
bellezza di questo viaggio è nella scoperta continua di un volto che si svela e
si nasconde, che chiama e sorprende, che invita e provoca.
Gerusalemme
ha visto il Mistero, ma non l’ha riconosciuto. Il pianto di Gesù sulla città è
il pianto di chi ama e non viene accolto. “Non hai riconosciuto il tempo della
tua visita”, ammonisce il Vangelo. Questo errore si ripete ogni volta che il
cuore si chiude, che la routine soffoca la sorpresa, che la presunzione
impedisce l’accoglienza. Gerusalemme diventa così specchio e monito: non
lasciamo che il Mistero passi senza essere visto, non perdiamo il dono perché
troppo presi da altro.
Il
Mistero continua a visitare la storia, a bussare alle porte della nostra vita.
La gioia dell’annuncio interpella, la necessità della preparazione
responsabilizza, la bellezza del cammino affascina e scuote. Ogni incontro con
il Mistero è occasione di vita nuova, di risveglio profondo. Che questa visita
non sia ignorata, che il fascino e l’esigenza del cammino ci conducano oltre la
paura e la pigrizia. Prepariamoci, ascoltiamo, lasciamoci coinvolgere: solo
così potremo riconoscere la visita del Mistero e accogliere la gioia che
trasforma il cuore e il mondo.
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